14 Settembre 2025
9:30 Colle della Scala
Oooooo eccoci di nuovo a caballo per un nuovo giro! Grambles, non la rivista che vanta innumerevoli tentativi di imitazione, ma che riesce a farti sudare e bestemmiare in più di una disciplina.
Date un'ultima annusata alle vostre selle, carezzate il battistrada dei vostri copertoni, mettete a dormire i fondelli e al fresco le caramelle gommose, perché stavolta lascerete a casa le bici per lanciarvi in una simpatica gita a piedi.
Hiking? Trekking? Boh, io la chiamo gita, mica siamo il CAI.
L'avete voluta la bicicletta? E adesso camminate!
Si parte dal colle della Scala (1762), proprio dal cartello, che la precisione qui oh, eh?!
Da lì si torna subito indietro perché andare avanti è da scontati e da americani che vanno sulle Dolomiti col cappello da Safari africano, lo spray per orsi e le maglie a maniche lunghe nere per rischiare meglio di lasciare la ghirba a bordo sentiero.
Andando quindi verso l'Italia lungo il pianoro stupendo li sopra, che pare uscito da uno sfondo de Windows, attacchiamo un bosco che ci fa salire lungo un sentiero a zig e zag per prendere subito quota e superare la linea degli alberi.
Poi il sentiero si calma, che di gente nervosa e ripida ne frequentiamo già abbastanza in settimana, e procede in mezza costa.
Tutto calmo e tranquillo sto sentiero ci porta a una fortificazione facoltativa.
Nel senso che se non vi va di portare una frontale e tirare fuori il guscio solo per fare tre minuti dentro a del cemento armato e a dei gradini che probabilmente mille anni fa portavano alla tana di Shelob, c'è il sentiero che gira attorno bello illuminato.
Se invece siete come noi e vi piace mettere in zaino cose che userete per sei secondi sottoterra per dare quel tocco di pepe di cayenna anche alla scampagnata più allegra, ricordatevi di lasciare a casa claustrofobia e paura dei gradini in barra ritorta tipici di una ferrata (comunque ce ne sono tipo tre quindi se non soffrite di vertigini e avete l'agilità appena superiore a quella di un tosaerba in ghisa non dovrebbero esserci problemi)
Non è un giro di Marco se non c'è uno specchio d'acqua a cui rubare qualche litro per filtrare virus dati per estinti e riempire borracce rinfrescanti. Tranne stavolta, perché non incrociamo acqua se non da lontano, dopo il bunkerazzo, presso un colletto da cui si vede il lago di Thures, ciao lago di Thures.
Finalmente da qui saliamo verso la cima che dà il nome alla gita, l'Aguille Rouge, che se dite Dove sei stato questo weekend? Ah, poca roba, Aguille Rouge senza addurre spiegazioni poi chi si va a vedere su Google cosa sia probabile che trovi delle omonime vie di alpinismo sul Rosa o sul Massiccio del Bianco che vi faranno sembrare il nuovo Uolter Bonattì.
In cima si mangia cibo e senso di equilibrio, così poi si è ancora vegeti per la discesa, che è davvero divertente.
Passiamo nuovamente al colletto, poi Marco mi ha scritto nell'elenco dei punti per scrivere sto testo "Signore degli Anelli" e credo si riferisca al fatto che in gita ultimamente mi viene la prescia di mettere le tracce della colonna sonora che più mi fomentano ma è una cosa che faccio tra pochi intimi. Per farla con voi dovreste prima perlomeno sorbirvi una mia lunghissima dissertazione sul perché Nicola Jokic non sarà mai il volto dell'NBA o del perché Dungeons&Dragons è un esercizio mentale e psicologico importantissimo nell'era digitale.
Detto questo, l'ambientazione è bellissima, di quelle che pensi sbuchi un manipolo di Uruk Hai da un momento all'altro e questa non è una marmaglia di stupidi orchi.
O forse al fatto che stiamo percorrendo un anello? Forse è Marco il signore degli anelli, una reincarnazione molto idratata e meno viziosetta di Sauron.
Zig zag zog in un bosco diverso da quello dell'andata ma molto figo pure lui dove Vitto si è sorbito un intero disco degli Om povera la sua anima, scusa Vitto.
Si sbuca dal boschetto alla macchina, magia magia, senza dover rifare tutto il pianoro.
Musica dal cellulare bandita, anzi scusate amici e amiche se l'ho fatto io l'ultima volta.
Acqua e cibo? - Non c'è acqua alla partenza, durante o in cima, nessun baretto, chiosco o lounge bar che possa offrire una fetta di anguria rinfrescante. Insomma venite provvisti di cibo e acqua che possa coprire la giornata.
Con che bici? - Niente bici, ma una suola in gomma di cui fidarsi vi serve. Non è necessario uno scarpone alto, ma niente scarpe da ginnastica, mettete ai piedi delle scarpe da trekking.
Cosa mi porto? - Teniamo d'occhio il meteo, ma uno strato termico d’emergenza e un antipioggia sono il minimo. Non scordatevi la torcia se volete passare dentro la fortificazione.
Logistica? - Se avete bisogno di un passaggio o volete offrirlo date un occhio al gruppo Telegram. Ci godiamo la giornata e per cena dovremmo essere tutti a casa.