In ottica di fornire a voi genitori strumenti per poter costruire un ponte relazionale con i vostri figli si è pensato di stilare un elenco dei vocaboli più frequenti e comuni cercando di definirli brevemente per darvi un’idea generale.
Conoscere il significato delle parole che si utilizzano e si sentono può aiutare a comprendere meglio un discorso, soprattutto quando si parla con i propri figli che usano un linguaggio giovanile composto da modi di dire e riferimenti magari difficili da comprendere. Non deve generare ansie e insicurezze il fatto di non conoscere il significato di alcune parole nuove; anzi, può essere sfruttato come momento di connessione con i propri figli per cercare insieme online (o su un dizionario cartaceo) una definizione nuova, così da conoscere e approfondire un tema in un momento condiviso.
un account è composto dai dati di una persona che decide di iscriversi su una piattaforma o sito web. Nella maggior parte dei casi, coincide con il profilo di ogni utente iscritto su una piattaforma o sito web. Attraverso l’account (nome utente e password) è possibile per l’utente fare log in e accedere alle informazioni presenti sulla piattaforma o sito web legate a tale account (profilo).
è uno strumento che permette di bloccare annunci pubblicitari (pop-up) durante la navigazione in rete. Può essere utilizzato su diversi dispositivi e con diversi motori di ricerca.
abbreviazione della parola inglese “advertisement”, in italiano, pubblicità.
software e programmi scaricabili su dispositivi mobili e/o PC dai relativi store come, ad esempio, Play Store per Android o App store per prodotti Apple. Anche note come app, ne esistono di diverse tipologie.
modalità di ascolto che presuppone un’attenzione totale nei confronti dell’interlocutore. Presenza vera, partecipe e non giudicante, aperto al confronto senza pregiudizi con l’obiettivo di comprendere il più possibile non solo le parole dette ma anche il senso vero di ciò che l’interlocutore cerca di esprimere.
un avatar è una rappresentazione grafica del profilo di un utente. Tipicamente usato per un videogioco ma anche per siti web e social. È possibile creare avatar personalizzati da utilizzare come stickers e reaction nelle chat con altri utenti.
nel contesto dei social media, con il termine “ban” o “bannare” si fa riferimento all’azione di impedire l’accesso a contenuti, compiere azioni o loggarre sulla piattaforma o sito stessi. Solitamente questo provvedimento viene preso dai gestori della piattaforma o del sito in caso di violazioni delle regole di comportamento definite (netiquette), comportamenti scorretti e attività illecita. Il ban può essere temporaneo o definitivo.
termine che deriva della lingua inglese. Si riferisce al guardare programmi televisivi o serie TV per un lungo periodo di tempo consecutivo senza interruzioni. Si potrebbe altrimenti paragonare a una “indigestione” di un singolo prodotto televisivo tutto in una volta sola.
neologismo di derivazione anglosassone che significa umiliare, criticare e deridere una persona pubblicamente.
atteggiamenti (perpetrate in forme differenti) di utenti sui social media inerenti al corpo delle persone con obiettivo denigratorio e offensivo.
abbreviazione di robot. Nei social media si parla di bot riferendosi ad account o chat automatizzate ne gestite da un algoritmo per imitare o sostituire le azioni “meccaniche” altrimenti svolte da umani. Possono assumere compiti vari con altrettanti obiettivi.
termine inglese che si riferisce al marchio di un’azienda, più nello specifico alla sua identità. Un brand ha delle caratteristiche che rendono il prodotto e/o il servizio riconoscibile e distinguibile da altri sul mercato, generando fiducia e lealtà nei consumatori.
termine diffuso nel 2017 inizialmente significava smettere di dare supporto e seguito a un utente online con l’obiettivo di danneggiarlo, anche economicamente, per azioni moralmente e socialmente inaccettabili messe in atto dall’utente che si è deciso di “cancellare”.
dall’inglese “sfida” sono situazioni nelle quali gli utenti, di una (o più) piattaforme, decidono di mettersi alla prova compiendo azioni con ripercussioni nella vita reale che, in alcuni casi, possono risultare estremamente pericolose.
una tipologia di bot. Vengono progettati con lo scopo di fornire al cliente un servizio 24/7. Interagiscono con gli utenti delle diverse piattaforme o siti web attraverso messaggi preimpostati basati su algoritmi che permettono all’utente di ottenere risposte alle domande o di compiere determinate azioni e scelte.
Chat room: spazio online all’interno del quale due o più utenti possono comunicare.
contenuto “esca” progettato e pubblicato con lo scopo di attirare il maggior numero di click su pagine web o video. Per poter aumentare le visite di un sito, chi produce questi contenuti, fa leva su titoli accattivanti (hook) che possano catturare l’interesse e l’attenzione degli utenti indirizzandoli verso contenuti quasi sempre di scarsa qualità e attendibilità.
