Sono stati individuate varie zone di interesse.
È stata sottolineata l'importanza di un approccio innovativo al benessere fisico e mentale, specialmente in un periodo storico dove il digitale ha, probabilmente, aumentato le distanze gli individui. Il tema è strettamente connesso con lo sviluppo di relazioni empatiche che sono fortemente connesse con sane abitudini di vita che permettano di ri-connettere il corpo con se stessi e con l’ambiente circostante. L’investimento sull’attività fisica e sullo sport potrebbe intercettare alcune cause profonde che contribuiscono alla costruzione di uno stato di benessere personale e collettivo.
La criticità legata alla formazione in loco è dovuta senza dubbio a difficoltà logistiche. Si fa plauso all’iniziativa dell’USRT, tuttavia è emersa la preoccupazione di vedere avviti progetti che, senza una chiara visione, definizione di obiettivi e monitoraggio, rischiano di essere abbandonati.
Viene percepita una scarsa utilità della formazione tradizionale, suggerendo la necessità di metodi più pratici e mirati anche se l’offerta e la possibilità di scelta tra vari percorsi è stata molto apprezzata.
Gli eventi formativi, compresi quelli realizzati negli ultimi tre anni, dovrebbero essere accompagnati, in presenza, da momenti informali e da laboratori per favorire la socializzazione e l'apprendimento collettivo.
Si sottolinea l'importanza del metodo e del meta-messaggio trasmesso durante la formazione.
Viene suggerito di individuare e rendere alcune formazioni obbligatorie e di progettare percorsi formativi dedicati per ogni grado scolastico.
La tecnologia viene percepita come troppo invasiva. Si suggerisce di ridurre l'enfasi su di essa per recuperare il tempo perso e favorire l'integrazione di buone pratiche sperimentali nella didattica quotidiana.
Spazio e tempo devono essere usati per imparare e per vivere esperienze. Il mondo digitale, è risaputo, cannibalizza il tempo.
Porre attenzione verso qualcosa significa avere tempo! La tecnologia è molto pervasiva anche se indispensabile per non cadere in sempre nuovi gap.
Cosa possiamo fare per riavere due elementi molto connessi tra di loro, vale a dire, il tempo e l’autonomia delle nostre e nostri giovani?
Un dato evidente è che i giovani hanno sempre meno abilità per sostenersi nella fatica e per essere resilienti sia cognitivamente che fisicamente.
Dalle competenze tacite alle competenze esplicite
Viene espressa la necessità di riconoscere le professionalità interne, spesso sottovalutate.
Nell’isola vengono affrontate problematiche che, nel corso del tempo, hanno richiesto uno sviluppo di competenze forti. Ad esempio la gestione delle pluriclassi.
Potrebbe essere importante mappare tali competenze, in modo da elaborare protocolli e sistemi formalizzati da poter condividere anche con altre scuole che presentano lo stesso setting.
Viene rilevata la mancanza di un sistema di documentazione che permetta di costruire un patrimonio collettivo di buone pratiche, che prepari adeguatamente ogni singola istituzione alla soluzione della questione del turnover dei docenti e del personale che influisce negativamente sulla continuità didattica.
Resistenza al cambiamento
Viene osservato come sull'Isola d'Elba le novità siano spesso guardate con diffidenza. L'apprendimento all'aperto (outdoor), per esempio, ha trovato inizialmente resistenza, ma con il tempo è stato accettato ed, anzi, richiesto.
Per realizzare azioni efficaci è determinante costruire una coalizione guida, fatta di un numero congruo di colleghi attivi, che conducono sperimentazioni in modo attivo e che le condividono con tutte le Istituzioni dell’isola.
Implementare percorsi formativi più pratici:
anticipandone il progetto già a giugno;
coinvolgendo le amministrazioni locali;
coinvolgendo le famiglie;
coinvolgendo studentesse e studenti.
realizzare differenti tipologie di percorsi formativi:
proporre altre tipologie di formazione che preveda un coinvolgimento più profondo, fatto da momenti di follow-up, verifiche e feedback di durata temporale maggiore.
Proporre forme di orientamento scolastico fin dalla primaria, integrando tematiche emozionali e progettualità di vita.
l’introduzione della lingua tedesca come seconda lingua nella scuola primaria, per allargare lo sguardo oltre l’inglese e sperimentare la fondante esperienza dell’apprendimento di altre lingue straniere;
individuare un referente per ogni scuola che sia in contatto con lo staff dell’USRT che si occupa della formazione per una progettazione comune.