3. secondo il disegno d’amore di Dio



IN CAMMINO VERSO LA NOSTRA VITA MATRIMONIALE

1. Ci vogliamo bene tanto da sposarci

2. in Chiesa

3. secondo il disegno d’amore di Dio

Facciamo una simulazione di vita familiare: una coppia al centro. Una sera … dopo il lavoro … la cena … prima della partita di pallone o della emozionante fiction … prima di abbioccarci … ci ritagliamo dei minuti per accogliere la Parola di Dio e farci cullare o destabilizzare da Essa.

La Parola su cui vogliamo riflettere stasera è la seguente:

Dalla Parola…

Dal Libro della Genesi 1,26-28.31:

E Dio disse: facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra. Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona.

Iniziamo a comprendere la Parola:

• Quale versetto o parola del testo biblico sentiamo particolarmente rivolti a noi oggi? Sottolineatelo!

• Nel nostro amore, ci sembra di vedere qualche segno di “mistero”?

• Come riteniamo che la fede e Dio possano avere a che fare col nostro amore e col nostro matrimonio?

• C’è qualcosa che ci ha particolarmente colpito nel modo di presentare Dio e il suo rapporto con gli uomini che il testo propone?

Suonano alla porta … ci sono delle coppie amiche che ci vengono a trovare … poi arriva anche don Fernando che viene a vedere la nostra casa …

Che bello! La Chiesa è qui a casa nostra, la Chiesa famiglia di famiglie ed inclusiva di tutte le vocazioni: la nostra, quella di don Fernando e della comunità.

Come Chiesa possiamo meglio comprendere questa storia di Amore che noi tutti, così come stiamo, siamo testimoni e testimonianza!

- L’uomo è creato a immagine e somiglianza di Dio: questi termini dicono che qualcosa di Dio è in noi, non una somiglianza fisica, ma un’altra somiglianza misteriosa, eppure reale. La creatura umana dice qualcosa del suo creatore, non tutto certo, ma tanto di Lui.

- Dio li benedisse: pone sulle sue creature la sua parola buona, la sua speranza, il suo augurio di una vita buona, feconda, non tristemente ripiegata su se stessi, ma aperta ad altre creature, altri esseri umani da mettere in questo mondo (moltiplicatevi e riempite la terra..), imitando così la capacità creatrice di Dio.

Dare la vita è cosa grandiosa che ci fa simili a Dio in modo eccellente.

- Soggiogate e dominate. Essi dovranno aprirsi alla creazione dominandola, ma si tratta di una custodia del creato che ne salvaguarda l’equilibrio, ogni ambiente, marino, terrestre, urbano, rurale… affinché tutte le creature vi possano stare a loro agio: si tratta di in compito ecologico.

- Dio vide quanto aveva fatto ed era cosa molto buona tutto quanto Dio fa è buono. È un aggettivo che nella lingua ebraica contiene anche il significato di bello: ciò che è buono è anche bello e non può essere diversamente. Ma anche viceversa: ciò che è bello deve essere anche buono. È un bel modo di dire che i nostri occhi, se vedono il bene vedono anche il bello… e qui c’è un superlativo: molto buono, la creazione finalmente appaga in tutto e per tutto l’Artista, solo con la comparsa di uomo e donna c’è soddisfazione assoluta, pienezza dell’essere, compiacimento e avvio della relazione.

Dopo aver riflettuto insieme sulla Parola quale impegno assumiamo per la nostra vita? Solo uno!

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RACCONTO DI UNA STORIA DI AMORE

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Preghiera finale

Nel nostro cuore, o Signore, si è acceso l’amore.

Ti ringraziamo per questo dono che ci inonda di una gioia profonda e ci rende simili a te che sei l’Amore. Fa’ che non sciupiamo questa ricchezza che ci hai messo nel cuore:

insegnaci che l’amore è un dono che non può mescolarsi con alcun egoismo,che l’amore è puro e non può stare con nessuna bassezza,che l’amore è fecondo e che deve produrre nuova vita in noi.Noi mettiamo il nostro avvenire l’uno nell’altro: rendici degni l’uno dell’altro.

Preparaci al matrimonio, alla sua grandezza, alla sua responsabilità,perché le nostre anime e i nostri cuori siano fin d’ora uniti nello stesso amore. Amen

Racconto di una storia d’Amore: Il disegno d’amore di Dio.

L’amore non lo si può spiegare, lo si può solo raccontare. E allora vi proponiamo la storia di un amore un po’ particolare. Come tutte le storie d’amore, ha per protagonista un innamorato, cioè una persona “in amore”, totalmente presa, invasa dall’amore.

