La scelta di volere intraprendere il corso di specializzazione per le attività di sostegno nasce proprio dalla consapevolezza che per fare bene questo lavoro abbiamo bisogno non solo di grande passione ma anche di solide competenze e di specifici strumenti. Il tirocinio svolto ha rappresentato un momento di formazione e di crescita professionale oltre che personale all’interno di questo percorso e posso dire di essermi arricchita come insegnante e come persona perché ho avuto l’opportunità di misurarmi, di fare, sperimentare, oltre che di confrontarmi con persone diverse, costruire nuovi rapporti e “mettermi in gioco”. Ogni situazione vissuta, ogni frammento di vita, ogni momento condiviso con qualcuno, imprime il segno, ci trasforma, ci plasma, ci arricchisce di senso, a patto che si sia disposti a ripercorrere, rivedere, ripensare, le tappe, con il senno di poi in una relazione che implica ricerca e modificazione. Attraverso la necessaria mediazione del docente tutor, non solo ho imparato a organizzare criticamente i tempi e i luoghi attraverso i quali si svolgono quotidianamente le attività didattiche, ma ho anche sperimentato tutta la profondità della dimensione implicita che caratterizza la professione docente. Calata nella prospettiva della concretezza pratica, del saper fare attraverso il saper essere, la realtà del tirocinio ha contribuito a rendermi cosciente di molti aspetti dell’insegnamento scolastico a cui non avevo finora prestato attenzione. È fondamentale mantenere un atteggiamento di apertura, di attenzione ai bisogni in evoluzione degli alunni, valorizzando l’individualità e la “diversità” di ognuno; diversità come punto di partenza per la comprensione che la scuola è un luogo di tutti e per tutti, dove ogni bambino con le sue possibilità e potenzialità può e deve sentirsi parte integrante di questa comunità, luogo di esperienza e crescita, che prepara a diventare adulti nella società del domani.