Nonna Ulda rimarrà lì, sull’uscio di casa, per tutti i miei infiniti ritorni, fino all’ultimo, quello definitivo; ma nel tempo trasfigurato, immobile, nel medesimo eterno momento, lei è anche tra le ortensie del suo giardinetto, per lodare la perfezione del creato nel tiepido crepuscolo estivo; e nella mistica frescura della chiesa, in adorazione del Santissimo, mentre libera il canto con l’inconfondibile tonalità da soprano; e pure sull’arenile delle Cannelle, con il suo sposo, nella magica sera delle pietruzze lucenti, per la rinnovata riconciliazione con la vita... E così via, per tutti quegli innumerevoli istanti di prosaica santità che, soli, danno un senso al trasmigrare del tempo.