Content creator: professionista che si occupa della creazione e realizzazione di contenuti digitali per piattaforme online e social.
file salvati sul dispositivo che contengono informazioni riguardanti il sito web sul quale si sta navigando e contemporaneamente informazioni che l’utente ha fornito/inserito durante la navigazione. Possono essere gusti personali, dati personali, scelte fatte all’interno del sito. Per il visitatore i cookies permettono di avere agevolazioni come le credenziali salvate e preferenze di impostazioni ogni volta che riaccedono al sito stesso. I dati raccolti dai cookies concorrono alla costruzione della digital footprint ed entrano a far parte dei big data.
concetto di James Surowiecki spiegato all’interno del libro intitolato “The Wisdom of Crowds”. Parte dal presupposto che la collaborazione di più persone nel produrre informazione porti a un risultato migliore, rispetto a quanto può essere prodotto da un singolo. In altri termini, crowd wisdom, è la saggezza delle masse e racchiude in se tutte le informazioni possedute e condivise dai singoli individui ed elaborate dal gruppo.
dal greco “Kryptos" (nascosto) e "graphein" (scrivere). Sistema che permette di proteggere le informazioni rendendo il messaggio originale impossibile da leggere per coloro che non sono autorizzati a farlo attraverso l’utilizzo di algoritmi matematici che “nascondono” il contenuto del testo. Applicazioni di messaggistica come WhatsApp prevedono la crittografia end-to-end.
fenomeno online caratterizzato da un atteggiamento aggressivo e offensivo nei confronti della vittima. Comprende atteggiamenti come molestia, ricatto, denigrazione, diffamazione, furto d'identità e manipolazione. A differenza del classico bullismo, il cyberbullismo è no stop, perché può durare 24h su 24 e 7 giorni su 7 e gli aggressori nascondendosi spesso dietro l’anonimato si sentono più protetti e forti. A causa delle logiche algoritmiche online e del vasto numero di utenti, i post di cyberbulli possono facilmente diventare virali e raggiungendo migliaia di persone in pochi secondi, rendendo l’esito imprevedibile e la sofferenza della vittima continua.
utilizzo di internet e dispositivi tecnologici per compiere azioni aggressive e moleste nei confronti di altri soggetti. Come per altri reati del mondo online, i diversi paesi predispongono leggi non uniformi e non sempre al passo con l’evoluzione tecnologica mantenendo sempre difficile rintracciare e bloccare i cyberstalker. Comportamenti di un cyberstalker possono essere: invio di messaggi o fotografie moleste o non richieste, chiamate indesiderate nei confronti della vittima, creazione di account falsi per controllare spostamenti o impersonare la vittima stessa.
sezione di internet composta da siti non indicizzati dai motori di ricerca. Questa rete contiene siti sui quali è possibile condurre attività illegali di qualsiasi tipo protette da garanzia di anonimato per frequentatori. Il dark web è raggiungibile solo grazie a competenze tecniche avanzate e attraverso programmi specifici.
traducibile in italiano con “violazione dei dati”. Indica un evento che comporta la distruzione, la modifica, la divulgazione e il furto di dati sensibili non autorizzata. Può essere accidentale o intenzionale.
in italiano “essere guidati dai dati”. Prendere decisioni e compiere scelte basandosi sulla maggior quantità possibile di informazioni disponibili non abbandonarsi alle dinamiche soggettive e alle sensazioni personali.
con questo temine coniato nel 2017 si fa riferimento ad artefatti digitali come foto, video e audio creati con l’aiuto di programmi di ritocco (come Photoshop) o grazie all’aiuto dell’intelligenza artificiale (AI). Quest’ultima, grazie a tecniche sempre in evoluzione, è in grado di modificare, sovrapporre e combinare file esistenti e crearne di nuovi e originali. Con il continuo perfezionamento di tali tecniche e software, l’intelligenza artificiale ha rivoluzionato la realtà degli artefatti digitali proprio perché riesce a produrre materiale molto realistico rendendo sempre più difficile distinguere artefatti originali da quelli prodotti con il suo aiuto.
traccia di dati digitali lasciata, in modo consapevole o meno, da ogni singolo utente durante la navigazione in Internet o l’utilizzo di applicazioni. Queste tracce sono composte da azioni come click, transazioni, foto, commenti, post e altro. Possono essere raccolte e utilizzate da terze parti per ricostruire il profilo dell’utente online raggruppando tutti i dati.
fenomeno causato dalla volontaria creazione e condivisione di informazioni false online. Le fake news, tipicamente, vengono scritte mescolando parti informazioni vere con parti di informazioni false. Questo può causare confusione generale e influenzare le opinioni e le scelte delle persone.
condizione caratterizzata da un uso eccessivo di internet. Anche conosciuta come “uso patologico di internet” o “uso compulsivo di internet”, è spesso accompagnata da disturbi correlati come dipendenza dal gioco online, dipendenza dalla pornografia, dipendenza dalla realtà virtuale o dipendenza da streaming video. Può essere considerato un disturbo quando tale condizione genera comportamenti che compromettono la quotidianità della persona per un lungo periodo di tempo causando problemi e disagi.
modalità di comunicazione online tra utenti di uno stesso social media. Nonostante sia uno spazio online, la chat dei messaggi diretti è privata. Solo il mittente e il destinatario possono leggere il contenuto dei messaggi condivisi. Esempi di social media che permettono di inviare DM sono Instagram, Facebook, Snapchat, TikTok.
