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Intervista a Mariuccia
INTERVISTA A MARIUCCIA, 97 ANNI.
DOVE SEI NATA?
Sono nata a San Fedele Intelvi, il 19 marzo 1927.
DOVE HAI VISSUTO DURANTE IL FASCISMO E LA SECONDA GUERRA MONDIALE?
Ho vissuto a San Fedele Intelvi per tutta la vita.
COME ERA LA SCUOLA SOTTO IL FASCIMO? RICORDI LE MATERIE CHE STUDIAVATE?
Ho fatto la scuola fino alla quinta elementare, ho fatto le 3 materie principali (Italiano, Storia, Matematica).
ERI INQUADRATA IN UN GRUPPO DI GIOVANI FASCISTI? AVEVATE UNA DIVISA?
Si, ero iscritta a un gruppo, le “piccole italiane”, indossavamo una gonna nera e una camicia bianca, in classe eravamo insieme ai maschi e abbiamo avuto un solo maestro per tutte e cinque le classi, era molto autoritario.
HAI SENTITO PARLARE DELLE LEGGI RAZZIALI?
No, ero troppo piccola per capire, però ho sentito dire ai miei genitori che dei poveri disgraziati che rubavano per fame non andavano in prigione, ma erano direttamente condannati a morte. Molte persone andavano a vedere la fucilazione ma mia madre pregava per loro, anche se disgraziati.
DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE NELLA TUA FAMIGLIA AVEVATE DIFFICOLTA’ A TROVARE IL CIBO?
Per il cibo non avevamo difficoltà perché dopo scuola io e le mie sorelle andavamo a lavorare e a zappare nei campi, chi aveva più difficoltà poteva andare a Castiglione, dove i tedeschi donavano cibo.
DAL TUO PAESE SONO PARTITI GIOVANI PER LA GUERRA?
Dal mio paese tutti i giovani partivano per la guerra, tutti i ragazzi erano alpini, chi non voleva andare in guerra, scappava in Svizzera.
DOPO L’8 SETTEMBRE NEL TUO PAESE SI SONO VISTE FORMAZIONI PARTIGIANE?
Sì, se ne sono viste molte. Dopo l’8 settembre sono arrivati i neozelandesi e i canadesi a donare una barretta di cioccolato a tutti i bambini del paese.
QUAL E’ IL TUO RICORDO PIU’ DOLOROSO DEL PERIODO DELLA GUERRA?
Il ricordo più brutto che ho avuto non sembrerà terribile, ma per me ha un grosso significato: nel mio paese non c’era niente, io e i miei amici non ci divertivamo mai, inoltre, due delle mie sorelle furono ricoverate all’ospedale.
QUAL E’ IL RICORDO PIU’ FELICE DEL PERIODO DELLA GUERRA?
Non ho un ricordo felice, nelle case si percepiva solo preoccupazioni per familiari o amici mandati al fronte.
Storia di Giacomo Bassi
I "Giusti tra le nazioni” è un’espressione nata alla fine della Seconda guerra mondiale che stava ad indicare persone non di religione ebraica che, durante gli anni di guerra e persecuzione, aiutavano gli ebrei non per scopo personale, ma solo per salvare delle vite.
Dal 1962 è stata riconosciuta come onorificenza ufficiale dall’YAD VASHEM (L’Ente nazionale per la Memoria della Shoah di Gerusalemme, istituito nel 1953) a tutti i non ebrei riconosciuti come Giusti.
Uno tra questi è stato
GIACOMO BASSI
Nato a Gottro il 18 marzo 1896 e morto il 18 agosto del 1968, è stato un segretario comunale, proclamato Giusto tra le nazioni per aver salvato i cinque componenti di una famiglia di ebrei milanesi dai rastrellamenti dei fascisti. Quando questa famiglia si presentò da lui spiegando la situazione, Bassi mise davanti a loro delle carte d’identità bianche e uscì dalla stanza. Dopo essere rientrato, disse che c’era un suo conoscente in via Carducci a Milano che faceva timbri e consigliò di andare da lui a farsi fare dei timbri falsi per riempire le carte d’identità. Si offrì anche di dare riparo alla famiglia presso la strutture scolastiche circostanti, accompagnando personalmente la famiglia nell’aula prestabilita e la lasciò sotto la protezione del custode con l’augurio che la guerra finisse presto.
Luca, Sophie, Emanuele, Dominic
Io abito a Gottro, un paesino di montagna. Un giorno, in un caldo pomeriggio dell’agosto del 2022, stavo giocando con mio fratello maggiore in giardino. Ad un tratto ci ha chiamati un nostro amico; noi siamo corsi da lui che ci ha mostrato una vecchia cartolina, risalente al 1942, durante la Seconda guerra mondiale. Dopo esserci avventurati oltre, ne abbiamo scoperte molte altre sul pavimento di una casa diroccata.
Luca
STORIA E DESCRIZIONE
La prima cartolina in particolare viene spedita dal paese di Villanova D’Asti, nei pressi di Torino, da un tale soldato semplice di nome Mariola Martino. Malgrado sia stata ritrovata in condizioni non molto buone, essendo stata estratta dalla terra, è tuttavia leggibile. Si distinguono ancora: la firma del re, il fascio Littorio e Il destinatario. Le parole sono scritte in bella grafia con inchiostro blu; la carta è logora.
Luca, Sophie, Emanuele, Dominic