Emanuele francica

Barone di Pancali

Emanuele Francica barone di Pancali (Siracusa 1783- 1868) rappresenta una delle figure centrali non solo per la storia della sua città ma anche per gli eventi che, attraverso la Sicilia, portarono all’Unità d’Italia. Di nobile famiglia, crebbe a Palermo, dove entrò a far parte della carboneria e partecipò ai moti anti borbonici del 1820. Affiliatosi alla massoneria, ritornò a Siracusa e divenne sindaco proprio nel 1837, quando scoppiò un’altra rivoluzione antiborbonica, che vide nuovamente tutta la Sicilia in fermento. Durante questi rocamboleschi eventi la sua posizione non sempre fu limpidamente rivoluzionaria, infatti, le parti che recitò spesso non permettono di indicare una vera e propria scelta di campo. Fallita la rivolta del 1837 fu esiliato a Napoli, da dove rientrò solo allo scoppio delle vicende del 1848, il suo attivo contributo gli permise di essere eletto e rappresentare la città come deputato nel parlamento siciliano. Il fallimento del ’48 lo vide esiliato, come molti altri liberali, a Malta, da dove rientrò solo nel 1860, appoggiando direttamente Garibaldi e la sua impresa. Seguendo le gesta di Pancali possiamo immaginare quali fossero le incognite, le paure, i momenti di sconforto, ma anche di grande slancio e coraggio, che la generazione nata alla fine del Settecento e imbevuta degli ideali della Rivoluzione francese attraversò. Taliatteggiamenti lo portarono a credere in quelle idee liberali, che caratterizzarono le rivoluzioni della prima metà dell’Ottocento. Non meno interessanti furono gli eventi relativi alla sua vita privata, qui si scopre un’intensa passionalità sia per la moglie che per le amanti, accompagnata da una totale incapacità di gestione del patrimonio economico ereditato dai nobili natali.