trasmissione in tempo reale di un contenuto video su piattaforme social o siti web. Da non confondere con le piattaforme streaming, le dirette streaming, sono caratterizzate da immediatezza e da presenza di funzionalità interattive per permettere agli spettatori di interagire con chi attiva la diretta. Qualsiasi utente con un account su una piattaforma che dispone dell’opzione live può aprire una sessione.
acronimo di downloadable Content, in italiano contenuti scaricabili. Si tratta di contenuti come nuove mappe, nuove armi, nuovi personaggi, livelli aggiuntivi che possono essere acquistati e installati in un videogioco già in possesso. Permettono di arricchire l’esperienza del videogiocatore. Possono essere a pagamento o gratuiti.
abitudine di cercare e soffermarsi su articoli, post o video negativi sui social media tipicamente senza rendersene conto. Sintomi di doomscrolling possono essere: pressone sociale, sintomi depressivi e solitudine. Il neologismo si è diffuso particolarmente nel 2020 in concomitanza con la pandemia da COVID-19.
metafora che descrive la situazione in cui le informazioni, interessi o credenze vengono amplificate, come l’eco. Nel mondo digitale con echo chamber si fa riferimento alla esposizione e alla condivisione da parte degli utenti di informazioni e punti di vista che confermino solo le proprie credenze e conoscenze, creando una distorsione della realtà e bolle di consenso escludendo una lettura critica delle informazioni.
set di caratteri disponibili sulle tastiere dei dispositivi tecnologici recenti oppure nelle chat provate dei social media. Permettono di esprimere emozioni attraverso un’immagine inserita in un messaggio scritto. Sono in grado di influenzare il tone of voice del testo e di suggerire un’interpretazione al destinatario del messaggio. L’utilizzo e il significato delle emoji cambiano di generazione in generazione. Ad esempio, oggi la faccina 😭 o la faccina 💀 vengono utilizzate per qualcosa che fa ridere, come anche ⚰️ che solitamente accompagna l’espressione “morta” o “morto” come reazione a qualcosa che stupisce o fa molto ridere.
letteralmente un “fallimento epico”. Il termine è entrato nell’uso corrente della lingua italiana per enfatizzare la gravità o la grandezza di un errore o del mancato raggiungimento di un obiettivo da parte di una persona.
processo che permette di verificare le fonti e la veridicità dei fatti. Pratica sempre più necessaria a causa della enorme quantità di informazioni disponibili online e la non così chiara ed evidente attendibilità delle fonti.
dall’inglese “falso”. Indica tutto ciò che non è vero. Fake può riferirsi a un oggetto contraffatto, una persona che si finge qualcun altro, ma anche informazioni e notizie (fake news).
notizie false chiamate “bufale” nel gergo comune. Sono informazioni totalmente o parzialmente false o ingannevoli che vengono diffuse da utenti a vario titolo con l’obiettivo di produrre disinformazione o il rischio di creare misinformazione. Alcune fake news sono facilmente riconoscibili, altre hanno caratteristiche più insidiose ed è facile cadere nella trappola.
parola composta da fan e suffisso -dom che indica il territorio o il dominio (i.e. Kingdom regno del re). Indica una comunità di persone unite da intessi comuni come hobby, artisti di vario genere (cantanti, autori, pittori, attori …) ma anche generi cinematografici o musicali.
un racconto, una storia o un romanzo di finzione prodotto dai fan mescolando elementi di fantasia, creatività e spunti tratti da opere già esistenti. Tali fonti di ispirazione possono essere: romanzi, film, serie TV, videogiochi, fumetti ma anche personaggi o figure pubbliche come cantanti, attori e celebrità in generale. L'uso di questo termine risale a fine XIX secolo e ai primi anni del XX, ma la sua diffusione massiva è avvenuta dopo l'arrivo di internet quando sempre più fan hanno iniziato a reinterpretare e ampliare storie originali e condividerle con il resto del fandom.
con il termine si fa riferimento all’elenco di post tipicamente presenti sulla pagina home di un social media. Questi vengono costantemente aggiornati proponendo sempre nuovi e diversi contenuti all’utente collegato. Inizialmente il feed aveva una distribuzione in ordine cronologico, oggi, tutte le piattaforme, seguono sempre più le logiche algoritmiche proprie del social media e delle digital footprint.
effetto causato dalla sempre più intensiva personalizzazione delle ricerche e delle esperienze sul web e sui social media. Le logiche algoritmiche che governano la personalizzazione tendono a isolare l'utente da informazioni in contrasto con il suo punto di vista. In questo modo si genera una vera e propria “bolla” all’interno della quale l’utente si ritrova circondato da altri utenti che sostengono gli stessi principi, creando la convinzione che la maggior parte delle persone la pensino come lui/lei. La filter bubble e l’echo chamber, insieme, creano un circolo vizioso di misinformazione.
termine che sta a indicare un secondo account di Instagram (anche chiamato account spam), in quasi la totalità dei casi privato, creato dagli utenti per poter interagire con un gruppo ristretto di amici attraverso contenuti più autentici, maggior libertà di espressione e senza le pressioni sociali dei follower del profilo principale.
