Gaetano Moscuzza (1820-1909), fu senatore del Regno d’Italia e sindaco di Siracusa. Medico di professione, fu uno dei più interessanti protagonisti del Risorgimento, partecipò attivamente ai moti del 1848 e, a seguito del loro fallimento, come molti altri liberali, fu costretto a fuggire a Malta. Malgrado si fosse politicamente esposto contro l’amministrazione borbonica, rientrato qualche anno dopo a Siracusa, riuscì ad essere comunque eletto sindaco della città nel 1856. Tale circostanza potè avverarsi non solo perché i Borbone gli riconoscevano particolari abilità amministrative, ma anche poichè, dopo le numerose rivolte subite, cominciarono ad utilizzare la politica della conciliazione, permettendo l’elezione di personalità rispettate dalla popolazione. Gaetano fu così l’ultimo sindaco del periodo borbonico e il secondo del periodo unitario, eletto nel 1865 dopo Adorno. Seguendo la sua attività è possibile capire quali atti e quale clima politico avesse attraversato la città a cavallo delle due amministrazioni. Per ciò che riguarda la formazione politica di Moscuzza bisogna sicuramente rimandare alla sua appartenenza al Gabinetto letterario di storia naturale di Alessandro Rizza, che fu centrale nell’attività sovversiva anti borbonica. Nel 1863 fu eletto senatore del Regno d’Italia, tale riconoscimento permise di portare le rimostranze di una città di periferia come era Siracusa, al nuovo centro amministrativo. In particolare Gaetano fu uno dei principali protagonisti della reintegrazione del capoluogo di provincia nella città aretusea, qualifica che le era stata tolta come punizione per aver organizzato, nel 1837, una rivolta contro il Governo borbonico. Moscuzza indirizzò la sua attività parlamentare al fine di togliere a Noto questo privilegio, concesso per essere rimasta fedele ai Borbone. La decisone del reintegro avvenne nel 1865.