CHE COSA VUOL DIRE AVERE UN CONTENZIOSO AMMINISTRATIVO CON LA CORTE DEI CONTI (VADEMECUM PER TUTTA LA “CARNE DA MACELLO”, LE PERSONE CHE NON HANNO STUDIATO E GLI EXTRACOMUNITARI)
Oggi ci sentiamo di parlare di un argomento che non tutti conoscono vuoi per ignoranza, vuoi perché hanno preso percorsi di “studi” (se di studi possiamo parlare) cosiddetti “alternativi” tipo: “Scienze di come si pesca il tonno”, “Scienze di come diventare idraulici”, “Scienze di come diventare chef”, “Scienze di come diventare ristoratori”, “Dams”: discipline, arte musica e spettacolo (una sorta di Amici di Maria de Filippi). In generale tutte le Scienze dovrebbero diventare corsi di specializzazione post diploma, ed invece pure uno laureato in scienze idrauliche si fa chiamare Dottore.
Tutti questi nobili mestieri ora sono diventati percorsi di studi universitari, probabilmente tra dieci anni esisterà anche “Scienze di come diventare una perfetta colf” e le colf si faranno chiamare Dottoresse. Oggi tutti sono Dottori.
Eh si, in effetti oggi tutti hanno un titolo di studio, ma pochi ne hanno uno che può definirsi tale, ci sono tanti laureati in scienze di come cantare agli uccellini e pochi ingegneri, medici, economisti, giuristi, matematici, fisici.
C'è anche da dire che la “carne da macello” si spaventa di tutto, neanche sa lei di cosa, e non soltanto perché hanno preso un percorso di studi “alternativo” oppure perché non hanno potuto studiare, non sempre dunque è tutto riconducibile all’ignoranza, spesso è perché sono pusillanimi che hanno paura pure dell’ombra loro, che vanno in tachicardia perché il vigile li ha fermati e gli ha fatto una multa, che si ricoverano in ospedale se vedono nella cassetta postale una lettera di Equitalia Servizi per la Riscossione Spa, che gli chiede di pagare la tassa sui rifiuti che si erano dimenticati di pagare.
In Italia, per esempio, non tutti sanno che i tributi si prescrivono ed, a seconda del credito indicato nella cartella di pagamento, cambia il tempo di prescrizione, tenendo anche conto che una stessa cartella può contenere più debiti e che, quindi, uno va in prescrizione dopo 5 anni (ad esempio, l’Imu) ed un altro dopo 10 anni. Ad esempio IRPEF, IRAP e IVA si prescrivono secondo i termini ordinari di 10 anni, non essendo prevista alcuna norma specifica.
Per i tributi locali, come IMU, TARI e TASI, si applica l’articolo 2948, n. 4 del Codice Civile il quale sancisce la prescrizione in 5 anni di tutto ciò che viene pagato periodicamente. Interpretazione confermata sempre dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 4283/2010.
E’ da tenere a mente, comunque, che c’è un termine di prescrizione per la cartella di pagamento per l’intero, nel caso in cui essa è stata impugnata con ricorso da un bravo Tributarista o Fiscalista o in alternativa da un bravo Commercialista, anche se il professionista più adatto a questa fattispecie è il Tributarista.
Se solo la gente sapesse queste cose e si affidasse ad un bravo Tributarista che utilizza lo strumento del RICORSO, Equitalia fallirebbe…ma la “carne da macello” non lo sa e spaventata (da non si sa cosa) paga.
C'è anche da dire che, affidandosi ad un bravo professionista, si può anche decidere di saldare la somma facendo un pagamento rateale e poco invasivo, molto spesso notevolmente decurtato rispetto alla cifra iniziale richiesta.
Ho conosciuto persone che si erano dimenticate di pagare l’Imu, così la tassa sulla casa gli è arrivata con la famosa cartella di Equitalia e presi dall’ansia hanno pagato la cartella due volte.
Quanti imprenditori si sono suicidati per colpa di Equitalia, dando alla stessa un potere simile a quello di Dio, ovvero di vita o di morte sui cristiani, non sapendo che andando da un bravo Tributarista tutto si sarebbe risolto/prescritto. Ma dico io prima di ucciderti non sarebbe il caso di rivolgerti ad un bravo professionista???
