Rete ecologica

Connessioni ecologiche tra i Parchi Roccolo, Mulini, Basso Olona, Mughetti

In sintesi

Nel 2016 il Parco Mulini ha promosso il “Patto per la cura e la valorizzazione degli agroecosistemi lungo il fiume Olona e il canale Villoresi e la fornitura dei prodotti locali” .

Con questo Patto il Parco Mulini e i firmatari aderenti (tra cui il Parco del Roccolo) univano le forze per realizzare sistemi verdi sovracomunali, privilegiando le aree agricole di valenza naturalistica anche con il coinvolgimento dei privati e dei Parchi contigui e tenendo conto del masterplan del progetto V’arco Villoresi, purtroppo dimenticato da quasi tutti.

I bandi Cariplo del 2019 per la creazione di sistemi verdi e per l’acquisizione di servizi ecosistemici pongono la questione di realizzare progetti multifunzionali con a capo un Ente che svolga un ruolo di capofila per creare una visione d’insieme, progettare e realizzare le opere, facilitare la presentazione di progetti su altri bandi quali il PSR .

L’intervento in ambito agricolo è strategico perché oramai nel nostro territorio la gran parte dei terreni pubblici sono stati interessati da interventi di riqualificazione.

Stiamo parlando di un progetto multifunzionale con l’ambizione di:

    • rafforzare le connessioni ecologiche dei parchi della zona
    • realizzare azioni per l’incremento del capitale naturale (ad esempio riproponendo tal quali le azioni del progetto Life “lifetib”: deframmentazione rete ecologica, contenimento specie alloctone, collocazione di nidi artificiali, collocazione di log-pyramid in bosco per aumentare i siti idonei alla fauna saproxilica, interventi su alberi esotici per aumentare la necromassa per la fauna saproxilica, nuove zone umide per gli anfibi, muretti a secco o sassi accatastati per i rettili)
    • potenziare e/o attivare progetti di economia circolare come quello attivato a Parabiago nell’ambito del Patto agricolo .
    • intervenire anche su aree agricole private in quanto quelle pubbliche sono già state ampiamente interessate da interventi di riqualificazione.

A. PROGETTUALITA' IN ATTO

0. interventi di riqualificazione fluviale

I progetti Averla piccola, Tarabusino e Vairone di riqualificazione fluviale ricadenti in larga parte su aree pubbliche lungo il fiume Olona sono pressoché terminati anche nella loro fase di manutenzione post operam. I dettagli dei progetti sono reperibili cliccando qui:

Le aree interessate dai “giochi d’acqua” del Parco Mulini sono reperibili cliccando qui .

Ci sono alcune rogge del fiume in funzione anche d’inverno per alimentare le zone umide e irrigare i campi. Una di queste ha anche un ritorno al fiume come è sempre avvenuto in un recente passato. Sono pratiche che potrebbero essere ampliate a tutto il sottobacino del fiume Olona. Nel parco Mulini andrebbero fatti altri due ritorni al fiume uno in sponda ds a Canegrate e uno in sinistra all'isolino di Parabiago in area di laminazione.

Per le compensazioni del progetto di impermeabilizzazione del Canale Villoresi è stato redatto e verrà realizzato il progetto Saettone che potrebbe essere riproposto in altre aree dei parchi Mulini e Roccolo.

Il parco Mulini ha approvato il progetto Assiolo per l'introduzione di servizi ecosistemici nella valle Olona, ma che potrebbe essere esteso anche ai parchi vicini.

Il monitoraggio faunistico eseguito mostra interessanti risultati reperibili cliccando qui che si riassume in oltre cento specie di uccelli che hanno visitato il Parco dei Mulini. La natura quindi ha risposto subito agli interventi di riqualificazioni in atto. Più lenta è invece la cittadinanza che ha bisogno ancora di scoprire, capire e rendere permanenti i cambiamenti in atto. Per questo motivo sono in atto progetti di tipo culturale quali Olona greenway, Mulino day, Giri d'acqua/Olona film festival e il Piano integrato della cultura PIC-ter "La valle ti richiama".

1. PATTO PER LA CURA E LA VALORIZZAZIONE DEGLI AGROECOSISTEMI LUNGO IL FIUME OLONA E IL CANALE VILLORESI E LA FORNITURA DEI PRODOTTI LOCALI

Data la carenza di terreni pubblici su cui intervenire (quasi tutti oggetto di intervento) abbiamo lavorato con gli agricoltori per stipulare questo patto. Per i dettagli vedere il testo che è reperibile al sito web dedicato e la cui planimetria dei terreni coinvolti è reperibile cliccando qui. In particolare dalla mappa dei terreni agricoli coinvolti risulta evidente che tramite il coordinamento di interventi finanziati col PSR e l'acquisto di servizi ecosistemici sarebbe possibile rafforzare la rete ecologica esistente e massimizzare i benefici ambientali dei fondi PSR e di altri finanziatori.

2. Corridoi fruitivi ed ecologici

C’è interesse alla costruzione dei collegamenti tra i parchi locali della zona.

Qualche proposta ancora parzialmente condivisa c’è già:

1. masterplan Varco Villoresi e studi di settore compreso quello circa la manutenzione arborea del canale Villoresi

2. proposte puntuali per la rete ecologica locale e ipotesi di collegamento tra parchi Mulini e Mughetti (vedere di seguito in questa pagina)

3. Manutenzioni

C’è il tema delle manutenzioni dei corsi d'acqua (vedi situazione), del reticolo idrico minore e delle aree oggetto di interventi ambientali finanziate alcuni anni che a breve dovremo prendere in carico. Le nuove linee regionali per la manutenzione del reticolo idrico sono un punto di partenza per programmare le attività manutentive/riqualificazione del reticolo idrico. Il recente stanziamento di 4 milioni di euro da parte di Regione per la sperimentazione in 4 bacini idrografici (tra cui l'Olona) delle linee guida, il budget finalmente stanziato da AIPO per le manutenzioni ordinarie, le convenzioni con CFO che molti enti stanno perfezionando e coordinando fanno ben sperare che un nuovo approccio di gestione comune e manutenzione del territorio possa essere attuato.

