Gli Spaventapasseri Sposi

commedia per ragazzi in tredici quadri

di Giuliano Scabia

Può sembrare paradossale che due spaventapasseri, notoriamente muti, si mettano a parlare. Ma non è la prima volta che degli esseri in apparenza morti si sveglino - perlomeno nei miti. Va tenuto presente che ci troviamo su un albero ai margini del bosco e che lassù può succedere tutto, specialmente quando gli uccelli moderni si accorgono che gli esseri spaventosi sono uomini finti. Che accadrà quando le bestie si accorgeranno del teatro umano?” Giuliano Scabia

Giuliano Scabia (Padova, 1935), poeta, narratore e drammaturgo, è stato uno degli artefici del nuovo teatro, protagonista di alcune tra le esperienze teatrali più vive e visionarie degli ultimi anni, uno dei pochi, forse l’unico scrittore mitico in circolazione …

"TEATRO CON BOSCO E ANIMALI", magico libro di Scabia, è composto da nove testi in forma di lettere, racconti, commedie, tra cui “Gli spaventapasseri sposi” e narra di miti in cui spesso le bestie commentano il teatro umano - ci tornano alla memoria “Uccelli” di Aristofane o anche “Uccellacci e uccellini” di Pier Paolo Pasolini. “Gli spaventapasseri sposi” si lega al mito, a figure isolate, in apparenza immobili come totem: una coppia di spaventapasseri che “animati” dal vento vengono sradicati da un luogo e da un ruolo. I due fantocci innamorati cominciano a vivere una nuova dimensione, inseguiti da un piccolo trio di uccelli curiosi e impiccioni.

Questo straordinario avvenimento si trasformerà in un originale viaggio di nozze dei due amanti, che nella luna di miele finale, su un’isola felice e a guardia di un nuovo ciliegio, cercheranno di apparire umani per spaventare gli uccelli, e continuare così il loro inganno, la loro commedia.

Il percorso di avvicinamento alla messinscena dei giovani attori di Teatro dei Dioscuri, alle prese con un testo così particolare e ricco di immagini ed evocatore di emozioni, si è svolto in un ricco ed articolato laboratorio e si è basato sull’uso del corpo (studio degli animali e dei loro atteggiamenti, metamorfosi della natura, studio della maschera, segmentazione corporea, studio del mito), della voce (giochi di ritmo, risuonatori, grammelot), dell’immaginazione, dell’improvvisazione e della “memoria emotiva”.

L’impianto scenico è essenziale e si basa su pochi ma significativi elementi, così come i costumi, ed intende immergere la poesia di Scabia in uno spazio metamorfico, in un allestimento che vuole ricordare il piano sequenza cinematografico.

Le luci e le musiche evocative contribuiscono a creare suggestioni, emozioni ed atmosfere di luoghi morali più che fisici.

Durata 1h – Cast 8 persone (5 attori, 3 tecnici)

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