Il termine tecnologia è una parola composta che deriva direttamente dal greco τεχνολογία,[1] composto di τέχνη (techne), arte, abilità, e λογία (loghía), discorso, spiegazione, e quindi: "trattato sistematico su un'arte".[2] La parola venne diffusa dal medico e docente di Harvard Jacob Bigelow nella prima metà del XIX secolo.[3] Nell'Etica nicomachea Aristotele distinse due forme di azione, pràxis e téchnē: mentre la prima ha il proprio scopo in sé stessa, la seconda è sempre al servizio di altro, come un mezzo. In questo senso la "tecnica" (termine usato spesso come sinonimo), non era diversa né dall'arte, né dalla scienza, né da qualsiasi procedimento o "operazione" atto a raggiungere un effetto qualsiasi, e il suo campo si estendeva su tutte le attività umane.[4]
Solo fra la fine del XX e l'inizio del XXI secolo si è giunti a connotare come tecnica il sottogruppo delle pratiche umane concernenti il comportamento nei confronti della natura diretto alla produzione di beni.[4] Per tecnica si può intendere l'applicazione delle conoscenze elaborate dalla scienza a scopi pratici e alla produzione di strumenti per realizzarli.[2] La parola tecnologia indica perciò la catalogazione e lo studio sistematico di tecniche applicate,[5] spesso riferite ad un certo ambito specifico (si parla, ad esempio, di "tecnologia informatica",[6] "tecnologia meccanica", "tecnologia elettronica", "tecnologia elettrotecnica", "tecnologia alimentare", "tecnologia telematica" e tante altre).
Un computer (pronuncia italiana: /komˈpjuter/, kɔm-, -ˈpu-, -tɛr[1]), in italiano anche noto come elaboratore o calcolatore, è una macchina automatizzata programmabile in grado di eseguire sia complessi calcoli matematici (calcolatore) sia altri tipi di elaborazioni dati (elaboratore).[2][3]
Concepito come una macchina per automatizzare alcune capacità della mente umana, come ad esempio il calcolo e la capacità di memorizzazione potenziandone la portata e applicandole alla soluzione di particolari problemi scientifici e ingegneristici[4], solo a partire dalla seconda metà del XX secolo, evolve in macchina in grado di eseguire le elaborazioni dati più varie. Ci si riferisce comunemente al computer come ad un dispositivo elettronico e digitale, programmabile a scopo generico, costruito secondo il modello teorico-computazionale della cosiddetta macchina di Turing e la cosiddetta architettura di von Neumann, anche se oggi tuttavia il termine assume il significato più generico di sistema elettronico di elaborazione programmabile e non programmabile, includendo dunque una vasta gamma di tipologie di dispositivi: sebbene i computer programmabili a scopo generico siano oggi i più diffusi, esistono infatti in specifici ambiti di applicazione modelli di computer dedicati a vari campi e settori come automazione industriale, domotica, computer grafica.
Nel corso della storia, l'implementazione tecnologica di questa macchina si è modificata profondamente sia nei meccanismi di funzionamento (meccanici, elettromeccanici ed elettronici), sia nelle modalità di rappresentazione dell'informazione (analogica e digitale) sia in altre caratteristiche (architettura interna, programmabilità, ecc.). In questa forma e al pari della televisione, esso rappresenta il mezzo tecnologico simbolo che ha maggiormente modificato le abitudini umane dopo la seconda guerra mondiale: la sua invenzione ha contribuito alla nascita e allo sviluppo dell'informatica moderna, che ha segnato l'avvento della cosiddetta terza rivoluzione industriale e della società dell'informazione
l telefono (dal greco antico: τηλε-, tēle-, «lontano» e φωνή, phōnḗ, «voce») è un dispositivo di telecomunicazione di tipo elettrico/elettronico dotato di un microfono e di un ricevitore che permette a chi lo utilizza di comunicare (parlare e ascoltare) a distanza verso chi utilizzi un dispositivo analogo. Evoluzione tecnologica sono i telefoni cellulari e gli smartphone, questi ultimi consentono di navigare su Internet, in quanto le schede SIM da essi utilizzati possono utilizzare il traffico dati.