Lo Yoga del Sogno è un argomento che esula un po’ dalla Formazione Nada Yoga ma è assimilabile per ciò che riguarda la concezione di yoga. Ricordiamo la definizione che dà Patanjali “Yoga chitta vritti nirodha” dove in modo molto sintetico si afferma che lo Yoga è quella pausa, quella finestra, quel Nirodha, quello spazio che c’è tra una Vritti – un’onda di pensiero – e l’altra: non si tratta di bloccare la mente o il pensiero (sarebbe molto difficile e anche pericoloso), ma di creare queste finestre, questi spazi, in cui non c’è un’onda portante di pensiero, di dilatarli sempre di più.

La mente è costantemente affollata di pensieri, questo procura poi problemi, quindi potremmo sintetizzare lo yoga come una forma di meditazione, perché in questa pausa, in questo riposo della mente c’è una grande consapevolezza – meditazione vuol dire consapevolezza allargata – e quindi lo Yoga del Sogno è una forma di meditazione, quindi di consapevolezza, dove espandiamo questo raggio di consapevolezza dalla vita normale, quella che consideriamo vita reale, concreta, alla vita onirica che è un’altra porzione della nostra esistenza, normalmente piuttosto scollegata da quella della vita reale. Lo Yoga del Sogno crea anche un ponte, una opportunità per collegare la vita reale con la vita onirica: in questo modo riusciamo ad avere anche più spazio, più tempo, più mezzi per tutto ciò che ci può interessare: per lo studio, per la conoscenza, per gli approfondimenti, per le pratiche. Diventa proprio un nuovo modo di collegare meglio tutta la nostra struttura psicofisica.