Turismo in Italia

Emergenza Coronavirus, la crisi del turismo e del settore crocieristico per la stagione 2020

L’emergenza sanitaria e il lockdown che l’Italia vive ormai da quasi due mesi sta avendo ed avrà conseguenze importanti sul settore turistico. La crisi sta colpendo e continuerà a colpire il comparto economico ed occupazionale del turismo, considerato il traino degli altri settori dell’economia nazionale. Infatti, il turismo è considerato un settore in grado di influenzare inevitabilmente anche tutti gli altri, con ricadute importanti su trasporti, agenzie viaggi, struttura alberghiere, oltre che sul comparto culturale e commerciale nella loro totalità. Dunque, l’impatto del turismo estende i suoi effetti a molti settori dell’economia italiana; di conseguenza, più velocemente si avvierà la ripresa, meno imprese rischieranno la chiusura ed il settore del turismo potrà riprendere il volo. Dando uno sguardo ai dati degli anni precedenti, infatti, è possibile rendersi conto ancora di più di quanto il settore del turismo abbia il suo peso. Leggiamo infatti nel blog di Giovanni De Pierro Roma che solo nell’anno 2018 sono stati 429 milioni i pernottamenti registrati nelle strutture alberghiere in Italia. Se l’attività turistica degli italiani in Italia ha subito un decremento a causa della maggiore preferenza per le mete estere, la presenza di visitatori stranieri ha conosciuto un’importante impennata dal 2017, rappresentando il 50% delle presenze totali. Nel corso dell’anno 2019, 45 miliardi è la cifra che ha generato il settore del turismo in Italia, più della metà spesi nelle regioni del Nord Italia, quelle maggiormente sferzate dal virus COVID - 19.


La stagione estiva, concentrata nei mesi da giugno ad agosto, rappresenta il momento più favorevole per il turismo italiano, che fa registrare la metà delle presenze totali annue sul territorio. Tuttavia, molti turisti stranieri popolano l’Italia già nel corso della primavera inoltrata, da maggio dunque. Ma giunti proprio nel mese di maggio è possibile constatare come la situazione sia ancora ferma e il turismo difficilmente decollerà nella stagione che sta per aprirsi. Il default registrato nel settore del turismo e delle strutture alberghiere ha avuto effetti negativi rilevanti anche nei trasporti. Il traffico aereo nei mesi di quarantena ha subito un decremento del 93%. Inevitabilmente, anche le crociere risentiranno della crisi del settore e dell’attuale lockdown. Nell’area del Mediterraneo, un ruolo fondamentale è svolto dai porti italiani: tra i 20 più frequentati, ben 8 sono italiani. In particolare, Civitavecchia fa registrare il passaggio di 2,4 milioni di turisti annui, secondo solo al porto di Barcellona. L’attuale momento non agevola una pianificazione certa per l’immediato futuro.

A tal proposito, l’agenzia di informazione Cerved ha portato avanti uno studio simulando due possibili scenari futuri: nel primo, si ipotizza la fine dell’emergenza nel mese di maggio, prima di tornare alla normalità; nel secondo, invece, si prevede come l’emergenza possa allungarsi fino a dicembre. Qualora si palesi la prima situazione, la ripartenza a maggio porterebbe una perdita del 30-35% per il comparto del turismo; se, invece, il settore dovesse restare fermo fino a dicembre il danno sarebbe inestimabile, toccando un decremento pari al 60 - 70%. Inoltre, le conseguenze del blocco determinato dal coronavirus avranno effetti non solo nell’economia, ma anche nell’ambito sociale e culturale del comparto turistico. Infatti, il virus obbligherà a rivedere le modalità di viaggio, di spostamento e relazionali. Le prime zone che potranno ripartire sono quelle con un rischio di contagio basso o davvero minimo. I turisti saranno costretti a muoversi all’interno del Paese, in località meno inflazionate e affollate, praticando un turismo più all’aria aperta e a ritmi più lenti. Saranno da preferire i viaggi in famiglia o in coppia, mentre gli spostamenti di gruppo dovranno attendere ancora per un bel po’. Infine, il turismo per la stagione 2020 sarà caratterizzato da vacanze più brevi ed attività più semplici. Infatti, il tempo per viaggiare sarà poco, poiché in molti dovranno lavorare per recuperare dalla sosta forzata, imposta dall’emergenza sanitaria nell’ultimo periodo.

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