messaggio offensivo e/o provocatorio caratterizzato da insulti e linguaggio volgare inviato da un utente nei confronti di una persona o un’intera comunità. Tipicamente causati da rabbia e frustrazione o per semplice diletto o con l’obiettivo di innescare una vera e propria lite con gli utenti.
utente che decide di seguire un altro utente o una pagina sui social media. Generalmente una persona sceglie di diventare follower per interesse verso i contenuti pubblicati oppure perché fan della celebrità o di un brand.
ansia di perdere aggiornamenti importanti che si prova se non si è costantemente collegati a Internet.
indica la paura di sentirsi esclusi da eventi ed esperienze positive o interessanti che si pensa stiano vivendo gli altri. La percezione di essere esclusi o di perdere occasioni irripetibili. Vedere utenti divertirsi, andare in vacanza in luoghi straordinari può suscitare la sensazione di essere tagliati fuori ed emozioni come invidia e inadeguatezza.
azione di controllo di informazioni, consigli, dati e dell’eventuale accesso da parte di persone a tali risorse. Gesto discriminatorio ed elitario.
interrompere una qualsiasi tipologia di rapporto, compreso ogni tipo di comunicazione sparendo come un fantasma.
ricade nella categoria dei social media insieme a supplied by e invited by. Sono espressioni che vengono utilizzate dai content creator con hashtag come #suppliedby #giftedby #invitedby #adv per indicare, in questo caso, di aver ottenuto in omaggio il prodotto che stanno mostrando nei loro video o nelle loro foto.
adescamento online di minori per scopi sessuali. Questo può accadere sui social oppure nelle chat room dei videogiochi.
funzione di aggregazione tematica di contenuti. Attraverso l’inserimento di una frase o parola chiave preceduta dal simbolo cancelletto (#) permette di “taggare” e “raggruppare” diversi post da parte di diversi utenti su argomento comune.
discorso d’odio nei confronti di gruppi o categorie di persone. Il discorso d'odio generalmente ha come bersaglio un gruppo o categorie specifiche di persone. Non esiste oggi una definizione universalmente riconosciuta; tuttavia, Cambridge Dictionary lo definisce come un “discorso pubblico che esprime odio incoraggia la violenza nei confronti di una persona o un gruppo in base alla sua razza, religione, sesso o orientamento sessuale”.
titolo che viene dato alle persone che, online, scrivono e pubblicano commenti spiacevoli, denigratori, violenti spesso fini a loro stessi nei confronti di altri utenti, gruppi di utenti o intere comunità con intento offensivo e discriminatorio.
termine inglese che letteralmente si traduce con evidenziare o sottolineare. Nel mondo dei social media indica l’opzione di poter mettere storie o post in evidenza nella propria pagina del profilo. Ad esempio, su Instagram c’è la possibilità di creare delle raccolte di highlights in modo da renderle più visibili e in primo piano per tutti.
insieme di dati di una persona presenti online che lo identificano come un individuo. DI questi dati fanno parte informazioni come nome, cognome, data di nascita, nickname, connotati fisici o di avatar utilizzati, dati di navigazione e di interazione con altri utenti o siti web, oltre a tutti gli altri dati che l’utente ha deciso di condividere. L’identità digitale può essere a rischio se non viene protetta. Malintenzionati potrebbero rubare tali dati e utilizzarli per camuffarsi e compiere anche illeciti.
si riferisce agli acquisti effettuati all’interno delle applicazioni. Ad esempio, nei videogiochi, si possono acquistare (con denaro) nuove skins, attrezzature, accessori e upgrade che permettono di avere vantaggi nel gioco o miglioramenti estetici.
Incel
persona che, grazie ai contenuti pubblicati sui social, ha ottenuto popolarità, credibilità e soprattutto fiducia da parte di altri utenti. Per questo motivo riesce a influenzare opinioni, comportamenti e acquisti della sua community. Infatti, le aziende sono ora molto interessate agli influencer in ottica di marketing e sponsorizzazione di prodotti e servizi.
in italiano, disordine informativo, descrive la situazione attuale di sovraccarico informativo. A causa dell’attuale situazione di sovraccarico informativo è sempre più difficile orientarsi nel mare di informazioni che quotidianamente vengono proposte agli utenti. Per questo motivo è sempre più difficile valutare la qualità dell’informazione con la conseguenza che vengono meno la veridicità e la credibilità delle fonti.
incapacità di ottenere un risultato soddisfacente nella ricerca delle informazioni, dovuta all’abbondanza di informazioni disponibili per il pubblico. Al posto di essere risorsa utile e importante, la quantità si trasforma in difficoltà e impedimento di fronte alla quale l’uomo fatica a fare sintesi.
strumento riservato a profili aziendali o influencer/content creator della piattaforma di Instagram. Permette di monitorare le statistiche di “mi pace”, followers, visualizzazioni alle storie e al profilo.
forma di dipendenza legata all’utilizzo ossessivo di internet in tutte le sue forme: navigazione di siti web, navigazione sui social network, giochi online.
ricade nella categoria dei social media insieme a gifted by supplied by. Sono espressioni che vengono utilizzate dai content creator con hashtag come #suppliedby #giftedby #invitedby #adv per indicare, in questo caso, di essere stati invitati presso un luogo o un evento come la premiere di un film o a soggiornare presso un hotel in cambio di video e contenuti che il content creator deve postare sul suo profilo.
