L’Arte non è verità. L’Arte è una menzogna che ci fa raggiungere la verità, perlomeno la verità che ci è dato di comprendere.
Pablo Picasso
L'ufficiale nazista osservando Guernica mi chiese: "Avete fatto voi questo orrore, maestro?". "No" risposi. "E' opera vostra".
Pablo Picasso
Testo
Pablo Ruiz Picasso nasce a Malaga il 25 ottobre 1881. Il padre, pittore, insegna alla Scuola delle Arti e dei Mestieri. Fin da piccolo manifesta uno straordinario talento per il disegno. Segue un percorso di studi artistici tra La Coruna, Barcellona e Madrid. All'inizio del Novecento si sposta a Parigi, sua città di elezione. Qui vive una vita frenetica ed intensa. Negli anni successivi tornerà spesso in Spagna.
Il suo stile pittorico evolve con rapidità e si rigenera ciclicamente. Picasso attraversa il tenebroso periodo blu e il malinconico periodo rosa prima di incrociare il suo cammino con quello di Braque (1907). Insieme elaborano il cubismo, un linguaggio rivoluzionario. Nel 1917 un viaggio in Italia risveglia l'interesse per la classicità rielaborata nei suoi dipinti attraverso equilibrate volumetrie monumentali. Alla fine degli anni Venti vira verso il surrealismo.
Durante la guerra civile spagnola si schiera con i repubblicani e il suo impegno politico si concretizza nella sua opera più conosciuta, Guernica (1937). Nel secondo dopoguerra si dedica molto alla scultura e realizza numerosi d’après. Muore l'8 aprile 1973, a 91 anni.
nota: Il sito contiene una ampia documentazione sulla vita di Picasso e sulle sue opere.
Nei primi anni del secolo Picasso soffre di una crescente depressione, acuita dal suicidio dell'amico Casagemas. La sua tristezza e la sua malinconia si proiettano nelle sue opere.
I soggetti sono emarginati: carcerati, anziani, ciechi, mendicanti, famiglie che vivono in stato di povertà.
Lo stile è allineato con le tematiche trattate: i dipinti sono dei freddi e cupi monocromi nei quali domina il blu con accenni di verde, una scelta cromatica evidentemente espressiva e psicologica.
Trai tanti dipinti di questo periodo spicca il suo Autoritratto [↑] . Qui non è presente alcuna aggettivazione spaziale, ma solo un fondale compatto. La figura è avvolta da un pesante cappotto privo di dettagli. Il volto è emaciato e sofferente, e restituisce l'immagine di un uomo più avanti negli anni e non di un ventenne.
Il dipinto ritrae una famiglia indigente (padre, madre e figlio) in riva al mare.
La composizione è orchestrata sulla contrapposizione tra la tripartizione orizzontale dello sfondo, nel quale appaiono i tre elementi (cielo, acqua, terra) e la verticalità dei corpi [1].
L'uso prevalente del blu e gli atteggiamenti della donna e dell'uomo con il capo chino determinano un clima di grande mestizia. Solo il bambino compie un gesto affettuoso allungando la mano verso il padre.
La madre ha una solidità monumentale grazie alla resa plastico-lineare della volumetria che ricorda quella delle figure giottesche [2]. Un riferimento ancor più interessante è alla scultura arcaica greca. Ad esempio l'Hera di Samo, una statua acefala del VI sec a.C. configurata quasi come una colonna ionica [3], mostra notevoli analogie con la figura picassiana che sembra indossare lo stesso mantello e lo stesso chitone ionico[4] che lascia visibili solo i piedi [5].
Il periodo rosa corrisponde ad una condizione psicologica dell'autore più serena anche se permane un sottofondo di malinconia.
Gli emarginati del periodo blu sono sostituiti dai circensi: acrobati, arlecchini ed equilibristi. Cromaticamente prevalgono i toni caldi del rosa. Riappare il paesaggio in forma estremamente sintetica.
Si avvale spesso di tecniche differenti dai colori a olio: acquerelli, inchiostri e g, anche per motivi economici.
Incedere
Testo
Testo
rif. [←] [↑] [→] [↓] [←] [←] [→] [→]
Il dipinto rappresenta cinque donne nude, cinque prostitute ritratte in posa fotografica all'interno di un postribolo di Barcellona che si trovava per l'appunto in calle Avignon (traducendo in italiano suonerebbe Le signorine di via Avignone). Il titolo provvisorio era invece Il bordello filosofico.
Prima di arrivare alla stesura definitiva Picasso realizza numerosi studi preparatori con tecniche differenti.
Inizialmente i personaggi sono 7; erano previste due figure maschili che poi si riducono ad una per poi scomparire. Fin dall'inizio sono presenti il telo/sipario scostato sulla sinistra, la donna di spalle sulla destra, la natura morta e la donna con le braccia alzate al centro.