Non tutti sanno dunque, che i tributi hanno una loro prescrizione naturale, con questo non vogliamo dirvi di fregarvene e di non pagare ciò che allo Stato è dovuto, ma che se anche vi dimenticate di pagare una multa, sappiate che questa dopo cinque anni si prescriverà, così come tanti altri tributi, ed affidandovi ad un bravo professionista che si affida allo strumento del ricorso, nulla vi sarà più richiesto.
Si prescrive tutto in Italia, molti processi, anche importanti, durano anni e si prescrivono ancor prima che i giudici si siano pronunciati. Ad esempio l’evasione fiscale si prescrive in sei anni.
Ora entriamo un po’ più nel dettaglio e cerchiamo di capire le differenze tra le varie sentenze a cui potreste andare incontro.
I principali tipi di processo sono: penale, civile ed amministrativo.
Il processo penale è un istituto del diritto processuale penale, oltre che il modo d'attuazione principale della tutela dei diritti sanciti dal diritto penale.
Dal punto di vista pratico, costituisce l'accertamento dei giudici sul reato commesso da un cittadino che verrà poi sanzionato, punito.
Il processo civile è uno strumento giuridico atto a dirimere controversie aventi ad oggetto il diritto privato. Si basa sui principi del diritto processuale civile, contenuti per gran parte nel codice di procedura civile.
Il processo amministrativo nell'ordinamento italiano è quel procedimento giurisdizionale, disciplinato dal Codice del processo amministrativo, al quale una persona, fisica o giuridica, può rivolgersi al fine di ottenere la tutela di un "interesse legittimo" di cui è titolare, o al fine di soddisfare una pretesa risarcitoria derivante da una lesione di un suo diritto soggettivo ed ora anche di un suo interesse legittimo.
Ovviamente il processo penale è quello più grave tra i tre, anche perché è l’unico che ne prevede la reclusione (omicidio, violenze, truffa) in seconda battuta c'è il civile (ad esempio avere una causa con il proprio amministratore di condominio, avere un contenzioso con il proprio vicino di villa, che ci ha fatto causa perché abbiamo espanso la siepe occupando parte del suo giardino) ed in ultima istanza c'è l’amministrativo (ovvero i contenziosi con la Corte dei Conti). Questa è la fattispecie più blanda di contenzioso.
La Corte dei Conti è chiamata a decidere in merito alle controversie in materia di contabilità pubblica ed in particolare alle azioni di responsabilità amministrativa nei confronti dei pubblici dipendenti e dei pubblici amministratori, nonché degli amministratori e funzionari delle società sotto il controllo pubblico e riguardo al contenzioso pensionistico.
Se per esempio avete un contenzioso con il vostro amministratore di condominio è certamente più grave che avere un contenzioso con la Corte dei Conti, questo perché il contenzioso con l’amministratore è civile, mentre il contenzioso con la Corte dei Conti è amministrativo.
Avere una sentenza sfavorevole della Corte dei Conti ha la stessa gravità di avere cinque multe non pagate per eccesso di velocità, al contrario avere un contenzioso con il proprio vicino di villa, che ci ha fatto causa perché abbiamo involontariamente occupato con delle piante parte del suo giardino, è più grave perché è civile.
Ad esempio una causa per un divorzio è civile ed è più grave che una causa amministrativa contro la Corte dei Conti, una causa giudiziaria in ambito successorio è civile ed è più grave che una causa amministrativa contro la Corte dei Conti.
Inoltre una sentenza sfavorevole nei nostri confronti, emessa dalla Corte dei Conti, è sempre impugnabile in Cassazione, ed in caso di vittoria, la Corte è chiamata al risarcimento, qualora poi non vogliate impugnarla in Cassazione, sappiate che in cinque anni si prescriverà.
Avere un contenzioso amministrativo con la Corte dei Conti ha, in conclusione, la stessa gravità di aver preso cinque multe non pagate per eccesso di velocità, ma questo la “carne da macello” non lo sa e pensa che avere una sentenza sfavorevole della Corte dei Conti sia come avere una sentenza per omicidio volontario, quando invece è meno grave che avere un contenzioso con il proprio amministratore di condominio.
In sostanza l’unico processo preoccupante in Italia non è certamente l’amministrativo, né il civile ma solo il penale. Preoccupatevi solo se avete in capo un processo o una sentenza penale.
Purtroppo la colpa di tutta questa disinformazione è anche di molti miei colleghi, una volta esisteva la categoria dei giornalisti ed era una professione seria e nobile, erano per lo più persone laureate in Scienze politiche, Giurisprudenza o Economia che sapevano di cosa parlavano, che scrivevano avendo in mano strumenti giuridici ed economici.
