Il verbo leggere non sopporta l'imperativo,
avversione che condivide con alcuni altri verbi:
il verbo "amare", il verbo "sognare".
(Daniel Pennac)
Da quando ho cominciato ad insegnare ho sempre portato in classe la lettura ad alta voce per un'ora alla settimana, prima alle superiori e poi alle medie. Adoro il silenzio partecipe, vivo, che pervade la classe mentre i ragazzi si abbandonano al piacere di farsi raccontare una storia. Tutti, indistintamente, sia i diciassettenni orgogliosi ed "incazzosi" che i dodicenni inquieti e irrequieti, tornano bambini e si fanno accompagnare per mano tra le pagine del romanzo, e il suono della campanella ci sorprende così, sospesi tra due mondi.
Col passare degli anni però mi rendevo conto che solo raramente riuscivo a contagiare i ragazzi con la mia passione per le storie ben scritte, e ancor più raramente sentivo di incidere sul loro modo di avvicinarsi ad un libro. I miei alunni continuavano a non leggere se non obbligati. Che fare, dunque? A due mesi dall'inizio del laboratorio so di aver finalmente trovato il mio modo di fare "promozione alla lettura". Non è sicuramente l'unico, ma è quello che sento più vicino al mio modo di essere lettrice, prima che insegnante.
Il laboratorio è suddiviso in due ore settimanali: in una la minilesson riguarda lo studio di un genere (a cavallo col laboratorio di scrittura) o di un autore, ed è seguita dalla lettura ad alta voce di un romanzo (al momento Tom Sawyer, che ci permetterà di scandagliare le caratteristiche dei generi umoristico, giallo, horror e avventura). La seconda ora prevede una minilesson più tecnica, mirata ad approfondire diverse strategie di close reading e comprensione del testo, strategie che poi i ragazzi applicano durante il rimanente tempo di lettura autonoma sui romanzi che loro hanno scelto di leggere. Gli ultimi cinque minuti sono dedicati alla condivisione di un passaggio particolarmente entusiasmante... anche se dovrei dire "dovrebbero essere", perché spesso la fine dell'ora li coglie col naso tra le pagine del libro e, spero, la voglia di continuare a tenercelo.
E i compiti a casa? Almeno mezz'ora di lettura al giorno, e ogni settimana i ragazzi devono scrivere almeno un'annotazione approfondita sul taccuino, scegliendo tra le strategie proposte. Entro il 15 di ogni mese devono poi consegnare quella che abbiamo chiamato "La recensione del 15", una riflessione sul libro che stanno leggendo. Abbiamo poi appena terminato un giro di "booktalk": chiacchierate letterarie brevi (cinque minuti ciascuna) ma intense in cui a turno i miei giovani lettori presentano un romanzo che li ha appassionati. A fine quadrimestre dovranno poi produrre una recensione creativa: nemmeno loro sanno ancora di cosa si tratta, ma presto lo scopriranno!
Se sta funzionando? Oltre ogni aspettativa! Stanno leggendo molto, alcuni moltissimo. Lentamente stanno diventando più esperti nella comprensione e nell'interpretazione, lo noto dalla qualità delle osservazioni e delle domande che fanno a me, ai compagni durante le booktalk, direttamente all'autore nei loro scritti. La strada è ancora lunga, ma sicuramente la classe dimostra nel complesso un gran desiderio di seguirmi in questo viaggio.