termine inglese associato all’atto di condivisione di materiale (generalmente foto, video o brani musicali) prima della effettiva data di pubblicazione o coperti da segreto.
azione base della comunicazione nella maggior parte delle piattaforme social. Permette agli utenti di esprimere apprezzamento e negli aggiornamenti più recenti anche altre reazioni (ma solo per alcuni social media). Viene utilizzato tipicamente per fornire feedback agli utenti creatori dei post e come metro di popolarità e credibilità di personaggi e/o informazioni da loro condivise.
trasmissione in tempo reale. Diverse piattaforme social permettono questa possibilità. Permette di interagire direttamente con gli spettatori e, in alcuni casi, permette loro di essere invitati a “entrare” con voce e video nella live come dei veri e propri invitati a un programma televisivo.
significa accedere a un servizio online oppure autenticarsi su un computer per poter accedere al desktop e a tutti i documenti in esso salvati. Permette agli utenti di entrare in un’area riservata e non accessibile senza la chiave di sicurezza. Solitamente per poter fare il log in è necessario un username o e-mail e una password a esso associata.
processo inverso di Log in. Significa disconnettersi da un computer, rete o servizio online.
pezzo di informazione solitamente immagine o video che tende a diffondersi rapidamente da un utente all'altro grazie alla loro comunicazione rapida, la loro comicità e la sensazione di appartenenza che la condivisione suscita all’interno di gruppi e comunità.
azione di citazione esplicitamente una persona all’interno di un post o una foto. Sui social media si utilizza la chiocciola (@) seguita dal nome utente del profilo da menzionare.
termine che compare per la prima volta in “Snow Crash” libro di fantascienza pubblicato da Neal Stephenson nel 1992. Egli descriveva il metaverso come una realtà virtuale condivisa grazie a fibre ottiche dove gli utenti vengono rappresentati attraverso un avatar tridimensionale. Il metaverso è una realtà già esistente e che sta attirando sempre più attenzione. Diverse aziende stanno da tempo lavorando per poter utilizzare il metaverso come spazio di simulazione sia professionale che educativo.
traducibile come “vagabondaggio mentale” definisce un fenomeno tipico della mente umana che, al posto di concentrarsi su una singola attività, vaga liberamente tra pensieri, ricordi, preoccupazioni, desideri e sogni. Nel mondo online questo si potrebbe tradurre in un salto da una finestra all’altra del motore di ricerca vagabondando nel mare di informazioni e risposte che Internet ha per ogni nostro input.
diffusione di informazioni false, fuorvianti o inaccurate online. Diversamente dalla disinformazione, la misinformazione è una condivisine involontaria di tali dati a causata da comprensione errata, malposta fiducia, non accurata valutazione delle fonti e simili. Nonostante sia involontaria ha comunque i risvolti negativi tipici della diffusione di informazioni false.
modalità presente nella maggior parte dei motori di ricerca. Permette di navigare il web senza salvare la cronologia e/o i cookies. Nonostante questo, la navigazione in incognito non permette di nascondere l’indirizzo IP (come invece accade con le VPN) e i siti web possono comunque raccogliere dati che l’utente fornisce durante la sua navigazione.
insieme di regole e comportamenti accettati che organizzano e normano la comunicazione e il comportamento tra i diversi partecipanti all’interno di uno spazio condiviso online. Molte piattaforme social possiedono delle linee giuda che salvaguardano la privacy e la sicurezza degli utenti; la netiquette può anche essere un insieme di regole prestabilite da un gruppo online o da una community di diverse dimensioni che utilizza uno strumento di comunicazione.
Non-Fungible Tokens, traducibile in italiano in “gettoni non fungibili” o “gettoni non riproducibili”, cioè non intercambiabili fra loro. Si tratta di token che rappresentano la proprietà, nonché il certificato di autenticità di un bene univoco sia digitale che fisico, ad esempio un’opera d’arte, una traccia audio e oggetti virtuali di un videogioco.
termine inglese utilizzato nel contesto comunicativo online quando un messaggio o un post risultano non essere pertinenti all’argomento principale della conversazione.
termine che indica il complesso di eventi che accadono al difuori del mondo digitale, cioè, nel mondo fisico.
termine opposto a offline. Indica la presenza su internet. Questo significa che una volta connessi risulta lo stato attivo o disponibile su una piattaforma social e nei videogiochi.
parafrasando la definizione di Portamann et al. del 2015, la reputazione online riguarda il giudizio che può scaturire dall’immagine di una persona o di una azienda costruita grazie alle azioni compiute online e le informazioni presenti in rete ad essa relative. Queste possono essere contenuti pubblicati, amicizie, likes, commenti e anche opinioni di terzi.
neologismo di Luciano Floridi che descrive la realtà contemporanea caratterizzata da una sempre più forte unione tra mondo fisico (offline) e mondo digitale (online). Questi due mondi, precedentemente visti e considerati come distinti, stanno via via creando una nuova condizione umana di realtà interconnessa sancendo cambiamenti sociali, creando sfide e opportunità.
