Hortus Harmonicus
Nella nostra cultura è il giardino, Hortus, a costituire un rifugio dalla frenesia della vita e dagli eventi della storia.
Il termine latino hortus deriva dal greco chortos, ossia «recinto chiuso», e rimanda a uno spazio circoscritto, protetto, separato dalla natura selvaggia: un mondo ordinato, dove l’uomo ricrea l’armonia perduta. Un luogo di contemplazione filosofica, d'ispirazione artistica e di meditazione spirituale, fuori dal tempo, in cui passato e futuro si fondono in un unico istante.
Ma è anche uno spazio che, come la musica, sa muoversi assieme al tempo: al ritmo delle stagioni le piante e i fiori, saggiamente disposti, si sviluppano in lente melodie e delicate armonie, costruendo una bellezza in cui l’uomo si rispecchia.
Da queste riflessioni Roberto Sbolci, Federico Maria Sardelli e Stefano Thrull hanno dato vita alla rassegna Hortus Harmonicus, ciò che si potrebbe definire un giardino immaginario: uno spazio dedicato alla coltivazione della musica antica, alla contemplazione delle sue bellezze e della sua spiritualità. Un luogo in cui artisti affermati, musicisti emergenti e nuovi talenti possono incontrarsi e condividere con il pubblico passione, esperienza e ispirazione.
Hortus Harmonicus apre il suo cancello e invita il pubblico a varcarne la soglia per scoprire il fascino delle sue musiche e lasciarsi trasportare attraverso il tempo. Qui, come in un giardino saggiamente curato, il presente si intreccia con il passato, non per diventare nostalgia, ma preludio di futuro.
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