Posta nelle vicinanze della casa natale dell’artista nel 2008, L’alba è una scultura realizzata interamente in acciaio corten con patina ossidata nel 1977, anche se ideata e abbozzata già negli anni 60.
L’opera si basa sulle ricerche portate avanti da Marino sulla disintegrazione delle figure geometriche primordiali semplici. Rappresenta un cerchio diviso in due metà accostate e poste su un piedistallo. Lo spazio che tiene distinte e al contempo avvolge le due parti viene modellato geometricamente dalla loro vicinanza e accostamento. Lo sfasamento prospettico dei due semicerchi accostati e il taglio orizzontale in testa danno vigore alla circolazione dello spazio energetico e allo stesso tempo maggiore risalto all’ampia apertura nelle masse dei semicerchi scavata dall’artista.
Sin dagli anni 50 Marino intuisce che l’universo è costituito da particelle energetiche in continuo movimento. Cosi come le materia e le masse sensibili, che altro non sono se non energia addensata, anche lo spazio ne è composto. Il vuoto in quanto tale non esiste, è lo“spazio energetico” che tiene distinti gli elementi sensibili, come succede ai due semicerchi nell’Alba, permettendo tra loro una relazione, una continua conversazione. Dare risalto dunque a questo nuovo ruolo dello spazio, elemento degno quanto la massa, significa riconsiderare la realtà in senso trinario o triunitario secondo l’ equazione logica proposta da Marino 1+1= 3
Obiettivo dunque della creazione artistica di Marino è pervenire a quella che possiamo definire una Estetica dello spazio nel senso etimologico del temine: riuscire a rendere sensibile, tangibile ai sensi lo spazio donandogli conformazione geometrica. Ma ciò avviene solo se si ricerca un giusto equilibrio e proporzione tra pieni e vuoti. Solo da questa armonia lirica scaturisce la bellezza dell’opera d’arte e la sua monumentalità: che sia alta 5 metri o pochi centimetri.