B. IPOTESI DI COLLABORAZIONE

Alla luce di quanto sopra vedo alcune possibili ipotesi di lavoro comune nel breve termine:

1. utilizzare il bando Sottomisura 4.4 "Sostegno ad investimenti non produttivi connessi all’adempimento degli obiettivi agro-climatico-ambientali" con scadenza il 16/04/2018 per poter realizzare alcune delle idee sopra indicate. REALIZZATA NEL 2018 VAI ALLA PAGINA

2. confrontarci circa la gestione e manutenzione naturalistica del reticolo idrico e interventi che ne aumentino la funzionalità ecologica e in genere la manutenzione delle aree pubbliche oggetto di interventi ambientali. IN CORSO - VAI ALLA PAGINA

3. connessioni ecologiche tra parchi: sinergie che potremmo avere tra noi e tra noi e il gruppo di lavoro del progetto life Gestire 2020 per il rafforzamento della rete ecologica. Realizzare azioni per l’incremento del capitale naturale (vedi bando CARIPLO) (ad esempio riproponendo tal quali le azioni del progetto Life “lifetib”: deframmentazione rete ecologica, contenimento specie alloctone, collocazione di nidi artificiali, collocazione di log-pyramid in bosco per aumentare i siti idonei alla fauna saproxilica, interventi su alberi esotici per aumentare la necromassa per la fauna saproxilica, nuove zone umide per gli anfibi, muretti a secco o sassi accatastati per i rettili)

4. potenziare e/o attivare progetti di economia circolare come quello attivato a Parabiago nell’ambito del Patto agricolo .

5. acquisire servizi ecosistemici dagli agricoltori

B3. Connessioni ecologiche tra parchi

I bandi CARIPLO 2019 sono interessanti, ma richiedono progetti consistenti, premiando ampie aggregazioni quale potrebbe essere nel nostro territorio quella del Parco Roccolo, Mulini, basso Olona e Mughetti.

In merito al primo bando (capitale naturale) a mio parere potremmo proporre in aree pubbliche e private le azioni del progetto Life “lifetib” riguardante il potenziamento delle connessioni ecologiche (deframmentazione rete ecologica, contenimento specie alloctone, collocazione di nidi artificiali, collocazione di log-pyramid in bosco per aumentare i siti idonei alla fauna saproxilica, interventi su alberi esotici per aumentare la necromassa per la fauna saproxilica, nuove zone umide per gli anfibi, muretti a secco o sassi accatastati per i rettili)

In merito al secondo bando (coltivare valore) si potrebbero ampliare le buone pratiche di economia circolare già in atto nel territorio del Parco Roccolo di cui vi parlavo (compostaggio rifiuti vegetali dei comuni – fertilizzazione campi con compost al posto dei fanghi e/o rifiuti – coltivazione con agricoltura conservativa – produzione di semi antichi – macinazione a pietra in mulino locale – panificazione – rivendita in negozio o mense scolastiche)

E' noto infatti che alcuni dei nostri terreni vengono fertilizzati con rifiuti.

L’argomento si inquadra nel tema più ampio della politica agraria e dell’agricoltura ecocompatibile: siamo sicuri che spandere rifiuti sui campi sia il modo più opportuno e remunerativo di fare agricoltura?

I vetri sminuzzati che luccicano nei nostri campi (risultato dello smaltimento dei rifiuti di diversi decenni fa) ci fanno pensare che non sia opportuno.

Ma c’è anche l’aspetto economico. Alcune aziende (almeno tre nel Parco Roccolo) hanno capito che conviene adottare le misure agroclimaticoambientali del PSR, pratica che esclude l’uso di rifiuti ed eccessive lavorazioni del terreno. Una di queste aziende fertilizza i campi con compost prodotto in azienda trattando il verde conferito dai cittadini di Parabiago. Su questi campi ubicati nel Parco si coltiva il Pane di Parabiago.

Altre aziende hanno partecipato al bando PSR per la realizzazione di oltre 5 Km di nuove siepi su terreni pubblici e privati (clicca per approfondire).

Tutto ciò è già stato condiviso nel patto PER LA CURA E LA VALORIZZAZIONE DEGLI AGROECOSISTEMI LUNGO IL FIUME OLONA E IL CANALE VILLORESI E LA FORNITURA DEI PRODOTTI LOCALI ( clicca per approfondire ) con Parco Mulini, Parco Roccolo, DAVO e alcuni agricoltori dei ns. Parchi.

Come è possibile promuovere ed incentivare pratiche di economia circolare e sostenibile in agricoltura?

I Parchi potrebbero da un lato far conoscere le buone pratiche e/o favorire le opportunità del PSR (come è avvenuto col bando delle siepi, grazie ai facilitatori fluviali del progetto life Gestire 2020) e dall’altro acquistare servizi ecosistemici (che non si devono sovrapporre ai contributi europei del PSR).

I bandi CARIPLO potrebbero fare al caso nostro e pagare i servizi ecosistemici, afferenti principalmente alle connessioni ecologiche, ma anche riconducibili alla manutenzione diffusa del territorio, alla gestione del reticolo idrico, al contenimento di specie invasive.

Di seguito riportiamo le idee emerse sin ora nel percorso di partecipazione avviato dal Parco Mulini che riguarda anche altri parchi.

B5 servizi ecosistemici

Vedere la pagina dedicata.

Questa è una pagina di lavoro per raccogliere le proposte di connessione tra i Parchi con particolare attenzione alla cura degli agroecosistemi.

Opportunità di finanziamento colta, finanziato il progetto Averla piccola 2.0!

