8. FORMANDO UNA SOLA CARNE

CI VOGLIAMO BENE ... TANTO DA SPOSARCI ... IN CHIESA ...

SECONDO IL DISEGNO D'AMORE DI DIO … RIVELATO IN GESU' CRISTO

e VIVO NEL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO ... PER SANTIFICARCI NELLA FEDELTÀ

PERCIÒ LASCEREMO PADRE E MADRE

8.FORMANDO UNA SOLA CARNE

Introduzione

Cantico dei Cantici, 2, 8-10.14.16a; 8, 6-7

Una voce! Il mio diletto! Eccolo, viene saltando per i monti, balzando per le colline. Somiglia il mio diletto a un capriolo o ad un cerbiatto. Eccolo, egli sta dietro il nostro muro; guarda dalla finestra, spia attraverso le inferriate. Ora parla il mio diletto e mi dice: «Alzati, amica mia, mia bella, e vieni! O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi, mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave, il tuo viso è leggiadro». Il mio diletto è per me e io per lui. [Egli mi dice:]«Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l'amore, tenace come gli inferi è la passione: le sue vampe sono vampe di fuoco, una fiamma del Signore! Le grandi acque non possono spegnere l'amore né i fiumi travolgerlo».

Per la riflessione

• La sessualità è il luogo dell'amore totale, reciproco ed elettivo che gli sposi si trasmettono. È la testimonianza che “il mio amato è mio ed io sono sua”.

• La sessualità è anche il luogo in cui diviene pienamente chiara la differenza fra l'uomo e la donna. Lui è un capriolo, lei una colomba. Entrambi nella Bibbia sono animali particolari, però sono diversi, appartengono perfino a categorie diverse. Su questa differenza si è basato l'innamoramento: l'altro/a è qualcosa che mi affascina perché ha capacità e qualità che io non ho. I due non sono uguali.

• La differenza può anche inquietarci ma il miracolo dell’amore fa sì che vinca la curiosità, l’attrazione sul timore e la distanza: ci si cerca, ci si desidera si è affascinati l’uno dell’altra, c’è attesa, trepidazione, gioia, movimento… Ora parla il mio diletto e mi dice: «Alzati, amica mia, mia bella, e vieni! O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi, mostrami il tuo viso”

• Eppure è in questa piena differenza che divampa il fuoco: un fuoco che unisce e fa sentire uniti, tanto che niente può spegnere questo fuoco.

• I protagonisti riconoscono che questa vampa “è del Signore”. Il mistero dell'unità nella differenza, sperimentata nella sessualità, divampa in tutto il suo paradosso. E nella pienezza della comunione i due vivono la bellezza e il piacere di stare nel luogo sacro di Dio, la fiamma del Signore.

• “Il mio amato è mio ed io sono sua”, solo quattro brevi parole nell’originale ebraico in cui è racchiusa l’intensità del legame e la verità della relazione. Risuonano come un desiderio di completa unione proprio nella differenza: è un programma di vita coniugale.

Proposta del tema della serata: Vivere una buona sessualità

• In coppia abbiamo notato quanto sia forte la diversità fra noi, essa si manifesta, in questo periodo, nelle differenze di gusto o di scelte rispetto all'arredo della casa o alla cerimonia nuziale, oppure anche nell'interesse che alcuni particolari suscitano nell'uno e non interessano l'altro. Siamo persone diverse in tutto e per tutto. Una diversità che rimarrà e andrà a costituire un'unità nel progetto di vita matrimoniale: un cammino che parte, ma ancora tutto da fare.

• Nella sessualità maschio e femmina vivono l'unità nella diversità. Il comune piacere insieme, essendo i corpi completamente diversi, è un obiettivo e non un punto di partenza: in questo la sessualità è per la coppia segno potente della bellezza piena di stupore dello stare insieme, ma anche della delusione sottesa quando diamo per scontato che l'altro sia “uguale a me” o pretendiamo che l'altro “viva gli eventi” o “senta le cose” uguali a me: ciò è impossibile.

