28 gennaio 2020

Forte come la pietra


Che significato ha una pietra per noi oggi? Sono sicura che se potessi leggervi nel pensiero le risposte andrebbero dal piacevole ma incessante rumore dei grilli in un prato estivo, al domandarsi se si è fatta la scelta giusta ad aprire questo articolo invece di un altro. Vi assicuro che non vi annoierò con stregonerie o misticismi di bassa lega, ma vi porterò ad esplorare mondi e credenze antiche, miti e leggende che ci apriranno ad una visione del mondo più consapevole.

Tornando alla domanda iniziale, la pietra al giorno d’oggi non influisce direttamente sulla vita degli uomini, a meno che questi non siano degli ingegneri intenti a costruire un edificio. Per i nostri antenati invece voleva dire molto, molto di più.

La pietra è stato uno dei primi elementi naturali, insieme a fuoco e fulmini, a suscitare timori nell’animo degli uomini primitivi. Le sue caratteristiche di resistenza, immutabilità ed eternità nel corso dei secoli hanno causato nell’uomo sensazioni di insicurezza e angoscia, rendendolo piccolissimo se paragonato all’infinità spaziale e temporale dell’universo. Proprio per questo motivo quindi, l’uomo ne è da sempre stato attratto ed affascinato tanto da farla diventare quasi sacra. Questo le ha permesso di stanziarsi prepotentemente nel corso della storia e giungere fino a noi sotto forma di sculture maestose come i menhir dell’Isola di Pasqua o giganteschi edifici come i templi Maya e le bellissime piramidi egizie. La sacralità della pietra, però svanì, nel momento in cui gli ambiti del sacro, religioso e del politico vennero divisi.

Nonostante ciò, la potenza della pietra non è andata del tutto perduta, anzi per certi versi è stata addirittura esaltata nel corso degli anni e con il susseguirsi delle civiltà, rendendo le pietre preziose degli esseri “semi-animati” con sentimenti, passioni e predisposizioni. Intorno a questi oggetti misteriosi si sono costruite una serie di miti e leggende: quello del sacro Graal, ad esempio, la cui coppa si dice sia stata ricavata da uno smeraldo e lavorata dalle mani degli angeli. In questo modo l’uomo può acquisire poteri straordinari, gloria e fama fino alla fine dei tempi e la vera conoscenza.

A livello puramente istintivo, i colori di queste pietre richiamano alla mente amore, morte, calma, rabbia, paura. Andando ad analizzarle più da vicino, vediamo di scoprire insieme i significati di questi piccoli centri magnetici che, come uno scrigno, racchiudono in loro stessi forze cosmiche antichissime.

Il primo è il diamante. Nell’antica Grecia, Platone pensava che il mondo fosse attraversato da un asse costituito interamente da diamanti: esso infatti simboleggia la purezza e l’amore eterno, chiamato anche “pietra della riconciliazione”, chi lo indossa o lo possiede, acquisisce forza e promette di legarsi indissolubilmente ad un impegno.

Lo smeraldo: rappresenta la vitalità del cosmo, la forza e l’armonia. Il mito lo lega a Venere, dea dell’amore, mentre nel corso della storia lo si fa risalire all’Egitto e alla magnetica Cleopatra che la riteneva l’unica pietra degna della sua bellezza. Proseguendo negli anni, un aneddoto riguardante Nerone racconta che egli osservava i suoi soldati marciare attraverso uno smeraldo, cercando di leggerne la sorte nel futuro. Risulta essere, inoltre, un ottimo aiuto nel calmare irritazioni e distendere nervi tesi. C’è anche chi dice che lo smeraldo porti sfortuna, ma solo se la persona che lo indossa è ipocrita.

Il rubino invece simboleggia il coraggio, ma anche la passione amorosa. Pare che i primi siano stati scoperti in India e che gli indiani non volessero commerciare questa pietra considerata sacra. Ricercatissimo dalla nobiltà, Cesare Borgia ne ostentava uno al dito soprannominato “il fuoco dei Borgia”; si credeva infatti che assicurasse vittoria, amore, felicità e poteri sovrannaturali.

Lo zaffiro, simbolo di castità, pace e felicità, è considerata la pietra più spirituale tra tutte. Il trono celeste descritto nella Bibbia sarebbe infatti di zaffiro richiamando al concetto della beatitudine celeste. I persiani credevano addirittura che il cielo fosse un grande zaffiro su cui poggiasse la terra. Chiamata anche “pietra del vescovo”, per le sue presunte caratteristiche spirituali; è simbolo di saggezza, lealtà e potenza.

L’ametista è da molti considerata una pietra mistica, indossarla infatti terrebbe alla larga dagli spiriti maligni. Coraggio, gioia e intelligenza non sono le uniche caratteristiche di questa straordinaria pietra. Ametista infatti, in greco, significa “non ubriacarti” e questa credenza è sostenuta anche dal colore della pietra stessa, il viola, la quale si pensa sia in grado di assorbire il vino.

Il turchese, pietra legata a Giove, simboleggia l’amore sereno e l’unità familiare. Pietra sacra in Tibet, diffusissima in Oriente, amatissima dagli indiani d’America e dai faraoni egizi. Proprio nella tradizione egiziana, la dea Hathor viene chiamata “dea del turchese” e lo stesso scarabeo, simbolo del dio Ra, viene ancora oggi scolpito con questa pietra.

L’incantesimo di queste pietre esiste ancora; ipnotizzano con i loro cristalli luminosi, incantano con le loro storie e leggende facendo così sentire sicure e belle milioni di donne nel mondo. Molto probabilmente i loro effetti sono legati al fascino e alla suggestione che esercitano, più che a reali poteri curativi. In ogni caso questi piccoli e rari reperti archeologici, ci tengono in contatto con la storia ed il passato di alcune grandi civiltà e ci conducono a riscoprire quel lato fiabesco e mistico che lega uomo e natura e che dovrebbe suscitare rispetto e devozione verso di essa, creatrice di doni e spettacoli magnifici proprio come questi.


Camilla Armellini


Articolo di dicembre 2019

Le cinque lingue dell'amore