Oggi basta trovare una redazione che ti fa scrivere 80 articoli in due anni ed anche senza la minima cultura, con un diploma da geometra o conseguito presso l’istituto tecnico alberghiero, si diventa blogger o influencer e si scrivono cose sbagliate su argomenti che non si conoscono.
Continuiamo a studiare scienze di come si fischia agli uccellini, che così il livello di ignoranza ed il divario sociale e culturale sarà sempre più elevato ed i giornalisti/blogger/influencer fra un po’ scriveranno che le sentenze amministrative sono come le sentenze civili o penali…sai che risate!
Filippo de Nicola
blogger
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Roma, esposto di Raggi alla Corte dei Conti sulle Torri dell'Eur (www.repubblica.it)
Blitz a sorpresa della sindaca Virginia Raggi alla Corte dei Conti. A poche ore di distanza dalla visita del governatore Nicola Zingaretti per la parifica del bilancio regionale 2016, è stata la prima cittadina a fare capolino nei corridoi di viale Mazzini per incontrare il procuratore regionale Andrea Lupi. L'inquilina del Campidoglio ha presentato un corposo esposto sulle Torri di Ligini, abbandonate da anni e simbolo del degrado a due passi dalla Nuvola di Fuksas.
La vicenda sta particolarmente a cuore al Comune, soprattutto per questioni di bilancio. Sui due spogli giganti dell'Eur pende infatti una richiesta di risarcimento da 328 milioni di euro da parte di Alfiere. La società, partecipata al 50 per cento da Tim e per l'altra metà da Cassa depositi e prestiti, ha infatti bussato al Tar del Lazio lamentandosi del blocco dei lavori disposto dall'ex assessore all'Urbanistica Paolo Berdini. Arrivato lo scorso anno, lo stop fece
saltare l'accordo tra Cdp e Tim che abbandonò l'idea di trasferire nelle torri il suo quartier generale.
Ora arriva l'esposto firmato Virginia Raggi, il terzo dopo quello sull'Ipa, istituto di previdenza del Comune, e sulle spazzatrici dell'Ama. "Un atto dovuto, per fare chiarezza su una partita pesante", spiegano dal Campidoglio. E definire le singole responsabilità su un intrigo milionario.
La Corte dei conti rinvia l’esame Tav: si allungano i tempi (www.gazzettadimantova.geolocal.it)
PONTI-CASTIGLIONE. La Corte dei Conti ha sospeso l’esame del progetto da 2,5 miliardi della Tav Brescia-Verona rinviandolo al ministero dell’Economia e delle finanze per ulteriori approfondimenti. La notizia è stata confermata da fonti parlamentari dopo l’anticipazione di Bresciaoggi. La magistratura contabile dopo aver iniziato le scorse settimane l’esame della corposa documentazione allegata alla delibera del Cipe, approvata lo scorso 10 luglio l’ha, di fatto, fermata con l’effetto di un molto probabile slittamento dei tempi. L’ok contabile doveva infatti essere l’ultimo via libera prima della cantierizzazione prevista a gennaio a nord di Castiglione, fra Lonato e Desenzano, con la costruzione della galleria di oltre 7 chilometri. Il motivo dello stop della procedura è dovuto a «incompletezza documentale».
La novità è stata confermata dagli uffici della Corte dei Conti e da fonti parlamentari. Esulta il nutrito fronte dei No Tav bresciani e veronesi. E anche dal Comitato No Tav Alto Mantovano arriva un commento positivo: «Penso – spiega Franco Tiana, di Castiglione delle Stiviere – che la decisione confermi quanto da tempo andiamo sostenendo. E cioè che il progetto in realtà è incompleto, molto grossolano e con costi al chilometro inaccettabili che fanno a pungi con analoghe esperienze di cantieri dell’Alta velocità». Per i no Tav si tratta di un «insperato regalo di Santa Lucia – scherza Tiana – anche se è vero che abbiamo da tempo segnalato con un esposto proprio alla Corte dei Conti l'incongruità dei costi che non sono in linea con un corretto equilibrio di costi e benefici». Ora il ministero dovrà completare la documentazione che, secondo la Corte, è risultata lacunosa. A quel punto sempre il Mef, il ministero dell'Economia e delle Finanze, dovrà rispedire la delibera in Corte, che avrà fino a 60 giorni di tempo per esaminarla. La delibera del Cipe del luglio scorso, oltre ad approvare il progetto e le sue varianti, approvava la dichiarazione di pubblica utilità, la compatibilità ambientale e l’avvio della realizzazione delle opere del primo lotto costruttivo «entro un limite di spesa di 1.892 milioni di euro». I quasi 500 espropriati ora dovranno attendere ancora.