termine che si riferisce al codice di alcuni software che viene reso disponibile e accessibile a chi vuole. Chiunque può vederlo, modificarlo e utilizzarlo a suo piacimento. Linux, ad esempio, è un software open source.
sistema di controllo che viene utilizzato dai genitori o da chi esercita la responsabilità genitoriale di un minore per monitorare l’uso dei dispositivi digitali; permette di limitare o impedire l'accesso a specifici contenuti o informazioni online in ottica di prevenzione dell’esposizione del minore a contenuti inappropriati alla sua età.
termine inglese traducibile in “pari a pari”. Termine polisemantico, in ambito didattico-educativo fa riferimento alla capacità dei bambini e ragazzi di influenzarsi reciprocamente e la capacità di apprendere l’un l’altro collaborando e costruendo conoscenza in e di gruppo. Al di fuori dell’ambiente scolastico, il peer-to-peer è riscontrabile all’interno di gruppi di amici che costruiscono competenze e conoscenze co-sviluppate (ad esempio per quanto riguarda abilità tecnologiche o nei videogiochi).
tipologia di truffa online finalizzata a raccogliere informazioni personali e dati sensibili. I malintenzionati cercano di ingannare gli utenti convincendoli a fornire informazioni quali ad esempio credenziali di accesso, numeri di conto corrente o della carta di credito e simili. Questo può avvenire attraverso un sito web apparentemente ufficiale, attraverso una telefonata, un messaggio o via e-mail. Nessuno può considerarsi immune a questa tipologia di truffa, è necessario porre particolare attenzione ai siti visitati, alle mail (in particolare i link in esse contenuti), ai messaggi e alle telefonate ricevute evitando di fornire informazioni sensibili.
messaggio o contenuto pubblicato (per l'appunto “postato”) su un social media, un sito web ma anche blog o un forum. Può essere di diverse forme come testuale, immagine o video.
descrive una situazione in cui le narrazioni emotive e le affermazioni che si allineano e riflettono il pensiero e le credenze popolari vengono preferite alla verità dei fatti supportati da prove concrete e fonti affidabili. Da non confondersi con la traduzione letterale di “momento successivo alla verità”.
atto di estraniarsi dalla realtà e ignorando le persone con le quali si sta trascorrendo del tempo per dedicarsi alla consultazione del proprio smartphone. È un fenomeno recente e tipico dei nostri giorni.
servizi che permettono agli utenti iscritti di guardare serie TV, film, documentari e altri prodotti cinematografici o musicali in qualsiasi momento e su qualsiasi dispositivo. In alcuni casi è inoltre possibile guardare questi prodotti offline previo download del materiale. Esempi delle piattaforme più popolari sono Netflix, Disney+, Paramount, Sky Go, Prime video.
analisi di dati personali svolta al fine di creare un profilo il più possibile dettagliato dell’utente. Online i dati possono essere raccolti attraverso cookies, azioni, preferenze e altri dati condivisi in maniera consapevole o meno dall’utente. Questa tipologia di analisi viene svolta per ogni utente online, nessuno escluso.
neologismo creato dall’unione di due termini: produttore e consumatore. Prosumer definisce qualsiasi utente online che non si limita a usufruire di servizi e contenuti ma contribuisce a sua volta alla produzione di altri contenuti e/o servizi.
Quick Response Code è a tutti gli effetti un codice a barre simile a quello presente su diversi prodotti acquistabili. È caratterizzato da una forma tipicamente quadrata e lo si può incontrare in diversi luoghi (ad esempio ristoranti e bar, negozi, cartellonistica pubblicitaria). Ha l’obiettivo di reindirizzare a un sito web o a un profilo social per diversi motivi quali ad esempio scaricare il menù, prendere visione di un profilo social o ascoltare una determinata traccia audio. Per utilizzarlo è necessario scannerizzarlo con la fotocamera del proprio dispositivo.
termine inglese molto utilizzato all’interno dei videogiochi. Traducibile con “missione” o “obiettivo” che è necessario portare a termine per completare il livello o il gioco stesso. Termine utilizzabile anche per giochi offline come giochi di ruolo.
termine inglese che indica l’azione di citare qualcuno all’interno di un post o di una conversazione. Simile al taggare.
funzionalità di Instagram introdotta nel 2020. Brevi video di massimo un minuto e mezzo di durata. Possono essere prodotti da tutti gli utenti di Instagram; principalmente vengono utilizzati da influencer, content creator, aziende e professionisti. Una caratteristica che distingue queste tipologie di video rispetto a quelli prodotti con la fotocamera dello smartphone è sicuramente il lavoro di montaggio che viene svolto prima di pubblicarli. Vengono aggiunte musica e testo e il video viene tagliato, modificato e migliorato. Si può dire che i reel di Instagram e i Tiktok dell’omonima app siano molto simili, spesso gli utenti pubblicano i video su entrambe le piattaforme.
nel lessico dei social media fa riferimento a uno o più segnali che dovrebbero suscitare dubbi e richiedere attenzione all’interno di una relazione interpersonale o di sé stessi. Esistono anche la green flag (opposto della red flag) e la beige flag. Questi termini sono diventati virali su alcune piattaforme social e vanno a definire comportamenti e azioni social accettabili o meno.
