28 dicembre 2019

Parliamo amore


Indipendentemente dall’età che avete, dal sesso al quale appartenete o nel quale vi identificate, dal lavoro che fate o dalla scuola che frequentate, sono sicura che almeno un paio di volte nella vita vi sia capitato di avere avuto delle divergenze in ambito relazionale. Non mi sto riferendo semplicemente alla sfera amorosa (quindi single, non preoccupatevi, continuate a leggere!), ma anche alle amicizie, e perché no, anche ai rapporti familiari. Cercherò di spiegarvi il punto attraverso una metafora. Fin da piccoli siamo stati abituati a parlare una sola lingua; successivamente però veniamo a conoscenza, chi prima, chi dopo, del fatto che la nostra lingua non è l’unica parlata al mondo, ci sono miliardi di persone che parlano migliaia di lingue diverse; questo episodio quindi fa scaturire in noi il desiderio di imparare, almeno in parte, a comunicare con questi miliardi di altre persone che non capiscono il nostro linguaggio e di cercare di stabilire una relazione con loro.

Lo stesso (so che sembrerà scioccante, lo è stato anche per me la prima volta che mi sono fermata qualche secondo a rifletterci), vale per le relazioni. Diamo sempre per scontato che tutte le persone usino gli stessi metri di paragone dei nostri, che ragionino esattamente come noi, ma in realtà ci sono al mondo miliardi di modi di pensare, parlare ed agire diversi dal nostro. E non è assolutamente un fatto trascurabile questo, perché una volta compreso il punto, esso ci farà aprire gli occhi su molti degli atteggiamenti che la gente attua nei nostri confronti oppure su quelli che noi rivolgiamo a loro. A questo punto, entrando nel vivo della questione, si riesce a capire perché alle volte può capitare di non comprendere l’altro, di non afferrare il vero significato di un gesto, di non sentirsi realmente amati o apprezzati per quello che si è, come se si trattasse di parlare lingue differenti.

Informazioni riguardanti questo ambito ci vengono fornite dal pastore della comunità del North Caroline (USA), counselor della relazione, laureato in antropologia con master e dottorati in filosofia ed educazione religiosa, Gary Chapman, il quale ha condotto numerose ricerche sulle varie lingue che l’essere umano “parla” in fatto di relazioni, cercando di concentrarsi sul miglioramento di esse attuando pragmaticamente delle piccole accortezze nei confronti dei bisogni dell’altro. Egli nel suo libro, I cinque linguaggi dell’amore. Come dire “ti amo” alla persona amata, individua cinque modi per ricevere e dimostrare amore, che adesso andremo ad analizzare.

La prima categoria è dedicata alle “parole d’affermazione”. Chi risulta essere al primo posto in questa categoria, per sentirsi amato e ben voluto necessita di complimenti, parole di conforto e di apprezzamento da parte dell’altro. I commenti positivi allietano le nostre giornate magari faticose e contribuiscono ad aumentare la nostra autostima facendoci sentire coccolati.

La seconda categoria risulta essere quella del “tempo di qualità”. Questa tipologia può essere percepita, ad uno sguardo superficiale, come non tanto importante. Ma Chapman ci tiene a sottolineare un particolare aspetto del tempo che si condivide all’interno della relazione, ovvero quello della qualità. A chi risulta prioritaria questa modalità si sente amato quando l’altra persona gli dedica attenzioni, ascolto, comprensione e sostegno; “esserci” è fondamentale per creare in loro senso di appagamento e soddisfazione.

La terza categoria è quella tra le cinque che può essere più facilmente fraintesa, ovvero “ricevere regali”. Contrariamente a quello che verrebbe subito da pensare, non è la dimensione materiale a prevalere in queste persone. La cosa realmente importante infatti non è il costo, ma il pensiero che sta dietro all’atto del donare un regalo, ovvero lo sforzo e l’impegno che quella persona ha deciso di investire, con piacere, nei vostri confronti.

La quarta categoria è riferita agli “atti di servizio”. Quante volte sentiamo esprimere la famosa formula: “I fatti contano più delle parole”? In questo caso, la frase calza a pennello per esprimere questa tipologia di dimostrazione d’affetto, basata su azioni di aiuto e sostegno pratico specialmente nelle problematiche quotidiane. Spontaneità, prontezza e condivisione sono le parole chiave per le persone che risultano apprezzare maggiormente questa modalità.

La quinta ed ultima categoria riguarda il “contatto fisico”, che certamente da un lato comprende la sfera sessuale, ma dall’altro lato si concentra più sulle piccole tenerezze che il partner può dimostrare nei confronti dell’altro. Tenersi la mano, coccolarsi davanti ad un film oppure abbracciarsi qualche secondo in più fanno sentire meno soli e più amati.

Se siete curiosi di saperne di più riguardo l’argomento, allego il test dei linguaggi dell’amore, per scoprire finalmente a quale delle cinque categorie appartenete, comprendendo così cosa è più importante per voi all’interno di una relazione e così facendo far capire al partner, all’amico o al familiare in che modo la vostra persona capisce di essere ben voluta ed apprezzata. Il test è in inglese quindi, per tornare al discorso iniziale, parlare più lingue è sicuramente un aspetto da curare nella vita, anche nei suoi tratti più futili, come per esempio eseguire un test psicologico!

A presto.

Camilla Armellini

Test: http://www.5lovelanguages.com