Il dipinto ci mostra, in forma già quasi compiuta, la procedura cubista.
I corpi rosa delle cinque donne che occupano buon parte della superficie della tela quadrata sono sinteticamente geometrizzati: le forme anatomiche naturalmente curve e caratterizzate da morbidi flessi sono qui esplicitate da tratti spigolosi e raccordi angolosi in ragione della pluralità dei punti di vista e della ricomposizione per piani.
Proviamo ad analizzare i volti. Nella figura sulla sinistra il viso è di profilo mentre l'occhio è frontale. Nelle due centrali è inquadrato frontalmente, ma il naso è di profilo. Nelle due a destra è sostituito da due maschere.
Il contesto subisce la stessa riduzione ad una sommatoria di piani affilati che sono direttamente connessi con quelli dei corpi, ma la fusione tra figura e sfondo non è ancora completa a causa del contrasto cromatico.
Fugure egizie
In Les demoiselles d’Avignon la figura sulla sinistra, quella spesso indicata come "la più cubista", ha delle evidenti analogie con le pitture murali dell'antico Egitto.
Le figure egizie - rappresentate secondo precisi rapporti proporzionali rimasti immutati per secoli - sono il risultato della compresenza di visione frontale (busto e occhio) e di profilo (gambe, braccia e testa). La scelta è chiara: escludere scorci forvianti (ad esempio i piedi visti frontalmente).
Analogamente Picasso seleziona differenti punti di vista, ognuno specifico per una singola parte del corpo, per poi ricostruire sinteticamente la forma complessiva della figura.
È sicuramente interessante estendere il ragionamento alla scultura romanica (nel capitello di Autun l'angelo e la stella sono di profilo, due Magi sono visti dall'alto, il letto, la coperta e l'altra figura sono contemporaneamente visti dall'alto e di profilo) e ancor più ai disegni dei bambini: nell'esempio le persone sono ribaltate e stese, gli oggetti visti frontalmente e il tavolo è visto sia dall'alto (quindi trasparente) che di profilo.
Riferimenti
Per sua stessa ammissione Picasso attinge spesso dal repertorio iconografico storico per poi attualizzare quel materiale nelle sue opere. Pare che in diverse occasioni abbia affermato che i buoni artisti copiano, i grandi rubano.
Le due figure centrali de Les demoiselles d’Avignon possono avere diversi riferimenti, dalla Venere di Milo, allo Schiavo morente di Michelangelo, da La Sorgente di Ingres a Le stiratrici di Degas.
Sempre a Ingres sembra rimandare la figura di spalle che dialoga con quella in primo piano ne Il bagno turco.
Anche l'espediente del sipario scostato per mostrare la scena è ricorrente in moltissimi dipinti; se ne possono citare due molto diversi tra loro: il corteo di Teodora a Ravenna e la Madonna del parto di Piero della Francesca.
Per le teste delle due figure sulla destra è evidente invece il richiamo alle maschere africane.
Rotazione
In entrambi i dipinti i due personaggi evidenziati nei particolari hanno la testa ruotata in modo innaturale: quella dell'uomo compie una rotazione maggiore di 90°, quella della donna di 180°.
espandi dopo aver rispostoChiariamo che nessuno dei due è vittima di una possessione demoniaca. Il risultato finale può apparire simile, ma il processo genetico non è lo stesso.
L'uomo probabilmente si gira per incrociare lo sguardo di una delle tante prostitute che passano intorno a lui e il gesto è esasperato dalla distorsione della figura imposta dall'azione espressionista di Kirchner [↑].
Il personaggio dipinto da Picasso invece non muove affatto la testa perché è l'osservatore che orbita virtualmente intorno alla donna guardandola simultaneamente da dietro (il corpo) e frontalmente (la testa) [→].
nota: Testo
Testo
rif. [←] [↑] [→] [↓] [←] [←] [→] [→]
Testo
rif. [←] [↑] [→] [↓] [←] [←] [→] [→]
Picasso realizza un collage usando differenti materiali: corda, tela cerata, carta e pittura ad olio.
È un vero e proprio tavolino ovale, bordato da una corda e rivestito da una tela cerata, visto dall'alto sul quale sono disposti differenti oggetti ricorrenti nelle sue nature morte inquadrati da differenti punti di vista: una pipa, un giornale, un cucchiaio, un bicchiere, uno spicchio di limone ed un guscio d'uovo.
L'incursione della realtà concreta nella pittura fa qui un'ulteriore passo avanti: la tela cerata, un oggetto reale, è a sua volta una finzione, riporta infatti stampata la texture della paglia di Vienna.
