Il Bosco di Ciliegi è nato spontaneamente in un terreno di circa un ettaro, abbandonato per anni e ora recuperato.
Uccelli e animani selvatici hanno sparso nel tempo i semi di un vecchio ciliegio che cresce ai margini del boschetto, creando una situazione unica e interessante. In quel terreno abbandonato sono cresciuti più di cento ciliegi, oltre a decine di alberi di noce, querce, aceri, olmi, salici, fichi, gelsi, pioppi argentati e forse altre essenze, ancora nascoste tra i rovi. Tre pioppe maestose lo rendono ombroso a sud, favorendo la crescita di more selvatiche che hanno invaso un lato del campo.
La particolarità del bosco è che questi ciliegi, nati da seme, sono tutti diversi tra loro. Sono alberi "fratelli", non "gemelli" come alberi riprodotti per talea, che sono invece tutti identici.
Ogni ciliegio si differenza dagli altri in tutti gli aspetti: colore, dimensione, dolcezza e sapore dei frutti, portamento, tempi di fioritura e maturazione. Questi alberi non hanno subito alcun trattamento, le loro chiome hanno perciò forme spontanee che li caratterizzano ed esprimono la loro grande forza naturale. Sono belli, speciali.
C'è un'amaca tesa nel mezzo del bosco.
E' un sogno atavico che si realizza: cullarsi sotto queste nuvole di fiori bianchi o cascate di frutti rossi o sotto rigogliosi rami frondosi, all'ombra di un sole estivo cocente. Grazie e ancora grazie, di tanta abbondanza.
In questo ceraseto spontaneo, gli alberi non vengono in alcun modo trattati. Il raccolto pertanto dipende dalla bontà delle stagioni e dalla sola forza degli alberi di resistere alle avversità naturali.
I sapori dei loro frutti, genuini, autentici e ricchi di vitalità, ne sono la prova.
L'albero "madre" ai margini del terreno abbandonato.
I primi ciliegi hanno dato i loro frutti nel 2019. Ogni anno il numero degli alberi che fruttificano cresce in modo esponenziale. Attualmente si contano circa 140 alberi di ciliegio distributi nel campo, di cui circa 60 già produttivi.