Alcune aziende agricole coordinate dal Parco Mulini e dai facilitatori fluviali di Regione Lombardia hanno aderito al bando Sottomisura 4.4 "Sostegno ad investimenti non produttivi connessi all’adempimento degli obiettivi agro-climatico-ambientali" con scadenza il 16/04/2018 (reperibile qui) per la realizzazione di 5,25 Km di siepi e la loro manutenzione per un periodo di 10 anni. Nel marzo 2019 Regione ha finanziato il progetto.

Vedere pagina dedicata Progetto AVERLA PICCOLA 2.0

Aderisci al progetto Averla piccola 3.0: scrivici

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Aree prioritarie di intervento

vedere pagina dedicata

Proposte puntuali per una rete ecologica tra i parchi Mulini, Roccolo e Mughetti

Proposte per la rete ecologica pervenute nel 2019

Come d'accordo si trasmette una sintesi delle osservazioni e suggerimenti gestionali che proponiamo all'attenzione di Parco Mulini per favorire la conservazione dei valori naturalistici delle aree oggetto della campagna triennale di monitoraggio ornitologico recentemente terminata, nonché delle rimanenti aree del Parco.

- Parades: entrando dall’ingresso attuale i visitatori mettono in fuga gli animali presenti. Suggeriamo di creare un altro ingresso a sud su viale Marconi, comodo per parcheggiare e da dove le persone possono passare nascoste dalle siepi (quando saranno cresciute) senza disturbare la fauna;

- Isolino: nella zona è presente l’unico bosco che arriva fino alle sponde dell’Olona; se possibile, prolungarlo lungo Via Resegone fino a collegarsi all'area boscata dell’Isolino;

- Foppa di San Vittore: è indispensabile apporre cartelli di divieto di lasciare cani liberi ed anche di farli entrare a far il bagno nella Foppa; il livello dell’acqua va mantenuto COSTANTE; i gatti vanno contenuti in quanto pericolosi per gli uccelli selvatici, se si tratta di colonia felina, va gestita come tale, quindi tutti gli esemplari vanno quantomeno catturati e sterilizzati per poi essere reimmessi sul territorio; coltivare a prato stabile tutta l’area di divieto di caccia ed evitare l’utilizzo di prodotti fitosanitari di alcun tipo, un taglio dell'erba, eventualmente va fatto solo ad agosto; piantare una siepe od installare una recinzione in modo che chi cammina sul sentiero non abbia la possibilità né di entrare, né di far entrare i cani nel prato confinante con il lato nord della Foppa di San Vittore; installare alcune cassette nido Schwegler per piccoli passeriformi nel bosco a nord della Foppa e su lato Olona; installare nido per rapaci notturni su platano; suggeriamo la realizzazione (ove fisicamente possibile) di muretti a secco lungo l'Olona Green Way, essi servirebbero ad aiutare la biodiversità, molte specie ne approfitterebbero, inoltre sono un arredo urbano anche bello da vedere (l'UNESCO li ha recentemente dichiarati Patrimonio dell'Umanità).

- Vallo di San Vittore: evitare attività umane in contrasto con la vita selvatica, ad esempio evitare di usare schiumogeni nell’area in cui sono presenti pozzanghere utilizzate come sito riproduttivo dai rospi (come già avvenuto e segnalato da Lipu nell’anno 2018 durante una gara podistica, segnalazione fatta a Parco dei Mulini e comune di San Vittore Olona); verificare se le piante piantate per la schermatura del residence sono ancora vive; apporre cartelli con divieto di caccia; proporre a Beer Banti di modificare l’illuminazione in modo che la luce non raggiunga la sponda sinistra dell’olona (illuminare solo il parcheggio del locale).

Per quanto riguarda l'Isola del Castello, va evidenziato che la gestione attuale dell'area non è compatibile con un miglioramento ambientale, ciò a causa dell’uso ricreativo a cui è stata destinata e della gestione che viene fatta della vegetazione.

In tutte le aree è consigliabile l'installazione di appositi cartelli esplicativi ove viene descritto il luogo e l'idoneo comportamento da tenere in queste zone in cui è certa la presenza di flora e fauna selvatica.

Distinti saluti,

i Volontari Lipu della Sezione di Parabiago - febbraio 2019

Proposte per la rete ecologica pervenute nel 2018

Diego Massalongo il 5.1.2019 ha scritto:

eliminare le criticità antropiche in località cimitero di San Lorenzo di Parabiago varco rete ecologica provinciale.

c'è un bosco compreso nel piano di indirizzo forestale e sue aree limitrofe che è utilizzato come vivaio e deposito .

E' quindi necessari notificare ai proprietari dei luoghi al foglio 1 particella 358 e 380 di eliminare le attività antropiche non consentite nel area.

E di limitare l'uso del bosco alle sole attività forestali.

Mentre nelle altre aeree non coperte da boschi o filari tagliare l'erba solo una volta all'anno in agosto.

In oltre è stato inserito nel Plis dei Mulini questo territorio????.

Eliminare la pista ciclopedonale al interno del alveo nel vallo (via Turati) lasciare il tratto via Fornasone .

Che ha contribuito assieme all'area mercato e al parcheggio in via XXIV Maggio a diminuire la biodiversità e ad aumentare il consumo di suolo nel vallo.

Prevedere aree particolarmente protette nei punti dove è necessario realizzare varchi faunistici.

Realizzare varchi Faunistici.

Vietare la caccia in tutto il PLIS e aree contigue ormai troppo urbanizzate.