si tratta della diffusione online di materiale pornografico e intimo relativo a un ex partner con ottica di vendetta. Recentemente sono aumentati i casi di revenge porn e canali Telegram che raccolgono e scambiano questo e altri tipi simili di materiale.
termine che si riferisce al tempo impegnato nell’utilizzo di dispositivi dotati di schermi digitali.
autoscatti prodotti utilizzando la fotocamera interna di uno smartphone con l’obiettivo di ritrarre sé stessi da soli o insieme a un gruppo di amici. I selfie sono diventati estremamente popolari nei primi anni 2000 grazie all’introduzione della fotocamera interna sui dispositivi. Spesso i selfie vengono postati online.
invio di messaggi di testo o di video sessualmente espliciti da parte di ragazzi e adulti ai loro partner. Azione che potrebbe portare a conseguenze anche gravi come il revenge porn e il cyberbullismo.
neologismo che si riferisce alla pratica condivisione eccessiva su piattaforme social di contenuti che immortalano figli, nipoti e figli di amici da parte di genitori, parenti e in generale adulti. Questa estrema condivisione (oversharenting) minaccia la sicurezza e la privacy, impatta sull’identità e la reputazione dei minori, aumenta il rischio di abusi e odio online.
situazione che accade in diverse piattaforme social. Azione di censura dei contenuti postati senza che ciò sia comunicato o ne venga spiegato il motivo. Termine che ha acquistato popolarità recentemente quando diversi utenti nella rete si sono accorti di esserne vittima.
parola dell’anno 2017 secondo l’American Dialect Society. Consiste nel postare online contenuti di bassa qualità, trolling, insulti o contenutiti senza alcun apparente significato o senso. Questi post concorrono all’aumento delle informazioni disponibili online creando ulteriore rumore di sottofondo e rischiano, tra le altre cose, di aumentar e la diffusione delle fake news.
reazione di un gruppo di utenti nei confronti di un altro utente (persona o azienda) con insulti, minacce e calunnie a seguito di scelte compiute o opinioni espresse. Il termine composto da due parole inglesi si può tradurre in italiano come “tempesta di merda”
strategia opposta a una lettura di profondità. Consiste in una lettura rapida di una pagina web o di un contenuto online caratterizzata dalla superficialità e all’assenza di ricerca e attenzione ai dettagli. Consente di muoversi rapidamente nella rete trovando solo le informazioni ritenute necessarie e rilevanti.
nel linguaggio dei social media consiste nella restrizione limitata nei confronti di un utente o dei contenuti dallo stesso postati, ad esempio: limita la possibilità ricevere contenuti o storie di tale utente nella propria time line e limitata possibilità di interazione. Questa azione può essere scelta dei singoli utenti che vanno a “mutare” (mettere in muto/silenziare) altri utenti senza che loro ne vengano a conoscenza.
consiste nell’invio massivo e non richiesto di messaggi tipicamente e principalmente con fini pubblicitari o di marketing, a un vasto bacino di utenti attraverso la casella di posta elettronica. Per questo motivo, le diverse piattaforme che ospitano gli account e-mail, hanno provveduto a creare degli algoritmi appositi per riconoscere messaggi di spam e spostarli in cartelle dedicate.
termine preso in prestito dalla lingua inglese ma utilizzato con significato diverso. Il verbo to spoil si traduce in italiano con “rovinare”. Si utilizza “Spoiler” o “spoilerare” per indicare informazioni relative a film, serie tv, romanzi e altro che potrebbero svelare punti salienti o elementi importanti della trama. Il collegamento con il significato vero e proprio della parola inglese è il fatto che prendere il contenuto “spoilerato” potrebbe rovinare l’effetto sorpresa che il film, la serie TV o il libro dovrebbero suscitare.
in ambito di social media riguarda un accordo commerciale tra un’azienda e un content creator o un influencer. In questo accordo l’azienda si impegna a fornire un prodotto o un servizio al content creator con quale ha stipulato il contratto. In cambio, quest’ultimo dovrà produrre contenuti per permettere all’azienda di ottenere visibilità in ritorno aumentando il bacino di clienti, fiducia, fedeltà e interesse dal pubblico.
termine che si riferisce all’azione di notare la presenza e/o il comportamento di una persona e segnalarla (in modo anonimo o no) su una pagina web come un blog oppure, più recentemente, su pagine social create appositamente per informare gli altri o esprimere pubblicamente attrazione per la persona spottata.
ricade nella categoria dei social media insieme a gifted by e invited by. Sono espressioni che vengono utilizzate dai content creator o influencers con hashtag come #suppliedby #giftedby #invitedby #adv per indicare, in questo caso, di aver ricevuto materiale o un servizio da una certa azienda. In italiano si traduce con “fornito da”.
verbo inglese adattato alla lingua italiana. Viene utilizzato per etichettare in un post, in una foto o in un commento il riferimento (etichetta) dell’account di un altro utente. Il tag può essere utilizzato semplicemente anche per richiamare l’attenzione dell’utente “taggato”.
