30 ottobre 2020

Omolesbotransbicosa?


In un periodo come questo il parlamento anziché pensare ai veri problemi della gente si mette a discutere di assurdità astratte! Con la gente che soffre si va a pensare alla lobby dei gay! Che poi l’Italia non sarà mica omofoba! Basta che facciano le loro cose di nascosto e poi li accettiamo tutti e tutte a quelli lì! Che sensibili solo per due paroline, uno scherzo! Va beh ma io l’ho sempre fatto così e non si è mai lamentato nessuno. Ma io ho un sacco di amiche lesbiche. Ma hai visto quello o quella, non si sa più nemmeno come chiamarli ormai, con i tempi che corrono. Ma una donna trans non sarà mica una vera donna dai. Che gay. Ma è da lesbica dai. Nel letto facciano quello che vogliono ma sposarsi, ma fammi un piacere. Ma hai visto quel gay? Aspetta che mi attacco al muro prima che…


La lista di queste micro aggressioni verbali è già lunga così ma potrebbe continuare. E alzi la mano chi non sia mai stato testimone o abbia pronunciato una di queste frasi, o frasi simili. Parole lanciate al vento che però nelle orecchie di qualcuno possono risultare pugnali. Parole taglienti, lapidarie. Situazioni in cui la vergogna ingiustificata provocata da qualche commento “innocente” su facebook o su instagram ha portato a conseguenze estreme. E per conseguenze estreme parliamo di suicidio. Si parla, poi, di aggressioni fisiche, di cartelli omofobi, di botte, di occhiatacce e di insulti, sfottii. Parliamo anche di ragazz* cacciati di casa, disconosciuti dalle famiglie (spesso famiglie tradizionali e per bene) . Parliamo di discriminazione sul lavoro, di non accettazione delle persone transgender nei colloqui, sui mezzi pubblici, per strada a causa di tutti gli stereotipi che l’Italia bigotta così efficacemente si prende cura di diffondere. Parliamo di coppie che non si sentono a proprio agio a camminare mano nella mano. Parliamo di paura cieca. (https://www.arcigay.it/strumenti/dati-e-ricerche/#.X5wvdohKhEY)

“Eh sì, ma che sensibilità dai”. In effetti la libertà di parola ha un valore immenso, smisurato. La libertà di parole, dicono. Ma questa, car* omofob*, car* razzist*, car* misognin*, car* odiator* non è libertà di parola ma è, come ha detto Cirinnà, la senatrice delle unioni civili (Legge cirinnà, 2016), libertà di odiare e discriminare. E l’odio e la discriminazione, guarda un po’, sono anticostituzionali (Costituzione italiana, articolo 3).

Un disegno di legge, composto da 10 articoli, detto ddl Zan è in fase di approvazione alla camera e al senato. In sostanza il ddl propone di far rientrare anche la discriminazione di lesbiche, gay, transgender, bisessuali, persone queer e chiunque non si riconosca nel paradigma etero o di genere (lgbtq+) all’interno dell'articolo 604 bis del codice penale e di poter annoverarla tra le aggravanti per altri reati. L’obiettivo è rendere punibile dalla legge la discriminazione e gli atti d’odio a sfondo discriminatorio dell’identità sessuale e di genere.

Per soli 10 articoli sono arrivati circa 1070 emendamenti provenienti in gran parte dalla lobby degli omofobi (si può dire?), con contenuto vario ma molto uniforme.

Eleggere il presidente di questo nobile gruppo che lotta per la libertà è difficile ma non possiamo mancare di citare la santissima cattolicissima trinità Meloni, Salvini e Pillon. Grazie, perché date voce ai veri problemi della gente.

L’opposizione alla legge è variegata e multiforme, si passa dal padre di famiglia Salvini che propone una legge sull’eterofobia alla donna, mamma e cristiana Meloni che urla alla dittatura del pensiero unico passando per il profamily e antiabortista Pillon, che ritiene la questione “poco rilevante” e non degna di un ddl. Quasi tutta l’opposizione, però, attinge a piene mani nelle sue argomentazioni al benaltrismo (Nel linguaggio giornalistico, l'atteggiamento di chi elude un problema sostenendo che ce ne sono altri, più gravi, da affrontare). E lo fa in maniera eclatantemente consapevole.

L’omofobia è uno dei problemi più gravi di un’Italia in recessione, colpita da un’emergenza sanitaria, con milioni di lavoratori in cassaintegrazione e con interi settori spazzati via dalla crisi? Certo che no.