Testo
rif. [←] [↑] [→] [↓] [←] [←] [→] [→]
Testo
rif. [←] [↑] [→] [↓] [←] [←] [→] [→]
nota: Il protagonista del film, in vacanza a Parigi, si ritrova ogni sera proiettato negli anni Venti e incontra i grandi personaggi che vivevano in quegli anni a Parigi. Conosce Picasso a casa di Gertrude Stein. I due discutono sull'interpretazione su un dipinto di Picasso (Baigneuse, 1928).
Nella seconda scena, tornato al presente, spaccia per sue le parole della conversazione che aveva ascoltato.
Nel 1937 Picasso riceve dal Governo Repubblicano spagnolo la commissione di un grande dipinto per l'Esposizione mondiale di Parigi dello stesso anno.
Una settimana dopo aver accettato l'incarico, la città basca di Guernica fu bombardata e devastata da aerei tedeschi ed italiani in appoggio ai nazionalisti di Francisco Franco.
Fu subito chiaro a Picasso che occorreva prendere una posizione esplicitandola attraverso il grande dipinto.
La città basca di Guernica (Spagna) fu bombardata il 26 aprile del 1937 dalla Legione Condor (tedesca) e dalla Aviazione Legionaria (italiana) in appoggio al regime di Francisco Franco.
In Spagna era in corso la guerra civile (1936-39) tra i nazionalisti (nacionales) guidati da Francisco Franco, autore di un Colpo di Stato e i repubblicani (republicanos) condotti dal Fronte Popolare.
La guerra portò al crollo della seconda repubblica spagnola e segnò l'inizio della dittatura di Franco (franchismo) allineata con la Germania nazista e l'Italia fascista. La dittatura durerà fino al 1975 (proclamazione del Regno di Spagna).
Non fu un bombardamento a tappeto, ma le bombe incendiarie rasero al suolo più del 45% della cittadina.
I nazionalisti negarono che il bombardamento fosse avvenuto, mentre i repubblicani e la stampa a loro favorevole gonfiarono invece il numero delle vittime (1645). Questo numero è ancora oggi incerto: alcuni studiosi indichino tra i 126 e i 400 civili uccisi. Gli archivi russi parlarono di 800 morti.
Testo
rif. [←] [↑] [→] [↓] [←] [←] [→] [→]
La composizione del dipinto sembra rimandare alla tradizione classica, organizzata, con evidenza, su uno schema triangolare [1].
Il dipinto ha quindi una sua simmetria con accentuazione dell'asse centrale e immagine quadripartita verticalmente [2].
Per quanto le figure siano di stampo cubista la presenza di linee oblique negli angoli superiori manifestano una libera impostazione prospettica [3].
Testo
rif. [←] [↑] [→] [↓] [←] [←] [→] [→]
Testo, ITA, G. C. Argan
In Guernica non c’è colore: solo nero, bianco, grigio. È escluso che Picasso si sia servito del monocromato per dare al quadro una tonalità cupa, tragica: tutto è chiaro, le linee disegnano con precisione i piani destinati a colmarsi di colore, ma il colore non c’è, è andato via. È escluso che il monocromato serva ad accentuare l’effetto plastico-volumetrico: il rilievo non c’è, è andato via. Il colore e il rilievo sono due qualità con cui la natura si dà alla percezione sensoria, si fa conoscere. Eliminare il colore e il rilievo è tagliare il rapporto dell’uomo col mondo: tagliandolo, non c’è più la natura, la vita. Nel quadro c’è invece la morte; e non è rappresentata con le sembianze della natura o della vita, perché quella morte non è il termine naturale della vita, è il contrario. Ora ogni cittadino del mondo è obbligato a scegliere, non si può volere insieme la civiltà e il nazismo come non si può volere insieme vita e morte. […]
Il pittore non assiste al fatto […] ma è dentro il fatto […] è tra le vittime. Con lui muore l’arte, la civiltà classica. Guernica ha lo scheletro del quadro storico classico: lo scheletro, appunto, perché l’arte classica con la pienezza delle sue forme e lo splendori dei suoi colori è come soffiata via, distrutta dalla brutalità dell’evento. Il quadro è composto come un Raffaello o un Poussin; c’è simmetria, prospettiva, graduazione di valori, ritmo crescente di accenti. Simmetria: l’asse mediano del muro bianco, i «pilastri verticali del toro, a sinistra, le braccia alzate a destra. Prospettiva: le figure dei caduti in primo piano, i piani prospettici del fondo, lo strombo della finestra. Graduazione dei valori: l’alternarsi diei piani bianchi, neri, grigi. Ritmo crescente: dall’accento nobilmente oratorio del caduto che stringe nel pugno la spada spezzata al nitrito lacerante del cavallo ferito a morte. Ma all’ordine classico si sovrappone una scomposizione formale di tipo manifestamente cubista.
Giulio Carlo Argan, L’Arte Moderna