Altre proposte le trovate qua.

https://www.google.com/maps/d/u/0/viewer?mid=1EG-U-jVFjDbn-OWg5iuzhYzPOq4&ll=45.57451154108905%2C8.955195245538789&z=14


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Piante morte per favorire insetti saproxilici


http://www.iucn.it/elenco-sistematico.php


pagina 65

4.2.4 L’importanza del verde urbano

Molte ricerche (Carpaneto & Piattella 1997, Ranius et al. 2005, Oleksa et al. 2006, Buse et al. 2007, Carpaneto et al. 2010) hanno messo in luce la sopravvivenza di molti coleotteri saproxilici anche in zone urbanizzate e quindi fortemente disturbate dalla presenza dell’uomo e dalla gestione municipale degli spazi verdi. La loro presenza può essere rilevata prevalentemente in alberi che costeggiano i viali o all’interno di parchi e aree verdi. In Italia queste circostanze sono state verificate in particolare per Cerambyx cerdo, Osmoderma eremita, Lucanus tetraodon e per molte altre specie rare e localizzate, anche se non protette dalla Direttiva Habitat. In molte aree urbane, soprattutto dell’Italia peninsulare, molte specie sono state segnalate anche in tempi recentissimi, in particolare nei parchi pubblici di più antica costituzione e all’interno di antiche ville storiche. Queste situazioni possono però entrare in conflitto normativo con la necessità di autotutela delle proprietà e dei comuni nei confronti di potenziali danni o lesioni provocate dal crollo di alberi attaccati massicciamente da coleotteri saproxilici (Carpaneto et al. 2010). Appare quindi essenziale attivare una sinergia tra entomologi ed amministrazioni comunali nella gestione dei tagli di alberi o parti di alberi attaccati da specie protette, che garantisca il migliore compromesso possibile tra la tutela delle specie saproxiliche e quella dell’incolumità dei fruitori dei parchi pubblici. Un caso emblematico è rappresentato dal parco di Villa Borghese a Roma dove sopravvive ancora una piccola popolazione di Osmoderma eremita (presenza confermata durante il Progetto ARP-Lazio – si veda il retro di copertina del presente volume – almeno fino al Luglio 2009). All’interno di Villa Borghese nell’estate del 2009 uno degli alberi più importanti per la conservazione di questa specie è stato infatti abbattuto dal Servizio Giardini del Comune di Roma, in quanto ritenuto pericoloso per l’incolumità dei cittadini. Era l’unico albero in cui fosse stata dimostrata la riproduzione di Osmoderma eremita durante uno studio condotto nel 2005 da alcuni dagli autori del presente testo, come Valutazione di Incidenza degli interventi di taglio previsti dal Comune. Pertanto, la sopravvivenza di questa specie (protetta dagli allegati II e IV della Direttiva Habitat) a Villa Borghese (area SIC protetta dalle convenzioni internazionali e designata proprio per la presenza di Osmoderma eremita e di Cerambyx cerdo) è attualmente molto problematica, se non del tutto compromessa. Negli ambienti urbani, i grandi coleotteri saproxilici hanno d’altra parte trovato per molto tempo condizioni favorevoli alla loro sopravvivenza, per almeno due motivi: 1) l’invecchiamento degli alberi che, in queste aree, non erano soggetti a taglio per il legname ma dovevano soltanto fornire ombra e decoro; 2) la scarsa presenza di predatori in aree assiduamente frequentate dall’uomo, dove la presenza di mammiferi selvatici, uccelli e rettili era ridotta. Nelle ultime decadi, però, le politiche di sicurezza per l’incolumità dei cittadini, in alcuni casi forse eccessive e sproporzionate al rischio, come abbiamo appena visto hanno aumentato gli interventi sugli alberi, eliminando quelli che rischiavano di cadere e che nello stesso tempo rappresentavano i migliori siti riproduttivi per i saproxilici. Inoltre, si è registrato un forte aumento di ucI grandi alberi vetusti dei parchi urbani rappresentano spesso un insospettabile serbatoio di biodiversità per specie saproxiliche anche di grande rilievo conservazionistico. In alberi di questo tipo, anche in pieno contesto cittadino, possono essere ancora osservate specie come Osmoderma eremita, Protaetia lugubris, P. speciosissima, P. affinis (Scarabaeidae Cetoniinae), Oryctes nasicornis (Scarabaeidae Dynastinae), Cerambyx cerdo, C. welensii, C. miles, Necydalis major, Prinobius myardi (Cerambycidae), Lucanus cervus, L. tetraodon (Lucanidae), Eurythyrea quercus, Latipalpis plana (Buprestidae) e numerose altre. Foto © Paolo Audisio LISTA ROSSA dei Coleotteri saproxilici italiani 66 celli di grandi e medie dimensioni (corvidi, gabbiani e storni in particolare) che si sono stabiliti in numero sempre maggiore nelle città, attirati dalla presenza di rifiuti e di altre risorse trofiche di origine antropica, e che predano frequentemente anche i grandi coleotteri. A riprova di ciò, sempre più spesso nei mesi estivi è possibile osservare sul terreno di parchi e viali cittadini i resti di grandi cerambici e scarabei rinoceronti con le elitre ed il pronoto perforati dal becco di uccelli.

Pozza per anfibi in località cinin

Considerazioni pervenute nel 2017

SULLA RETE ECOLOGICA

La presenza del cinghiale significa che la rete ecologica funziona e che il Parco del Roccolo ha una grande importanza nell'ambito della rete regionale. L'uccisione del cinghiale significa invece che quando gli animali arrivano qui, trovano ambienti pericolosi e pieni di strade e di gente che non sa neanche che ci possono essere animali di grossa taglia.

E' necessario che i parchi e le associazioni facciano una corretta comunicazione alla gente e che la gente sia più attenta sulle strade.

Potrebbe tornare anche il lupo (l'ultimo è stato ucciso ad Arluno all'inizio del 1800). Prima però il lupo deve scendere dalle alpi al Ticino. Per ora pare sia già arrivato in valle d'Aosta. Il lupo verrà da noi se ci saranno abbastanza ungulati da mangiare.

Ma anche gli ungulati avranno vita difficile con questo traffico.