Promuovere una legge che combatta la discriminazione per una fetta, seppur minoritaria (anche se la legge in realtà parlerebbe anche di misoginia), di popolazione creerà altri problemi alla gente in difficoltà? No.

La legge aiuterà a trovare un colpevole, a creare e garantire giustizia per le vittime e a mettere a tacere spinte intolleranti e d’odio? Certo che sì.

E’ meraviglioso osservare quale tempesta d’odio riesca sollevare la battaglia per una società tollerante in Italia, ma anche nel resto del mondo. Un esempio su tutti la Polonia, che ha appeno bandito la possibilità di aborto e valuta di bandire anche i “corrotti e pedofili” gay da alcune zone del paese (gay free, spaventoso). é il solito vecchio trucchetto, spostare i problemi reali su una categoria discriminata per zittire la maggioranza.

Una maggioranza sopita, per la quale le cose vanno bene così come si sono sempre fatte che si sente spodestata, messa agli angoli. Una maggioranza che manca di empatia, che non è in grado di mettersi nei panni degli altri. Una maggioranza comoda comoda che non ha bisogno di proteggersi contro l’odio perché è “normale”. E allora urla al liberticidio, all’hashtag #RestiamoLiberi.

Liberi da cosa? Liberi da una drag queen che con i suoi poteri magici trasformerà i vostri pargoli in piccole copie di Malgioglio vestite in tutine arcobaleno? In effetti è scientificamente provato che un uomo che si traveste da donna sia 10 volte più portato a rendere tuo figlio gay (attenzione: ironia).

Non prendiamoci in giro, l’omofobia, la paura di tutto ciò che non rientra nello spettro eteroformativo, esiste eccome in Italia e si nutre di stereotipi, di pacche sulle spalle di una parte della Chiesa, di ignoranza assoluta in tutto ciò che è educazione sessuale, ma anche educazione all’affettività, di rappresentazione ed educazione all’identità di genere.

Si nutre dell’odio diretto verso una comunità marginalizzata da parte di una vera lobby politicante e molto più smaliziata di quello che vorrebbe far trasparire, che sa guidare bene i malumori. L’odio contro gay e lesbiche si nutre di pestaggi, di stereotipi, di umiliazioni e ghettizzazioni, di mascolinità tossica condita di stereotipi di genere.

La discriminazione contro i e le transgender si nutre di paroline sussurrate, di sorrisetti sornioni e risatine, di ipocrisia e perbenismo. La discriminazione contro i bisessuali cresce purtroppo anche nella comunità lgbtq+ che li vede come ibridi, impostori e la discriminazione contro gli asessuali esiste nella quasi totale ignoranza della loro esistenza. E tutte queste discriminazioni fermentano nelle famiglie e nelle scuole e maturano nei bar, nelle gomitate agli amici, negli spogliatoi delle palestre e nelle chiese, in televisione. E si esplica in tutte le orrende forme di odio, punto più basso dell’esperienza umana. Un sentimento acido, marcio. Un marciume purtroppo ben radicato, filofascista e tradizionalista. Tutto questo minestrone ben dosato e condito si concretizza in una discriminazione che al giorno d’oggi rimane ancora impunita e che niente ha di diverso rispetto a quella razziale o religiosa ma che finora veniva sbandierata ai quattro venti, con orgoglio. Adesso però il punto libera tutti non funziona più. E questo è un segno di civiltà, non di dittatura. E sarà meglio informarsi perché sembra proprio che la legge non solo passerà ma sarà anche completata da un emendamento che incrementa tra i crimini punibili anche la discriminazione contro donne e disabili. É il segno di un’Italia stufa e tollerante contro un’Italia dormiente e impaurita. É il segno di un’Italia svecchiata che si scrolla di dosso anni di immobilismo nella lotta per i diritti civili ed è il segno di un'Italia che ha voglia di accogliere ed è un’Italia che mi emoziona.

Sembra che la legge passerà e, se così sarà, sarà meglio che voi, cari odiatori, vi mettiate a leggere ed informarvi e perché no, ad interrogarvi e a chiedervi da dove venga questo disgusto, quest’odio, questa sentimento quasi patologico.

Sì, sarà meglio iniziare ad informarsi perché potrebbe persino succedere, guarda l’ironia della vita, che in un futuro, si spera, non troppo lontano sarete voi la minoranza. E chissà che questo non vi insegni un po’ di empatia. Forza, non è così difficile, ce l’ha fatta il santo Padre, sono sicuro che ce la farete anche voi.

Peace and love

Andrea Bazzoli


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