Buccino

anno 2005

METAMORFOSI

Foglio di sala e note sullo spettacolo

Metamorfosi è il passaggio di stato, dalla terra all’acqua, dall’acqua all’aria, dall’aria al fuoco, dal fuoco di nuovo alla terra, con un crescendo di energia verso l’alto, fino all’esaurimento della stessa, col conseguente ritorno alla terra per riacquistare l’energia necessaria per riprendere la metamorfosi.

Metamorfosi è il percorso di Dedalo e Icaro. Dedalo, grande architetto greco, costruttore per incarico del crudele re Minosse, del Labirinto, che doveva ospitare e nascondere il mostruoso Minotauro, Dedalo passa egli stesso, insieme allo sfortunato figlio Icaro, attraverso i quattro elementi primordiali: dalla terra, l’isola di Creta, che lo tiene prigioniero, al volo nell’aria, sospeso a metà tra il pericolo del sole che può sciogliere la cera delle sue ali, e il pericolo del mare, che può inumidirle e appesantirle. Suo figlio Icaro, giovane, curioso oltre misura, sale verso il sole, ma crolla sulla terra.

Metamorfosi è quella del gabbiano Jonathan, dell’uomo cioè che va oltre i suoi limiti, che crolla come Ulisse, Prometeo, Icaro stesso, ma che incita i suoi simili a continuare la ricerca, ad andare e guardare oltre, a non fermarsi al quotidiano.

Metamorfosi è l’essere umano che, da quando è stato modellato, come ci racconta Ovidio, unico essere in grado di guardare le stelle, ha costruito, insieme ai suoi simili, la civiltà, con sogni, voli, cadute, nuove speranze.

Metamorfosi vuol rendere giustizia a tutti coloro che, con grande coraggio, sono caduti, costruendo un mondo migliore.

Alle parole di dolore di Dedalo: “Ma tu stai morendo”, Icaro spirando sussurra: “Ma io ho volato!”.

Metamorfosi vuol ridarci il fascino del volo.

anno 2006

UOMO

Tra l’umore della terra e l’ebbrezza dell’aria

Foglio di sala e note sullo spettacolo

Un tuffo nella Storia: anno 1378, l’elezione del papa Urbano VI viene contestata e porta al Grande Scisma d’Occidente: l’impensabile presenza contemporanea di due papi diventa realtà.

Il viaggio nella Storia durerà un intero anno, dall’aprile del 1378 (domenica delle Palme), al febbraio del 1379 (periodo del Carnevale) e dalle nostre terre, custodi anch’esse di importanti eventi, il popolo seguirà le vicende…che a volte intersecheranno anche la vita della gente comune.

Può non esserci nulla di più profano e materiale dell’uomo, e quindi della Storia che egli stesso disegna, ma una tensione che nasce dalle viscere della terra, gli fa percepire la necessità di elevarsi e conoscere quel Sacro che egli non vede, ma sente.

Un Rito, ad esempio, che sia religioso o meno (come vedrete..), può concedere questo stato mistico..

Ma non meno può fare un sentimento, come l’amore, che anima qualche personaggio.

Non certo la voglia di potere, e gli errori e gli orrori che da essa derivano, concederanno all’uomo la libertà della sua essenza, che sia l’uomo finanche un papa.

D’altronde anche il male proviene dalle viscere della terra, ed il ciclo sarà infinito… come la Storia degli uomini.

Necessari uno per l’esistenza dell’altro, Sacro e Profano saranno addirittura mischiati ed irriconoscibili, sotto le vesti dell’Arte, che più di tutto ci eleva.

anno 2007

LA TEMPESTA

Foglio di sala e note sullo spettacolo

Prospero, Duca di Milano, esiliato dal fratello Antonio con la complicità di Alonso, Re di Napoli, approda su un’isola semideserta con la piccola figlia Miranda. Qui, grazie alle sue arti magiche, sottomette Ariele, spirito dell’aria, e il mostro Calibano, figlio della strega Sicorace. Una tempesta, provocata da Prospero stesso, con l’assistenza di Ariele, farà naufragare la nave su cui viaggiano proprio Antonio ed Alonso. Così si arriverà alla resa dei conti.

Da due avvenimenti, uno di cronaca dell’epoca, il temuto naufragio di un veliero inglese, ed uno storico, le lotte per il potere in Italia, Shakespeare ha tratto un’opera di grande respiro, sospesa tra realtà e fantasia, veglia e sonno (sogno).

Il percorso del Laboratorio teatrale presso il Liceo “Assteas” quest’anno si è soffermato sull’adattamento del testo e sulla messinscena nello spazio.

Il primo aspetto è stato curato da un gruppo di studenti che ha letto, elaborato, ridotto ed integrato tre versioni: quella originaria, in inglese, la traduzione in italiano, quella in napoletano curata da Eduardo. I personaggi, a seconda della provenienza e della condizione, parlano questa o quella lingua.

Il secondo aspetto ha visto come luogo privilegiato della messinscena il Complesso Rupestre di via Egito, con la sua suggestiva articolazione spaziale, le scale, le grotte, i vari livelli. Lo spazio, rivissuto dai corpi degli attori, arricchito di luci, costumi, musiche, elementi scenografici surreali, diventa non solo cornice, ma presenza significativa all’interno della messinscena.