Proposte pervenute nel 2017

Massalongo (LIPU): visto il piano di azione per la tutela della starna della fauna saproxilica degli anfibi è necessario realizzare in più luoghi del parco siepi con al interno pozze a tenuta del acqua piovana di metri cubi dieci profonde al massimo 1 metro, con sponde dall’andamento irregolare e pendenza limitata in modo da creare micro ambienti differenziati in termini di profondità e di insolazione per lo sviluppo delle larve degli anfibi. un tronco schiantato o andane di tre metri cubi di legname sterro per la fauna saproxilica e muretti a secco con tre metri sterri di sassi costruendo al interno delle nicchie realizzate anche con pietre piatte o laterizi per anfibi e rettili e altra fauna.

-Posizionare su pali alti tre metri fuori terra dei nidi artificiali per uccelli e chirotteri.

Con questa azione si intende realizzare un sistema di oasi che possa permettere uno scambio di individui e la loro facilitazione nello spostamento tra una zona e l’altra.

Le pozze e le cataste devo essere posizionate in modo da ricevere buona insolazione al mattino e ombra il pomeriggio.



18_5_2017.pdf

Proposta di collegamento Parchi Mulini-Mughetti

Documentazione utile

SISTEMA VERDE V'ARCO VILLORESI - ANALISI NATURALISTICA

Relazione tecnica a cura di Calvi Gianpiero Con la collaborazione di Elisabetta de Carli Studio Pteryx di Calvi e Vitulano - Ottobre 2015


pag. 23

Ambito 2. Da Arconate a Nerviano

Analisi naturalistica e composizione dei corridoi ecologici

L'Ambito è caratterizzato da un elevata urbanizzazione del territorio, in particolar modo a nord del

Canale Villoresi. Le zone a maggiore naturalità corrispondono alle aree agricole presenti nella parte

meridionale dell'Ambito, dove sono presenti ampi spazi agricoli principalmente coltivati a mais o altri

cereali, ma caratterizzati anche dalla presenza di diverse aree a prato stabile e da diffusi e numerosi

siepi e filari. Proprio grazie a queste caratteristiche tali aree agricole sono riconosciute come aree

agricole ad elevato valore naturalisitico, in particolar modo quelle localizzate nella parte sud-

occidentale dell'Ambito (Brambilla et al., 2014). Nella parte a nord del Canale Villoresi le maggiori

potenzialità dal punto di vista ecologico sono date dalle aree lungo il Fiume Olona che includono

qualche piccola zona cespugliata ed arborata, diversi prati stabili e una buona dotazione di siepi e

filari.

La parte meridionale dell'Ambito è parzialmente inclusa nel Parco Locale di Interesse Sovracomunale

del Roccolo. Le attività di ricerca nel PLIS sono particolarmente sviluppate e le informazioni oggi a

disposizione indicano chiaramente come ecomosaici agricoli di buona qualità possano sostenere

elevati livelli di biodiversità. Nel PLIS le specie vegetali censite sono almeno 234, appartenenti a 70

famiglie e 180 generi. Tra queste nove sono protette in Lombardia: anemone di bosco (Anemone

nemorosa), fragolina di bosco (Fragaria vesca), mughetto (Convallaria majalis), campanula bienne

(Campanula patula), campanula selvatica (Campanula trachelium), pungitopo (Ruscus aculeatus),

narciso (Narcissus poeticus), iris giallo (Iris pseudacorus), Mazzasorda (Typha latifolia). Tre sono le aree

di particolare valore floristico: il bosco di Arluno, il bosco della Brughierezza, che si estende lungo il

Canale Villoresi, e infine il sistema di boschi che si estende tra Canegrate, Busto Garolfo e Parabiago.

La vegetazione potenziale in gran parte dell'Ambito può essere ricondotta alle formazioni dell’alleanza

Carpinion betuli, tuttavia nessun lembo della vegetazione originaria si è conservato intatto a causa

delle radicali trasformazioni che da secoli interessano il territorio. I boschi attuali sono in grave stato di

degrado per la dominanza di ciliegio tardivo. Eccezioni a tale quadro sono costituite dai boschi di

Arluno e quelli tra Casorezzo e Busto Garolfo, dove la presenza di specie autoctone come farnia e

rovere (Quercus petraea) è più abbondante e costituisce un elemento di pregio ambientale. Tra le

specie arbustive che costituiscono il sottobosco vi sono principalmente sambuco, biancospino,

nocciolo, prugnolo selvatico, beretta del prete (Euonymus europaeus) e sanguinella, tutte specie

baccifere importanti per la fauna, in particolar modo l'avifauna migratoria (Dal Santo, 2005a).

Dal punto di vista faunistico, le ricerche effettuate sugli Odonati hanno portato alla osservazione di

ben 31 specie di cui 11 Zigotteri e 20 Anisotteri. La ricchezza in specie dell'area è significativa, anche se

negli ultimi 15 anni è stato evidenziato un declino numerico della maggior parte delle specie. Anche

se rare, sono presenti specie di un certo interesse scientifico come Onycogomphus uncatus,

Cordulegaster boltoni, Sympetrum vulgatum e una specie, Calopteryx virgo padana, considerata

minacciata di estinzione a livello nazionale (Dal Santo, 2005b).