• Quando la sessualità è ricerca del mio piacere diviene lussuria, dominio dell'altro/a. Quando è vissuta in modo passivo, solo per far piacere all'altro/a, è fuga dalla ricerca d'amore e piacere reciproco.

• La sessualità è il luogo del dialogo: muto forse nelle parole ma ricco nel contatto e nell'espressione dei corpi. Qui, dove l'uno è spinto dal desiderio di provare piacere per sé, si gioca la sfida dell'amare dando piacere e ricevendolo. Se ciascuno seguisse il proprio piacere, non starebbe nell'amore, ma nell'egoismo. La ricerca comune del piacere reciproco nel pieno rispetto della diversità dell'altro, trasfigura la sessualità in un dono d'amore in cui i due insieme trovano la loro unità.

• La sessualità non è dunque solo una pratica di reciproco dono di piacere, ma è il luogo sacro dell'amore sponsale: là, misteriosamente, i due sentono di poter diventare una cosa sola, di desiderare il bene insieme, di poter vivere in unità nonostante la totale diversità. E tutto ciò senza annullare le differenze. Perché quando non piego l'altro a me e ai miei desideri, io gli permetto di essere buono/a proprio così come il Signore l'ha creato/a (cioè diverso/a da me). Eppure anche io, rimanendo completamente me stesso/a, accolgo l'altro/a come diverso/a e diveniamo una cosa sola senza perdere nulla delle nostre caratteristiche personali.

• In questo sta la bellezza della sessualità, vissuta come reciproco dono: prefigura agli sposi che l'unità, che è il punto di arrivo della loro vocazione, passa attraverso il rispetto della differenza tra noi ed il comune desiderio di vivere “nel bene” insieme.

• Poiché la sessualità è espressione dell'amore più pieno, la Chiesa indica che i rapporti sessuali completi avvengano dopo il sacramento del matrimonio, cioè dopo che gli sposi, ministri del sacramento, rendono sacra la loro unione, si pongono al cospetto di Dio nel loro amarsi e manifestano pubblicamente la loro scelta di vita promettendosi fedeltà per sempre. Promessa di amarsi per sempre e presenza del Signore sono elementi che entrano nell’amore dei due e lo rendono ‘totale’. Ciò, nella visione cattolica, fa sì che anche l’unione fisica, il rapporto sessuale, sia completo dono dell’uno all’altra. Prima del matrimonio quindi l’amore dei due è ‘non completo’.

Domande personali da condividere in coppia

• Quale versetto o parola del teso biblico sento particolarmente rivolti a me oggi?

• Cosa è per me la sessualità? Ricerca di appagamento personale, di coppia, dono d'amore?

• Ho rispetto delle tue idee? Mi sento rispettato/a? Pretendo di avere ragione o cerco una via di unità comune, nel dialogo e nell'amore senza ripicche?

• Come posso dimostrarti che ti amo e che vai bene così, anche con tutte le differenze che mi fanno fare fatica?

• Si può parlare fra di noi di sessualità? Quanto e come?

L'amore non è banale. È scontato “fare l'amore”? Cosa cambia dopo il matrimonio? Perché?

• Ripensando ai nostri momenti intimi: è mai capitato che io ti usassi per il mio piacere egoistico,

senza pensare invece al nostro momento d'amore?

Scambio in gruppo

Preghiera finale


Piacere, gioia, intimità:

è tutto voluto da Te

nell'incontro sessuale.

E allora perché ne sciupiamo la bellezza

chiedendo al sesso ciò che non ci può dare?

È la nostra fretta, Signore,

è la nostra ansia che l'altro ci scappi,

è la nostra voglia di intimità

senza pagarne i costi,

è il nostro impulso al possesso dell'altro,

è l'illusione a tappare la nostra solitudine:

tutto questo e altro ancora

è la patina grigia

con cui offuschiamo

lo splendore dell'incontro sessuale.

Riportaci, Signore, alla sorgente

e facci convinti

della bellezza dell'amore;

e non lasciarci soli nella tentazione

ma liberaci dal male.

Amen.


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