1. Le giovani generazioni sono stanche di attendere: casa e reddito primo passo per l'emancipazione

Gli ultimi anni hanno visto un parziale risveglio delle mobilitazioni studentesche e giovanili: dalle decine di occupazioni studentesche alle varie iniziative ed occupazioni universitarie, passando per il protagonismo nelle mobilitazioni ambientaliste. A legare questi variegati momenti la consapevolezza (o il presentimento) dell’incompatibilità del sistema capitalistico con la possibilità di immaginare e costruire un futuro diverso da guerra, sfruttamento, precarietà e devastazione ambientale e la necessità, quindi, di mettere fine alla crisi di prospettive che come giovani generazioni viviamo. Le tendate contro il caroaffitti, organizzate da giovani e studenti e studentesse da Torino a Bari, hanno riacceso i riflettori sulle contraddizioni materiali che viviamo tutti i giorni, prima volutamente sottovalutate. Diritto alla casa non soltanto significa garantire un bisogno primario, il più delle volte legato ad altri diritti come allo studio o al lavoro, ma per migliaia di giovani dovrebbe essere anche veicolo di emancipazione dalla propria famiglia e di possibilità future di una propria indipendenza. Al contrario, si configura oggi come uno dei primi ostacoli e barriere da affrontare. Attorno a questo tema, poi, ruotano questioni come le possibilità di accesso agli studi, l’ingresso nel mondo del lavoro e della precarietà, oggi potenzialmente esplosivi poiché terreni fertili per le alleanze con i settori sociali colpiti dalla crisi. All'ordine del giorno, dunque, la necessità di confronto a partire dalla questione della precarietà giovanile sulla costruzione di un percorso di lotta, per Casa e Reddito, che metta in comune esperienze e forze di tutti i settori sociali determinati a contrattaccare a partire da queste rivendicazioni.

 

Infatti, con l’aumento del carovita e l’aggravarsi della crisi sociale ed economica, continua l’attacco ai diritti più basilari conquistati nei decenni passati che sempre più spesso sono completamente negati. Del diritto al lavoro e alla casa, fino a sanità ed istruzione, hanno fatto man bassa speculatori e impresari, che intanto continuavano ad addossare sulle classi popolari, su chi è giovane e/o lavora, la colpa della crisi e la responsabilità di pagarne le conseguenze e sui quali attivare la macchina della repressione, anche preventiva.

Un'istruzione pubblica smantellata e snaturata, che cristallizza i rapporti sociali di disuguaglianza e sfruttamento; un'università svenduta ai privati, con costi insostenibili e welfare inesistente; un mercato del lavoro iper-precario, senza tutele, con paghe da fame; l'inaccessibilità del mercato immobiliare e degli affitti; province e periferie ridotte a dormitori o a ghetti da cui o si è costretti a fuggire o, all’opposto, sembra impossibile uscire.

Questi e altri sono i frutti della crisi di prospettive, ma sono anche gli obiettivi delle lotte di una generazione che rialza la testa.

 

Proprio alla lotta per la casa e per il reddito – lotta contro la rendita – così come a quella per una formazione gratuita e accessibile, per il lavoro dignitoso e i salari, dobbiamo guardare oggi per riguadagnare il terreno che ci è stato strappato da sotto i piedi e riconquistare con forza le uniche basi possibili per costruire un’emancipazione dalla barbarie di questo sistema: lo studio, la casa, il reddito, il salario che sono state al centro delle diverse mobilitazioni.

Per difendere il reddito di cittadinanza, ampliarlo ed estenderlo alle persone giovani delle fasce popolari, abbiamo visto in piazza spalla a spalla studenti e studentesse, disoccupati e disoccupate e chi lavora, fianco a fianco negli scioperi del sindacalismo conflittuale, in lotta contro lo sfruttamento fin dalla sua prima manifestazione: l’alternanza scuola-lavoro.

Per la casa, per il ripristino di un equo canone, per mettere fine alla speculazione di palazzinari e multinazionali sui nostri territori e sulla nostra esistenza, abbiamo costruito, allo stesso modo, una lotta fondamentale: le tende piantate negli atenei, nelle piazze di tutto il Paese e di fronte al MUR, parlavano la stessa lingua del movimento per il diritto all’abitare, di chi vive nelle occupazioni abitative e lotta contro sfratti, sgomberi e gentrificazione.

 

Dai luoghi della formazione alle piazze e alle strade di tutti i quartieri, la mobilitazione giovanile deve andare a contribuire e rafforzare la mobilitazione di tutti i settori sociali: da casa e reddito un primo passo per l’emancipazione giovanile e l’attacco al Governo Meloni e il sistema che rappresenta.

Per questo chiamiamo tutte le persone che fanno parte di quelle giovani generazioni che, in questa società, non trovano spazio d’emancipazione, e tutte le realtà che lottano ogni giorno a rispondere a questo appello e a partecipare al tavolo di discussione che si terrà il 9 settembre a Metropoliz all’interno della tre giorni “Reddito contro rendita”, per mettere in comune esperienze, strumenti d’azione e pratiche che ci consentano di portare avanti la mobilitazione verso un autunno di lotta in tutto il Paese.