Nell'ambito sono stati osservati almeno 100 specie di Uccelli dei quali oltre la metà nidificanti. Il

popolamento ornitico è di indubbio interesse sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. Tale

ricchezza è dovuta alla diversità degli ambienti presenti che, pur pesantemente interessati dalla

attività antropica, sono tali da sostenere buoni livelli di biodiversità. Nell'Ambito sono presenti alcune

cave con laghi talora contornati parzialmente da canneto in cui nidificano, o hanno nidificato

nell'ultimo trentennio, tarabusino, gruccione, migliarino di palude, gallinella d'acqua, porciglione,

svasso maggiore e germano reale. Tra gli uccelli svernanti è stato inoltre segnalato, anche se solo

occasionalmente, il tarabuso, oltre alle consuete presenze di airone cenerino, garzetta, martin

pescatore e cormorano. Il martin pescatore frequenta anche la rete irrigua che si origina dal Canale

Villoresi. I prati permanenti, che vengono irrigati anche in inverno, ospitano specie svernanti quali

beccaccino, migliarino di palude e pavoncella. Gli ambienti boschivi ospitano comunità ornitiche

tipiche dei boschi di pianura (picchio verde, picchio rosso maggiore, capinera, picchio muratore e

fringuello). Tra le specie nidificanti di particolare interesse vi è lo sparviere che ha visto negli ultimi anni

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una continua espansione numerica. L'Ambito è peraltro interessato dalla presenza di numerose specie

migratrici, come peraltro sottolineato dal nome di uno dei PLIS presenti: Parco del Roccolo. I roccoli

sono infatti strutture che nel secolo scorso venivano utilizzate per la cattura di uccelli a scopo

alimentare. Poiché gran parte degli uccelli veniva catturata in periodo di migrazione, la presenza di

roccoli in un determinato territorio indica con certezza zone in cui i flussi migratori sono stati sempre

abbondanti.

L'erpetofauna e la teriofauna includono specie tipiche degli agroecosistemi planiziali. Da segnalare la

presenza di ramarro, praticamente scomparso nei decenni passati e che ora va colonizzando

rapidamente le sponde del Villoresi con alcune piccole popolazioni. Si tratta di una specie esigente,

che risente pesantemente delle alterazioni ambientali e dell'inquinamento, soprattutto legato agli

insetticidi. In molte aree più intensamente coltivate la specie è perciò in forte diminuzione o a rischio di

estinzione. Nei boschi è presente il saettone (Zamenis longissimus), specie che In pianura appare rara e

con poche popolazioni note localizzate nei boschi planiziali relitti (Dal Santo, 2005a).

La parte meridionale dell'ambito è quella che garantisce la connessione ovest-est. È infatti presente il

corridoio a bassa o moderata antropizzazione che unisce il Parco del Ticino con il Bosco di Vanzago e

quindi risalendo verso nord al Parco delle Groane. Lungo tale corridoio, denominato Dorsale Verde

Nord Milano, in corrispondenza del PLIS del Roccolo è anche presente uno dei nodi della RER. Un altro

nodo è invece localizzato lungo l'Olona, nelle aree incluse nel PLIS dei Mulini. La Rete Ecologica

Provinciale, oltre a far propri gli elementi della RER, identifica a livello di maggior dettaglio un corridoio

che dai confini meridionali dell'Ambito si dirige in direzione sud verso il Parco Agricolo Sud Milano e un

corridoio che lambisce la parte settentrionale dell'Ambito in direzione del ganglio che include il PLIS

dell'Alto Milanese. L'intero tratto di Fiume Olona è incluso in quello che la REP individua come asse

ecologico Lambro-Seveso-Olona. Nell'Ambito sono individuati due varchi della RER, il primo indicato

come da mantenere e da deframmentare, è localizzato tra gli abitati di Villa Cortese e Busto Garolfo,

il secondo, da mantenere, è localizzato al confine nord-occidentale dell'Ambito, tra Villa Cortese e

Dairago. La REP individua un ulteriore varco in sponda sinistra dell'Olona, tra San Vittore Olona e

Parabiago.

Transetto 2.1. Valle dell'Olona

Analisi naturalistica

Il transetto include una delle aree a più elevata urbanizzazione e industrializzazione della provincia di

Milano, tuttavia il corso del Fiume Olona e le sue zone perifluviali presentano caratteristiche di

potenziale naturalità. Sono infatti presenti estese zone agricole, con numerose aree prative. La

dotazione di siepi e filari è piuttosto elevata e in alcune aree agricole abbandonate si sono instaurati

elementi arbustivi che possono concorrere alla differenziazione dell'eco-mosaico. La presenza di

boschi è scarsa e nelle poche macchie arboree presenti la diffusione di specie esotiche (ciliegio

tardivo e robinia) è elevata. Tuttavia a fronte della realizzazione degli interventi di riqualificazione

ambientale previsti lungo il corso dell'Olona e il mantenimento dei prati e delle siepi e filari, l'area

potrebbe assumere caratteristiche idonee ad ospitare piccole popolazioni relativamente ben

strutturate di specie di uccelli relativamente esigenti, soprattutto di ambiente prativo ed ecotonale,

quali allodola, saltimpalo, pigliamosche e averla piccola. La riqualificazione degli ambienti umidi

fluviali potrebbe inoltre favorire la presenza degli Odonati. L'ambito in cui è inserito il transetto è infatti

caratterizzato, nella sua parte meridionale, da un'elevata ricchezza specifica (circa una trentina di

specie di Odonati sono presenti nel Parco del Roccolo), situazione che indica una buona potenzialità

del territorio. A tale proposito il Canale Villoresi potrebbe costituire una via preferenziale di

colonizzazione in quanto il tratto che unisce il Parco del Roccolo all'Olona anche dove attraversa aree

urbanizzate presenta almeno una delle due sponde contornata da vegetazione naturale o semi-

naturale. Nell'ambito delle opere di riqualificazione degli ambienti umidi dell'Olona è inoltre prevista la

realizzazione di habitat idonei a favorire la presenza di tarabusino (Ixobrychus minutus), un piccolo

airone caratterizzato da uno status di conservazione sfavorevole sia a livello italiano sia europeo,

(inserito pertanto nell'Allegato I alla Direttiva Uccelli). La specie è legata alla presenza di canneti

anche di modesta estensione, ma esige una buona presenza di vegetazione acquatica, alternata a

porzioni anche ristrette di acqua aperta. La situazione ideale è rappresentata da canneti a Phragmites

in cui costruire il nido e dalla presenza di altra vegetazione galleggiante, come i lamineti con ninfea

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bianca (Nymphaea alba) e ninfea gialla (Nuphar luteum) o le superfici coperte dalla castagna

d'acqua (Trapa natans).