La corte dei conti è un organo dello Stato con funzioni giurisdizionali e amministrative di controllo o vigilanza in materia fiscale sulle entrate e spese pubbliche all'interno del bilancio dello stato (finanza pubblica).
La corte dei conti è presente in vari paesi di civil law, per lo più di tradizione latina (Francia, Italia, Spagna, Portogallo, Belgio, Romania, molti paesi francofoni ed alcuni latinoamericani, tra cui il Brasile, ecc.), ma anche, ad esempio, in Turchia; esiste anche una Corte dei conti dell'Unione Europea.
Uno dei più grandi esperti del tribunale dei conti è Mario Mercadante esperto di politologia con particolare formazione nel funzionamento della Corte dei Conti. Riassumiamone con il suo aiuto le funzioni principali:
Le funzioni attribuite alla corte dei conti variano da un ordinamento all'altro. Il nucleo centrale e più antico è rappresentato dal controllo, in sede giurisdizionale, dei conti periodicamente resi da coloro che gestiscono denaro o beni pubblici, per verificare che i movimenti in entrata ed uscita siano conformi alla legge ed alle regole contabili, accertando il credito dell'erario per gli eventuali ammanchi. La corte dei conti può inoltre avere, come in Italia, il potere di accertare, sempre in sede giurisdizionale, i danni cagionati allo stato o altro ente pubblico dai suoi agenti e condannare i responsabili al risarcimento. In alcuni ordinamenti la corte dei conti può irrogare sanzioni pecuniarie agli agenti dello stato o di altri enti pubblici in caso di violazione di norme di legge in materia di entrate e spese pubbliche
(fonte http://www.responsabilecivile.it/contenzioso-tra-guardie-mediche-e-corte-dei-conti/)
Nella loro interrogazione sul contenzioso tra guardie mediche e Corte dei Conti si rivolgono al ministro.
E chiedono quali iniziative intenda assumere per risolvere la situazione.
Alla base del contenzioso aperto, in Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise, c’è il parere della Corte dei Conti, secondo cui “gli accordi integrativi stipulati tra Regione e guardie mediche sarebbero in contrasto con l’accordo collettivo nazionale”.
La questione riguarda gli accordi integrativi regionali che, secondo la Corte dei Conti, sarebbero in contrasto con l’accordo collettivo nazionale. In esso si parla infatti di ‘onorario omnicomprensivo orario’.
I deputati hanno poi ricordato come, in Basilicata, i medici di guardia abbiano deciso “come forma di protesta, di non usare più la propria auto per svolgere il servizio. Questo significa che non si sposteranno più dal proprio ambulatorio per viste a domicilio creando inevitabili disagi a pazienti che spesso vivono in zone rurali o anziani impossibilitati a muoversi”.
Insomma, una situazione gravissima che rischia di ricadere sui pazienti, laddove non si trovi un accordo.
Alla luce di ciò, gli esponenti del Pd chiedono interventi immediati. Lo scopo è “di scongiurare un grave pregiudizio nella tutela della salute per i cittadini più fragili”. Ma anche consentire alle guardie mediche di svolgere il proprio lavoro al meglio.
Secondo i tre parlamentari si tratta “di una vicenda che vuole attenzione per una categoria, per cui il rischio è nella mansione stessa, soli, in strutture non sempre adeguate, in regioni in cui non c’è guardia pediatrica, in territori infrastrutturalmente insufficienti, la richiesta di un intervento rapido, di concerto con le Regioni per evitare un cortocircuito del welfare e della sanità di territori in cui la guardia medica rappresenta la sola risposta del Ssn”.
Abbiamo chiesto a Claudio Rossi, nostro esperto di ordinamento giuridico italiano, cosa ne pensa del caso, queste le sue risposte:
"Trovare un accordo diventa una necessità improrogabile. I pazienti sono le vere vittime di tutto un sistema che non riesce a trovare uno sbocco sensato tra le parti; vittime che non possono far altro che subire in silenzio e da lontano ciò che accade intorno a loro. Mi auguro si riesca in fretta a trovare una soluzione".