19 giugno 2020

Diario di una ragazza di altri tempi

Riflessioni in tempo di quarantena


30 aprile 2020

Caro diario,

non è per niente facile. Non è facile stare fermi tutto il giorno e non perdere la rotta da seguire, non poter giocare a pallone nel prato ma continuare a segnare rigori…e nonostante i dispositivi elettronici di cui siamo dotati al giorno d’oggi non è facile nemmeno mantenere i rapporti con i propri cari: non è facile trovare il momento né il contesto giusto.

In questo periodo particolarmente buio ho avuto molto tempo per riflettere. Questo incessante pensare da un lato ha incasinato ancora di più il mio già precario ordine mentale, ma dall’altro lato è riuscito a dare dignità e veridicità a dei piccoli sussurri che si aggrovigliavano nella mia mente già da prima della quarantena, che presa dalla quotidianità sfrenata e dai mille impegni, difficilmente riuscivo ad ascoltare. Adesso quei bisbigli sono diventate grida che mi martellano nella testa a causa del silenzio assordante che mi circonda e così ho deciso di prestare loro la dovuta attenzione.

Parto col sottolineare la mia totale ignoranza in ambito tecnologico, pur essendo una nativa digitale: amo i libri da poter sfogliare, le riviste con le pagine patinate da cui ritagliare immagini e i biglietti dei cinema, dei teatri e degli aerei che puoi conservare ed eventualmente riutilizzare come segnalibri di quei libri da sfogliare.

Con questo non voglio affermare che la tecnologia sia inutile o scomoda, ma in alcuni casi mi è parso di notare come questa, paradossalmente, abbia creato ancora più disordine sia fuori che dentro di noi.

Ripenso a tutte quelle volte che, scrollando le storie di Instagram dei miei amici, ho pensato di essere l’unica sfigata al mondo, di non avere amici e di non avere l’occasione per uscire tutte le sere a bere mojito in compagnia; oppure alle volte in cui mi ritrovo catapultata in gruppi Whatsapp dai nomi “festa di compleanno di …” o “Capodanno duemila e qualcosa” nei quali puntualmente conosco meno della metà delle persone che lo compongono. Tutto questo non ha senso, penso io. Ma forse non ha senso solo per me visto che nessuno ha mai stabilito davvero a che cosa servano i social.

Qualche sera fa ero nel mio letto che curiosavo la home di Instagram e mi è apparso un video di uno dei miei cantanti preferiti che suonava una delle sue canzoni. Su di giri per la performance decido di condividerla sulla mia storia, aspettandomi una raffica di reazioni, commenti, richieste, confronti. Niente.

Ingoiando a fatica il boccone amaro ho pensato di non essere riuscita a rubare quei pochi minuti di attenzione neppure a chi condivide con me la passione per la musica, né a stimolare la curiosità per dare il via ad un confronto vivo in questo momento di staticità. A molti sarà passato sotto gli occhi, ma per nessuno ha significato qualcosa di importante.

L’indifferenza è la piaga della nostra società e sicuramente la tecnologia ne ha aumentato la potenza. Tutto ciò che importa passa inosservato e invece si dà importanza a ciò che non ne ha. Attira di più una rissa, un insulto sui social o una foto in costume piuttosto che un aforisma carico di significato, un libro nuovo appena pubblicato o un album di un artista inedito.

Sono state inventate milioni di modalità con cui mantenere i rapporti quando si è distanti, ma se sono le persone in primis a non sentire più il bisogno di contatto umano di certo non si può farne una colpa alla tecnologia. Il punto è però che la tecnologia ci ha resi più fragili, più insicuri, meno aperti al dialogo e soprattutto molto più soli.

Mi piacerebbe tornare indietro, a qualche decennio fa, ad un tempo in cui bastava un orario e un posto per essere sicuri di vedersi, in cui si aspettava con ansia l’arrivo di un cd dall’altra parte del mondo per poi non vedere l’ora di ascoltarlo in macchina con gli amici, ad un mondo in cui esistevano la spontaneità e la gioia del condividere le proprie passioni, i propri desideri e le proprie aspettative.

Caro diario, spero proprio che queste sensazioni non siano state solo mie, ma che abbiano toccato il cuore e la mente di molti durante questo periodo di lontananza. Spero che fungano da incentivo per ritornare ad allora perché non tutto deve rimanere nel passato.


La tua ragazza d’altri tempi


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camilla.armellini.ilcardellino@gmail.com