Le aree non urbanizzate incluse nel transetto rientrano quasi completamente in elementi della Rete

Ecologica Provinciale, che lungo tutto l'asse dell'Olona riconosce un importante asse ecologico.

L'importanza di tali aree per la connettività è tale che vengono inoltre identificati un varco ed un

corridoio che a circa metà del transetto conducono in direzione nord-est verso il ganglio costituito

dalle aree localizzate lungo il Torrente Bozzente.


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bianca (Nymphaea alba) e ninfea gialla (Nuphar luteum) o le superfici coperte dalla castagna

d'acqua (Trapa natans).

Le aree non urbanizzate incluse nel transetto rientrano quasi completamente in elementi della Rete

Ecologica Provinciale, che lungo tutto l'asse dell'Olona riconosce un importante asse ecologico.

L'importanza di tali aree per la connettività è tale che vengono inoltre identificati un varco ed un

corridoio che a circa metà del transetto conducono in direzione nord-est verso il ganglio costituito

dalle aree localizzate lungo il Torrente Bozzente.

Transetto 2.2. Progetto DARDO

Analisi naturalistica

Il transetto è caratterizzato da ampi spazi non urbanizzati, tranne che nella sua parte settentrionale, in

corrispondenza dell'abitato di Villastanza, frazione di Parabiago. Si tratta di un agro-ecosistema ben

strutturato, con la presenza di prati permanenti, abbondanti siepi e filari e zone boscate che vedono

nel bosco di Vanzago, posto nell'estremo meridionale del transetto, la loro massima espressione. Molte

delle zone agricole sono riconosciute ad alto valore naturalistico (Brambilla et al., 2014).

I boschi sono dominati da robinia e ciliegio tardivo, tuttavia nel bosco di Vanzago la naturalità risulta

più spiccata. Sono infatti presenti boscaglie igrofile lungo le rive di alcune zone umide con individui

generalmente di giovane età di Salix spp., (soprattutto salice bianco), pioppo bianco (Populus alba) e

frassino (Fraxinus excelsior). Concorrono a formare lo strato arbustivo il salice cenerino (Salix cinerea) e

il sambuco, mentre lo strato erbaceo è costituito da canapa acquatica (Eupatorium cannabium),

attaccamani (Gallium aparine) e giaggiolo acquatico (Iris pseudacorus). Quantitativamente notevole

infine, la presenza di piante lianose e/o sarmentose quali il vilucchio bianco (Calystegia sepium),

l'edera (Hedera helix) e il luppolo (Humulus lupulus). I boschi mesofili di latifoglie decidue sono più

abbondanti e assumono un significato ecologico di maggiore rilevanza. La copertura arborea è data

prevalentemente da robinia, farnia e rovere, che formano lo strato superiore, spesso con esemplari di

ragguardevoli dimensioni. Nello strato sottostante risulta tuttavia quasi sempre dominante il ciliegio

tardivo che impedisce lo sviluppo del sottobosco, il quale si limitata a sporadiche presenze di

nocciolo, biancospino e sambuco. Poche anche la specie erbacee, tra cui si ritrovano alcune

presenze caratteristiche dei boschi planiziali padani (anemone dei boschi - Anemone nemorosa,

campanella comune - Leucojum vernum, pervinca e sigillo di Salomone - Polygonatum multiflorum) e,

perciò, ecologicamente assai significative; particolarmente abbondanti risultano il mughetto

(Convallaria majalis) e la felce aquilina (Pteridium aquilinum). Parte del bosco di Vanzago è ascrivibile

all'habitat 9160 - Querceti di farnia o rovere subatlantici e dell'Europa Centrale del Carpinion betuli

(Allegato I alla Direttiva Habitat) (fonte: Pdg SIC/ZPS).

Dal punto di vista faunistico l'area di maggiore interesse è ancora quella del bosco di Vanzago e delle

aree agricole immediatamente limitrofe. Va tuttavia sottolineata l'estrema importanza dell'intero agro-

ecosistema presente nel transetto, senza il quale l'assetto faunistico dell'area meridionale non sarebbe

così ricco e diversificato. Le informazioni più dettagliate riguardano l'avifauna che include soprattutto

specie legate agli ambienti umidi, frequentanti il sito soprattutto nel periodo di migrazione e

svernamento, quali ad esempio alcuni aironi (garzetta -Egretta garzetta, airone cenerino - Ardea

cinerea, airone rosso - Ardea purpurea, nitticora - Nycticorax nycticorax), numerosi anatidi e altre

specie legate agli specchi d'acqua (germano reale - Anas platyrhynchos, marzaiola - Anas

querquedula, codone - Anas acuta, mestolone - Anas clypeata, canapiglia - Anas strepera, fischione -

Anas penelope, fistione turco - Netta rufina, moriglione - Aythya ferina, moretta - Aythya fuligula,

cormorano - Phalacrocorax carbo, svasso piccolo – Podiceps nigricollis, tuffetto - Tachybaptus

ruficollis, folga - Fulica atra) e limicoli e altre specie affini (pettegola - Tringa totanus, albastrello - Tringa

stagnatilis, pantana - Tringa nebularia, piro piro culbianco - Tringa ochropus, corriere piccolo -

Charadrius dubius, beccaccino - Gallinago gallinago, piro piro piccolo - Actitis hypoleucos). Tra le

specie nidificanti legate agli ambienti umidi, di interesse per la conservazione a livello europeo, vi sono

il tarabusino e il martin pescatore. Sono molto numerosi i rapaci, sia diurni sia notturni, che frequentano

per scopi trofici il mosaico di ecosistemi agricoli presenti nel transetto, in particolar modo durante il

periodo di migrazione e svernamento (tra i rapaci diurni falco pecchiaiolo - Pernis apivorus, nibbio

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bruno - Milvus migrans, falco di palude - Circus aeruginosus, albanella reale - Circus cyaneus, astore -

Accipiter gentilis, sparviere - Accipiter nisus, poiana - Buteo buteo, falco pescatore - Pandion haliaetus,

gheppio - Falco tinnunculus, lodolaio - Falco subbuteo; tra i rapaci notturni barbagianni - Tyto alba,

civetta - Athene noctua, allocco - Strix aluco, gufo comune - Asio otus, gufo di palude - Asio

flammeus) (fonte: Pdg SIC/ZPS).

