Mm di pioggia? Cosa significa?

Proviamo a spiegare il significato della quantità di pioggia caduta espressa in mm.

Come si interpreta la quantità di pioggia caduta espressa in millimetri?

A quanto corrisponde ogni mm di accumulo?


L'utilizzo dei millimetri per calcolare la quantità di pioggia caduta permette di risalire facilmente al volume di acqua caduto su una certa superficie. La misura in millimetri corrisponde alla così detta altezza pluviometrica.

Un millimetro di accumulo è pari come quantità a 1 litro caduto su una superficie di 1 metro quadrato.


Dire ad esempio che la quantità di pioggia caduta in una certa località è di 20 mm, equivale a dire che su ogni area di 1 metro quadrato in quella determinata località sono caduti 20 litri di pioggia.

Se si posizionasse al suolo un contenitore con una apertura di 1 metro quadro, troverei quindi al suo interno 20 litri.


Questa maniera di misurare le precipitazioni permette facilmente di calcolare i volumi di pioggia caduti su estensioni areali più grandi. Ad esempio, per calcolare la quantità d’acqua che alimenta un determinato bacino idrografico, basterà conoscere i dati medi di pioggia caduta in un anno (in millimetri) su quel bacino e l’estensione che esso ha.

Moltiplicando i due valori si ottengono i metri cubi di acqua caduti.


Immaginiamo ad esempio il proprietario di un campo agricolo avente un’estensione di 10.000 m2 (un ettaro).

Se al centro del suo campo ha posizionato un pluviometro e da esso ricava che in un giorno sono caduti ad esempio 5 mm di pioggia (cioè 0,005 metri), potrà calcolare il volume di acqua caduta nel suo campo in questo modo: 0,005 m x 10.000 m2= 50 metri cubi. E poiché 1 metro cubo di acqua corrisponde a 1000 litri, otterrà la cifra di 50.000 litri di acqua.

Di questa quantità una parte si infiltrerà nel suolo alimentando la falda, un’altra parte scorrerà in superficie andando ad alimentare i vicini corsi d’acqua, ed un’altra parte sarà soggetta all’evapotraspirazione (evaporazione durante il giorno e traspirazione attraverso le radici delle piante).


Qui però subentra il problema di quanto fitta è la maglia dei pluviometri dislocati sul territorio: in ogni punto infatti piove in quantità diverse, specialmente durante fenomeni temporaleschi caratterizzati da forte eterogeneità. Inoltre c’è molta differenza ad esempio fra zone montane e pianeggianti, ed in generale sulle nostre catene montuose vi è un aumento della quantità di pioggia media mano a mano che si sale di quota. Avere pochi pluviometri a disposizione può portare ad avere un dato sbagliato sulla reale entità delle precipitazioni in atto.


La conoscenza della quantità di pioggia che cade sul territorio ha un interesse enorme per aspetti fondamentali della nostra vita quotidiana. Innanzitutto per il fabbisogno idrico. Una parte di quell’acqua si infiltra nel sottosuolo e va a ricaricare le falde: quanto più piove, tanta più acqua sotterranea avremo a disposizione per il consumo idrico. Quanto meno piove, tanto più dovremo razionare le riserve di acqua presenti. Ovviamente questo fattore dipende anche dalla permeabilità del terreno (se è coperto da cemento o se sono presenti sedimenti impermeabili, non si infiltrerà che una minima parte). In secondo luogo per il rischio idraulico: la parte di acqua che ruscella in superficie (cioè che scorre senza infiltrarsi) alimenterà i corsi d’acqua facendone crescere la portata e potrà causare piene, esondazioni.

Si tratta perciò di parametri importantissimi da considerare e da tenere costantemente sotto controllo per un miglior rapporto con il territorio.


Fonte :Lorenzo Pasqualini