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STAMPANTE AD AGHI dot-matrix printer (1970 da Centronics)
Come funziona?
All'interno della stampante si trova una testina di stampa che contiene degli aghi metallici allineati verticalmente e dotati ognuno di un elettromagnete che serve a controllarli e spararli contro il nastro nero inchiostrato posizionato tra gli aghi e la carta.
La pressione che l’ago imprime nel nastro fa si che venga a contatto con la carta lasciando impresso un puntino. Per stampare un solo carattere vengono quindi scelti gli aghi opportuni per stampare.
Queste stampanti vengono apprezzate dalla gente per il suo basso prezzo e per la possibilità di poter stampare su moduli a ricalco, cosa impossibile per le stampanti più moderne che non sono del tipo ad impatto.
STAMPANTE INKJET (messe in commercio nel 1980 ma diventarono un prodotto di successo solo nel 1990)
Ad oggi, anche essendo tecnologicamente al di sotto delle stampanti laser, sono abbastanza diffuse perché permettono una qualità di stampa buona ma sono in fase di declino viste le potenzialità della stampante laser.
Come funziona?
Il funzionamento è analogo alle stampanti ad aghi. Anche in questo caso c'è una testina di stampa che però non è formata da aghi ma da piccoli forellini da cui l'inchiostro viene spruzzato direttamente sulla carta secondo varie metodologie dipendenti per lo più dalle case costruttrici.
Canon e HP usano il metodo chiamato bubble jet (1982) in cui con il calore viene formata all'interno della cartuccia con l'inchiostro, una piccola bolla che ingrandendosi spinge l'inchiostro sulla carta.
Epson invece usa il metodo Piezoelectric che prevede l'uso di un cristallo messo sulla cartuccia di inchiostro che, una volta ricevuta una carica elettrica inizia a vibrare spingendo giù una piccola goccia di inchiostro sul foglio.
L'inchiostro che va a colorare la carta è contenuto in una o più cartucce ed è solitamente di più colori che vengono mescolati per ottenere quello da stampare. Solitamente queste stampanti hanno infatti 2 cartucce, una per il nero e l'altra per il colore (in cui sono presenti ovviamente solo i colori fondamentali: rosso, giallo e azzurro).
Per capire quanto piccoli siano questi spruzzi, basti pensare che una singola goccia di inchiostro è circa un milionesimo di quello di una goccia d'acqua che esce da un contagocce.
I pro di queste stampanti sono:
-assenza di rumore
-dal prezzo contenuto
-dalla alta risoluzione di stampa.
Il punto debole è il costo elevato delle cartucce e il rischio che una volta aperti si possano seccare impedendo la stampa.
STAMPANTE LASER
La stampa laser è una tecnica di stampa che deriva direttamente dalla xerografia e permette una notevole velocità di stampa.
Il procedimento consiste in 7 fasi.
STAMPANTE PLOTTER
Il plotter è una periferica specializzata nella stampa di supporti di grande formato. È impiegato per la stampa di prospetti e progetti architettonici, oggi viene anche utilizzato nell'ambito della grafica e della pubblicità grazie alle moderne tecnologie che consentono al plotter di stampare a colori.
Il nome deriva dal verbo inglese to plot nel senso di tracciare (un diagramma oppure una lunga linea fina).
Plotter a penna
I primi modelli di plotter erano costituiti da un sistema elettromeccanico comprendente una coppia di motori, uno per lo spostamento di un carrello, costituito da una barra lunga quanto la larghezza del foglio; l’altro per scorrere un secondo carrellino più piccolo, sul quale era fissato il pennino: in tal modo, con appropriati valori inseriti in un programma, era possibile posizionare il pennino in qualsiasi punto del foglio, secondo le coordinate cartesiane.
Plotter a getto d'inchiostro
Con lo sviluppo della stampa a getto inchiostro il plotter classico con le penne è stato sostituito da stampanti in grado di muovere la testina di stampa in senso trasversale sul foglio (o sul rullo) che scorre sotto la testina stessa in senso longitudinale
STAMPANTE 3D
Tutto è iniziato nel 2013 quando Cody Wilson, dopo aver condiviso sul suo sito internet defcad.org modelli ed istruzioni su come realizzare un'arma da fuoco a casa propria è stato contattato dalle autorità che lo hanno intimato di rimuovere i files dal sito web.