L’esperienza dell’essere innamorati è la realtà più comune della vita: prima o poi tutti si innamorano, perché ogni uomo e donna scopre dentro di sé, prima o poi, un grande bisogno d’amore e una grande capacità d’amare. Anche se abbiamo bisogno di tante cose per vivere, ci accorgiamo ben presto che possiamo fare a meno di tutto, tranne che di qualcuno da amare e da cui essere amati: solo questo dà senso e gusto alla vita.

Ma come è iniziato tutto questo? Chi è stato il primo innamorato della storia? Sarebbe facile rispondere: il primo uomo o la prima donna!! … o tutti e due insieme? Ma come sono nati in loro il bisogno e la capacità di amare? In realtà, prima del primo uomo e della prima donna c’era già un Innamorato: era Dio.

Dio è il Primo Innamorato della storia (non male questa definizione di Dio, vero?) non perché è stato il primo ad innamorarsi, cioè ad essere invaso dall’amore, ma perché Lui è l’Amore e da Lui l’amore ha origine. Dio è Padre che ama il Figlio e Figlio che ama il Padre in un vortice di amore che è lo Spirito Santo.

Allora Dio, straboccante d’amore, poiché da Lui l’amore aveva origine, in questo vortice tra il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo, diede origine al mondo: Dio creò l’uomo e la donna a sua immagine e somiglianza, cioè capaci di innamorarsi, di amare e di rispondere all’amore, come lui “bisognosi” d’amore e capaci d’amare.

L’uomo e la donna, proprio perché fatti a immagine e somiglianza di Dio, sono posseduti dall’amore e orientati verso l’amore, sognano di amare e di essere amati e sognano un mondo dove regni l’amore. Sono chiamati dall’Amore all’amore.

E L’Innamorato trovò finalmente la gioia di poter donare l’Amore e di vederci rispondere al suo amore. Ma sappiamo che le storie d’amore non sono mai tranquille, sono sempre contrastate, perché non si può costringere nessuno ad amare. Io non posso dire: “Tu mi devi amare”, ma solo “io ti amo” e poi lasciare che la risposta al mio amore arrivi libera. Dio fa questo con noi. Ci dice: “Io ti amo, ti voglio bene e perciò voglio che tu sia felice e in questo sta la mia gioia”. Ma spesso si sente rispondere da noi: “Il tuo amore non mi interessa, ho già tutto quello che mi serve per raggiungere la mia felicità”.

Cosa fa un vero innamorato a questo punto? Rinuncia? No di certo! Dio è un Innamorato testardo: “È di te, proprio di te che sono innamorato e non posso cercare nessun altro, perché è proprio te che il mio amore ha generato, e continuerò a fare di tutto per mostrarti quanto ti amo”.

Allora Dio pensa: “Se rifiutano o non sanno riconoscere il mio amore è perché non mi conoscono bene e quindi devo farmi conoscere meglio”. E così Dio entra nella vita di un uomo che si chiamava Abramo, gli parla e a lui si “rivela”. E dopo di lui Dio “parla molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti nei tempi antichi”.

Dio, rivelandosi, cioè facendosi conoscere, fa una promessa:

“Io, Dio, prendo te come mio popolo e prometto di esserti fedele sempre,

nella gioia e nel dolore, amandoti e proteggendoti ogni giorno di vita”.

E conferma questa promessa non tanto a parole, ma con i fatti, come quando attraverso un uomo di nome Mosè si fa conoscere al popolo di Israele, lo libera dalla schiavitù e lo conduce, sostenendolo e guidandolo

nel cammino nel deserto, verso la piena libertà.

Il popolo di Israele “vede” Dio agire nella sua vita e risponde con una sua promessa entrando così in una alleanza:

“Io, popolo di Israele, prendo te come mio Dio e prometto di esserti fedele sempre,

seguendo le indicazioni che tu ci darai per camminare sulla strada della vita e della felicità”.

Ma mentre Dio rimane fedele, non così fa l’uomo che spesso si dimentica della promessa e dell’alleanza e cerca e percorre altre strade, sceglie di seguire altri dei e altre “leggi” che invece di liberare riconducono alla schiavitù.

Tutto questo lo troviamo nella Bibbia, la “Rivelazione”, questo grande libro scritto a quattro mani da Dio e dagli uomini per raccontare, da una parte lo sforzo di Dio di farsi conoscere, di “rivelarsi” così come egli veramente è, e dall’altra la fatica e la durezza di cuore e di testa dell’uomo nel riconoscere e accogliere il suo amore. Perché noi, purtroppo, oltre che ciechi di fronte alle “tracce”, ai segni di Dio, siamo spesso anche sordi alla sua Parola, anche quando è chiara e nitida come quella dei profeti e di coloro che Dio usa per far arrivare fino a noi la sua Voce. A un certo punto, Dio decide un intervento ancora più diretto ed esplicito: “Non basta che io mandi qualcuno a parlare di me. Devo proprio andare io...”. (continua)






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