1. Il Curricolo Verticale come strumento concreto per la continuità
“La continuità nasce dall’esigenza di garantire a tutti gli alunni un percorso formativo organico e completo, di promuovere uno sviluppo articolato e multidimensionale del soggetto, che nei diversi ordini scolastici e attraverso cambiamenti evolutivi, costruisce progressivamente la propria identità.” (CM 339/92)
L'istituto “comprensivo” in cui operiamo costituisce dunque il contesto ideale perché il percorso educativo dei nostri studenti possa strutturarsi in modo organico nell’arco dei suoi tre grandi segmenti (scuola dell’infanzia, scuola primaria e scuola secondaria di primo grado) attraverso tappe e tempistiche ben definite, senza accavallamenti e ripetizioni. In altri termini, proporre un curricolo verticale significa delineare un processo di apprendimento unitario, graduale e coerente, privo di inutili ridondanze, fondato su competenze da sviluppare in senso orizzontale e verticale secondo i criteri della trasversalità, dell’inclusione e della progettualità sul lungo periodo.
Di qui la necessità di prefissare gli obiettivi delle varie discipline in senso verticale, cercando di coglierne gli elementi fondamentali fin dalla scuola dell’infanzia.
Il raggiungimento delle competenze è il frutto di un articolato percorso in cui intervengono variabili di carattere cognitivo, logico e socio-affettivo. Per questo assumeremo come principi-cardine e chiave di lettura delle varie discipline la centralità della persona e l’educazione alla cittadinanza: la scuola diverrà così la comunità e il luogo privilegiato per lo sviluppo integrale della persona.
“È compito peculiare di questo ciclo scolastico porre le basi per l’esercizio della cittadinanza attiva, potenziando e ampliando gli apprendimenti promossi nella scuola dell’infanzia.
L’educazione alla cittadinanza viene promossa attraverso esperienze significative che consentano di apprendere il concreto prendersi cura di se stessi, degli altri e dell’ambiente e che favoriscano forme di cooperazione e di solidarietà. Questa fase del processo formativo è il terreno favorevole per lo sviluppo di un’adesione consapevole a valori condivisi e di atteggiamenti cooperativi e collaborativi che costituiscono la condizione per praticare la convivenza civile. [...]” (Indicazioni nazionali e nuovi scenari)
Tenendo ben presenti questi principi, il Curricolo Verticale della nostra scuola dovrà costituire un punto di riferimento metodologico, ma anche una risorsa cui attingere spunti concreti per la progettazione di percorsi di apprendimento e di attività didattiche “multi-competenza”, in linea con l’obiettivo prioritario espresso nel nostro Ptof, ovvero l’attenzione alla persona, nella convinzione che tutti possano imparare, in base alle proprie potenzialità e capacità in un’ottica inclusiva.
Così inteso, il Curricolo Verticale metterà a disposizione di ciascun docente - o, ancora meglio, di ciascun gruppo di docenti - strumenti, metodi e attività (prove per competenze) flessibili e quindi adattabili al singolo contesto, sia esso determinato dall’età degli studenti o dalle loro specifiche caratteristiche e capacità.
Tale materiale didattico, frutto della formalizzazione delle esperienze pregresse di tutto il corpo docenti della nostra scuola e della raccolta di nuove idee ancora da realizzare, sarà costantemente aggiornato e organizzato in modo tale da agevolare la progettazione e il monitoraggio di percorsi di apprendimento da un ordine di scuola all’altro.
Le attività suggerite corrisponderanno al criterio della trasversalità, in modo che le discipline vengano a costituire un insieme organico, sorretto da un obiettivo comune e da una precisa funzione formativa.
In sintesi, il nostro Curricolo Verticale per competenze rappresenta:
• uno strumento di ricerca flessibile
• la continuità del percorso educativo
• il superamento dei confini disciplinari
• un percorso finalizzato alla promozione delle competenze disciplinari e trasversali
Con queste caratteristiche il nostro Curricolo Verticale non potrà che favorire la collaborazione tra i docenti di tutti gli ordini di scuola presenti nel nostro Istituto, promuovendone una crescita professionale basata sul più efficace degli strumenti, il confronto.
2. La didattica per competenze come metodologia per la continuità
La metodologia più adatta a realizzare la continuità, così come ci è stata proposta nelle direttive ministeriali e come è stata da noi recepita nella prospettiva dell’attenzione alla persona, è la didattica per competenze.
Lungi dal proporre qui un’esposizione esaustiva di tale approccio, ricordiamo che la didattica per competenze è centrata sull’allievo, e pertanto si avvale della collaborazione tra insegnante e discente (ma anche tra allievi in situazione di tutoring), ben più che della lezione espositiva; sperimenta un metodo di lavoro basato sui processi, sulle capacità metacognitive, sulla partecipazione emotiva attraverso situazioni di sfida in grado di stimolare curiosità, domande, problemi.
Se il “principiante” è colui che sa, il “competente” è colui che sa cosa fare con ciò che sa, mettendo in gioco le proprie attitudini e gli strumenti esterni che ha a disposizione.
Le competenze, intese come utilizzo e padronanza delle conoscenze, superano dunque la tradizionale separazione tra sapere e saper fare, coincidendo, di fatto, con strutture mentali valide per tutti i campi della ricerca.
Ciò peraltro non significa eliminare dal curricolo degli allievi le conoscenze. Semplicemente queste ultime andranno individuate in base al loro valore formativo, in termini di essenzialità e di organizzazione dei contenuti intorno a nuclei fondanti, in modo tale da sollecitare la reciproca integrazione delle diverse discipline.
Realizzando un curricolo verticale per competenze, gli insegnanti devono avere chiari il profilo finale, le strade da percorrere, gli strumenti necessari sulla base dei bisogni degli allievi, adottando progressivamente l’idea di insegnare-apprendere-valutare insieme.
Saranno dunque limitate le attività nelle quali il docente sia l’attore principale, e specularmente verrà assegnato allo studente un ruolo attivo nella propria valutazione, in modo che acquisti sempre maggior consapevolezza dell’evoluzione del proprio percorso di apprendimento.
Quest’ultimo aspetto, tutt’altro che secondario, corrisponde al preciso intento di trasformare il rapporto tra insegnamento e apprendimento in modo che, cogliendo le proprie vocazioni, potenzialità e difficoltà, ciascuno studente raggiunga il successo formativo in una logica di “sistema integrato”, valida anche per l’ambito della formazione professionale e del lavoro, in cui gli obiettivi risultino chiari perché se ne possano valutare gli esiti.
Perché siano efficace, le attività proposte in classe dovranno essere significative, ovvero riferirsi il più possibile all’esperienza dell’allievo, coinvolgendolo e orientandolo verso un obiettivo che dia senso alla sua azione (per esempio documentarsi per cercare un’informazione utile a risolvere una situazione, piuttosto che per rispondere correttamente alle domande di un’ interrogazione tradizionale).
In questo modo gli insegnanti dei diversi gradi di istruzione potranno progettare e attuare percorsi di apprendimento in un’ottica effettivamente evolutiva, realizzando nel concreto la continuità.