termine inglese, traducibile in italiano con filo, che nel linguaggio dei social media indica una conversazione sviluppata tra uno o più utenti. Nello specifico dell’applicazione X (Twitter) indica un “filo” di post prodotti da uno o più utenti tutti legati a un post principale. Recentemente Meta ha sviluppato una applicazione diretta rivale di X chiamata appunto Threads.
azione di monitoraggio di ogni movimento, fisico e/o online, di persone con l’uso di dispositivi digitali. Può essere considerato tracciamento il controllo di un figlio da parte dei genitori oppure il controllo effettuato da enti terzi delle attività online compiute dagli utenti (percorso, scelte, click) ad esempio, attraverso la raccolta di cookies.
indica un argomento di tendenza fulcro di discussioni sia sui social che sui siti di notizie online. Un argomento piò diventare un trending topic per svariati motivi, inclusi un forte interesse collettivo o grazie al successo delle campagne di marketing. Generalmente è possibile identificare il trending topic osservando gli hashtag associati o, per alcuni social, è possibile consultare una lista di trending topic del momento.
gruppo specifico di persone verso il quale indirizzare progetti e/o azioni. Anche chiamati “destinatari”, questi soggetti, vengono identificati e selezionati attraverso una profilazione e misurazione che permette di procedere con precisione.
in italiano, tono di voce, può avere due significati. In un contesto aziendale si riferisce al modo in cui si comunica con il proprio pubblico inclusi stile di linguaggio, emozioni trasmesse e valori condivisi. Similmente, nel mondo social, con tone of voice si fa riferimento al modo in cui le persone si esprimono nelle comunicazioni via chat. I messaggi scritti sono noti per essere facilmente fraintesi a causa della mancanza di fattori come indizi visivi e uditivi che potrebbero suggerire al destinatario del messaggio l’intento del mittente. È importante che chi comunica via chat sia consapevole di questa situazione e che utilizzi punteggiatura, emoji e stickers per contestualizzare meglio il testo scritto e permettere al destinatario di interpretare in modo più corretto il tono del messaggio.
utenti online il cui intento è disturbare, infastidire, provocare altre persone attraverso discussioni, insulti, commenti aggressivi e provocazioni nella sezione dei commenti sotto ai post. Il trolling, comportamento assunto dai troll, può essere casuale, scherzoso ma anche volontario e con obiettivo di ferire o danneggiare l’altro.
acronimo di Universal Resource Locator. Si tratta di un indirizzo univoco che differenzia le diverse risorse e i contenuti che si possono trovare su Internet. È composto da diverse parti: il protocollo (https://) seguito dal nome del dominio o anche più semplicemente il nome del sito web preceduto da www. (ad esempio www.google) e in fine dall’estensione (.com, .it, .net).
fenomeno che indica l’utilizzo dei dispositivi digitali fino a tarda notte per guardare film, serie tv, social media e giocare a videogiochi. Nel caso in cui questo atteggiamento inficiasse sulla salute e sullo stile di vita della persona coinvolta potrebbe evolversi in una situazione grave tale da richiedere un intervento.
termine polisemantico. In ambito digitale e social media si fa riferimento alla viralità di un contenuto postato sulle piattaforme social in quanto condiviso velocemente e in modo esponenziale. Qualsiasi notizia, fotografia, video, brano musicale può diventare virale. Caratteristiche della viralità sono la velocità di diffusione, l’incontrollabilità della condivisione nonché delle conseguenze che tale viralità potrebbe portare all’utente che ha postato.
acronimo di Virtual Private Network (rete privata virtuale). Si tratta di un servizio gratuito o a pagamento che permette di stabilire una connessione di rete privata e sicura nascondendo tutte le attività online dell’utente stesso. Oltre alla privacy, la connessione attraverso una VPN permette di nascondere il proprio IP (Identity Protocol) facendo figurare di essere in uno stato differente da quello in cui ci si trova è realmente. Ciò, ad esempio, permette agli utenti di alcuni paesi ove vi sono blocchi legati a censure, di poter accedere a contenuti che altrimenti non sarebbero visibili (ad esempio alcuni social media in Cina)
è la rete e tutto ciò che in essa è disponibile e accessibile grazie all’utilizzo dei motori di ricerca. Siti, Social media, forum, blog, cloud online fanno tutte parte del Web.
enciclopedia online collaborativa. Il suo contenuto è stato creato da diversi utenti che hanno prodotto innumerevoli pagine concorrendo così a costruire conoscenza collettiva. Essendo un portale caratterizzato da Crowd Wisdom, nell’utilizzarlo è necessaria la consapevolezza che i contenuti presenti all’interno delle pagine potrebbero essere parzialmente o totalmente incorretti, non neutrali e, di conseguenza non sempre affidabili. È sempre meglio svolgere una seconda ricerca su siti qualitativamente riconosciuti come attendibili per confermare quanto letto su Wikipedia.
acronimo di World Wide Web. Si riferisce a un sistema di documenti ipertestuali presenti sulla rete sviluppato nel 1989 da Tim Berners-Lee. Attraverso l’impiego di motori di ricerca e una connessione Internet è possibile accedere a questi documenti e navigare tra le informazioni online.