L'erpetofauna e la teriofauna vedono la presenza di specie tipiche della pianura padana, tuttavia

con interessanti presenze di Emys orbicularis e Triturus carnifex nelle aree umide.

Tutte le aree non urbanizzate del transetto sono riconosciute quali elementi fondamentali delle reti

ecologiche regionale e provinciale: la RER individua in corrispondenza del bosco di Vanzago un nodo

della rete, da cui transita un corridoio a bassa o moderata antropizzazione che poco a più a sud si

divide in due tronconi, un diretto a sud (Corridoio Ovest Milano) e uno a nord-est (Dorsale Verde Nord

Milano); analogamente la REP identifica un ganglio della rete e due corridoi.



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Il corridoio RER: aree agricole AVN e infrastrutture

Dal punto di vista della rete ecologica l'Ambito 2 è caratterizzato dalla presenza del corridoio RER a

sud in corrispondenza grossomodo del PLIS del Roccolo; tale corridoio dovrebbe connettere il Parco

del Ticino al Bosco di Vanzago

Il corridoio RER si caratterizza per ambiti agricoli di qualità (aree agricole ad Alto Valore Naturale -

AVN) e gli interventi di miglioramento ambientale sul corridoio andrebbero dunque realizzati nell'ottica

di strutturare il paesaggio (siepi, filari, boschetti e prati) ed estensificare l'attività nel comparto agricolo.

In base alle informazioni recuperate non sono presenti all'interno del corridoio ambiti di trasformazione

significativi, se non la tangenziale di Casorezzo a sud-ovest che tocca però marginalmente il corridoio.

Il corridoio RER è comunque intersecato da diverse strade provinciali (Figura 2.4) che ne interrompono

la continuità ecologica e il cui impatto andrebbe ridotto con interventi opportuni.

Connessioni difficili

Le connessioni nord-sud sono fortemente compromesse: gli abitati di Villa Cortese, San Giorgio su

Legnano, Parabiago e Canegrate formano ormai una conurbazione continua difficilmente

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permeabile da parte della fauna. Villoresi e Olona tagliano questa conurbazione rendendo

perlomeno possibile un corridoio per la fauna acquatica e costituendo gli unici elementi su cui

ipotizzare corridoi per la fauna terrestre, perlomeno di piccole dimensioni.

Sono ridotti al minimo anche i possibili passaggi tra Villa cortese e Dairago ad est e Busto Garolfo a

sud: questi passaggi costituiscono varchi della RER.

I boschi

Sono ancora presenti alcuni nuclei boscati tra Busto Garolfo e Parabiago (in parte peraltro a ridosso

del Villoresi); in questa zona andrebbero dunque concentrati eventuali interventi forestali per

potenziare questo nucleo.

Cave e laghetti e zone umide nel settore nord-est

Nella porzione nord-orientale c'è la presenza di diversi specchi d'acqua (es. Cava Nerviano, Laghetto

Cantone) che potrebbero essere perlomeno in parte sottoposti ad una gestione “naturalistica”

rivestendo un ruolo non marginale almeno per la fauna acquatica e per gli uccelli migratori. Nello

stesso settore è stato pianificato e in alcuni casi realizzato il ripristino di alcune zone umide lungo l'asse

dell'Olona nell'ambito di un progetto coordinato dal PLIS dei Mulini. La presenza di questi elementi

idonei alle specie acquatiche può essere considerato un elemento caratterizzante del settore. La

disponibilità di siti riproduttivi potrebbe favorire la presenza di specie poi in grado di spostarsi anche in

una matrice ambientale sfavorevole, sfruttando le vie d'acqua (anfibi) o la capacità di volo

(Odonati).

L'isolamento del PLIS dei Mulini

Il PLIS dei Mulini sta realizzando un immenso sforzo sul territorio che prevede, tra le altre cose, un

importante lavoro dal punto di vista della qualità ambientale e della connessione ecologica. Sotto il

cappello del Patto per l'Olona sono stati realizzati diversi progetti indirizzati al ripristino ambientale di

diversi ambiti, dagli spazi aperti perirubani agli ambiti fluviali.

Dal punto di vista della connessione ecologica questo enorme sforzo, svolto secondo il principio della

sussidiarietà, coinvolgendo cioè ampie fasce della società civile, rischia di essere in parte “mutilato” a

causa del forte isolamento ecologico attuale del PLIS.

Il PLIS dei Mulini risulta infatti oggi inserito all'interno di una cintura quasi continua di tessuto urbanizzato:

sarebbe fondamentale rinforzare il corridoio ecologico della REP ad est; lungo questo corridoio è

tuttavia previsto un ambito di trasformazione a Parabiago (proprio in corrispondenza di un varco REP)

che potrebbe chiudere completamente il corridoio stesso. Andrebbero verificate la natura

dell'intervento ed eventualmente la possibilità di realizzarlo nel rispetto della Rete Ecologica

Provinciale.

In considerazione dell'attuale isolamento, gli interventi di miglioramento ambientale in questo parco

potrebbero essere finalizzati alla creazione di habitat idoneo per gruppi faunistici dotati di elevata

vagilità dunque in grado di raggiungere l'area nonostante l'isolamento ecologico (uccelli, lepidotteri,

odonati).