Nel 2015, Wilson ha iniziato una causa verso il Governo Americano per la violazione del diritto alla libertà di espressione che è stata successivamente approvata dal giudice permettendogli di condividere liberamente modelli 3D ma vietandone la vendita.
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SCHERMO RCT/CTR
Lo schermo a tubo catodico, o schermo CRT, è una tipologia di display ormai quasi del tutto superata, a partire dall'inizio del XXI secolo, dallo schermo a cristalli liquidi, dallo schermo al plasma e da quello al LED.
Per creare le immagini lo schermo a tubo catodico utilizza un tubo a raggi catodici nel quale i raggi sono convogliati su di una superficie fotosensibile. La tecnologia alla base del tubo catodico fu sviluppata nel 1897 dal fisico tedesco Karl Ferdinand Braun che realizzò il primo oscilloscopio.
Nei televisori e nei monitor l'immagine è creata modulando l'intensità del fascio elettronico secondo l'andamento del segnale video. I tubi a colori emettono una piccola quantità di raggi X, bloccata per la maggior parte dallo spesso vetro al piombo dello schermo.
SCHERMO LCD
Lo schermo a cristalli liquidi, LCD "liquid crystal display", è una tipologia di display a schermo piatto utilizzata nei più svariati ambiti, con dimensioni dello schermo che variano da poche decine di millimetri a oltre 100 pollici.
Da circa trent'anni in particolare gli LCD sono utilizzati anche in ambito video, inizialmente nei computer portatili, in seguito anche nei monitor e nei televisori riuscendo, all'inizio del secolo, insieme allo schermo al plasma, a togliere dal mercato il quasi centenario display CRT.
Il primo utilizzo dei cristalli liquidi per uno schermo fu opera di George Heilmeier nel 1965.
L'LCD è basato sulle proprietà ottiche di particolari sostanze denominate cristalli liquidi. Tale liquido è intrappolato fra due superfici vetrose provviste di numerosissimi contatti elettrici con i quali poter applicare un campo elettrico al liquido contenuto.
SCHERMO PLASMA
Lo schermo al plasma, PDP (plasma display panel), è una tipologia di display a schermo piatto utilizzata per applicazioni video/televisive (tipicamente per realizzare monitor e televisori) con dimensione dell'immagine normalmente superiore ai 32 pollici.
Lo schermo al plasma è stato inventato nell'Università dell'Illinois all'Urbana-Champaign da Donald L. Bitzer, H. Gene Slottow, e dallo studente Robert Willson nel 1964.
Molte piccole celle posizionate in mezzo a due pannelli di vetro mantengono una mistura inerte di gas nobili (neon e xeno). Il gas nelle celle viene elettricamente trasformato in un plasma, il quale poi eccita i fosfori ad emettere luce.
Gli schermi al plasma sono luminosi, hanno un’ampia gamma di colori e possono essere prodotti in grandissime dimensioni, fino a 262 cm (103 pollici) diagonalmente ma consumano più Watt per metro quadrato rispetto ai tubi catodici o ai televisori LCD.
La durata di uno schermo al plasma di ultima generazione è stimata in 100 000 ore (11 anni e 4 mesi di uso costante ed ininterrotto, ovvero 34 anni con 8 ore di utilizzo al giorno).
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Le casse acustiche (o diffusori) rappresentano le componenti più importanti in un sistema per la riproduzione dell'audio. A loro spetta il compito di tradurre il segnale elettrico proveniente dall'amplificatore nei suoni che noi possiamo ascoltare
L'amplificatore serve a portare il segnale originario dalla sorgente ad un livello tale da poter muovere, agendo su una bobina immersa in un campo magnetico, gli altoparlanti dei diffusori; il movimento degli altoparlanti genera variazioni di pressione nell'aria, ovvero onde sonore che noi percepiamo come suoni. Per far si che i suoni prodotti rispecchino più fedelmente possibile il contenuto audio originale, è necessario che ogni elemento della catena svolga bene il suo compito: sorgente, amplificatore, cavi e diffusori.
Una prima suddivisione può essere fatta in base al posizionamento per cui sono state pensate. In genere si distingue fra:
Una seconda suddivisione è sulla tipologia costruttiva (strettamente legata al mobile); poiché richiede il funzionamento degli autoparlanti: