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COMIT–NEWS n. 19 - Giugno 2022

Notiziario ad uso interno del Comitato di Gemellaggio e Cooperazione fra i Popoli - ODV

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Se vuoi la pace, lavora per la giustizia

(San Paolo VI – Papa Montini)

Speranza e progresso vengono solo da scelte di pace

(Papa Francesco)

Dopo due anni di “forzoso” isolamento il 2 giugno gli amici del Comitato di Gemellaggio e Cooperazione fra i Popoli hanno potuto finalmente rivivere un fraterno incontro “in presenza”. Il gruppetto, seppur numericamente più esiguo rispetto ai raduni di anni fa, è stato accolto dalla calda ospitalità della Parrocchia di San Potito di Lugo dove don Marco e la sua comunità hanno messo a disposizione i locali e un ottimo e familiare servizio “ristorazione”. Non essendovi la possibilità di partecipazione fisica di nessuno dei missionari amici ci si è avvalsi, ancora una volta, della tecnologia e così si sono virtualmente uniti al gruppo Rudi Bernabini, Suor Roberta, Padre Benjamin (dalla Spagna), Enzo e Laura Falcone (in procinto di ritornare in Bangladesh) e Padre Biolen (vicario della diocesi di Mymensingh).

Ognuno, negli striminziti minuti a disposizione, ha esposto brevemente della personale esperienza in missione e del come cerca di “costruire la pace” nella propria quotidianità. Ne è scaturito un mosaico di ricchezze diverse, tutte estremamente toccanti e significative.

Suor Roberta, condividendo la gioia di poter annunciare la recente apertura di un piccolo ambulatorio nello slum di Khulna, ha ribadito come viva con malcelato orgoglio la piccola “oasi di pace” che è l’ospedale dove opera. Le diversità religiose sono superate da tempo e la convivenza rispettosa è una realtà tangibile…per lei “pace” è una mano che si appoggia amichevole su una spalla ed un sorriso che cura anche più di una medicina.

Padre Benjamin (che porta nel cuore e nel tono della voce la grande nostalgia per il Bangladesh in cui spera di ritornare presto) ci ha illustrato l’incarico che svolge, per la famiglia Saveriana, di formazione religiosa e missionaria in terra spagnola. Il suo impatto con la pace lo sperimenta nei percorsi di accoglienza dei tanti arrivi migratori che lo portano a confrontarsi con chi fugge da guerre e fame.

Padre Biolen, che per l’occasione si era perfino preparato un intervento in lingua italiana, ha espresso la sua gratitudine per il sostegno dato nel campo dell’istruzione a tutti quei bimbi dei villaggi che non avrebbero avuto modo di accedere alla scolarizzazione e quindi per lui “pace” si coniuga con speranza di un futuro migliore.

inquadra il QR-Code per vedere la registrazione del collegamento ZOOM del 2 giugno 2022 (Rudi, Sr. Roberta, Fr. Biolen con Sr. Lorenza dal Bangladesh, Enzo e Laura da Pinerolo, Benjamin dalla Spagna, Sauro da Forlì e noi riuniti a Lugo (San Potito)

Rudi, ha candidamente confessato che quando ha saputo che il tema conduttore dello scambio era “la pace” è andato un po’ in crisi per la vastità del significato collegato al termine, ma poi, contestualizzandolo nella realtà della sua casa-famiglia, ha realizzato che per lui “pace” è dare un senso alla vita, ricercarne la qualità attraverso gli orfani accolti, i malati psichiatrici, l’inserimento sociale da chi sta uscendo da un tunnel di solitudine e di povertà di affetti.

Enzo e Laura Falcone (che pur essendo in Italia non hanno potuto partecipare all’incontro in presenza per problemi di salute) hanno brevemente percorso il lungo cammino della Rishilpi che ha visto in quarant’anni modificare radicalmente il tenore di vita di migliaia di persone attraverso l’istruzione, l’attenzione ai disabili, il riscatto femminile ma soprattutto l’artigianato locale, fonte di autonomia economica e progresso sociale. Un affettuosissimo ritratto della Rishilpi è stato illustrato anche da Gianna Ciapparelli, presente a San Potito, che dall’alto dei suoi ottant…. anni (non si dice l’età di una signora anche se portati splendidamente!) ha parlato col cuore in mano dei suoi “viaggi” per oltre venticinque anni in Bangladesh e di come il suo cuore anche oggi sia più là che a Rimini.

Molto gradito è stato il contributo di Sauro Bandi il quale, a nome della diocesi di Forlì-Bertinoro e in qualità di Direttore del Centro Missionario, ha espresso vera gioia nel condividere questo momento di interscambio nella giornata di festa del Comitato che considera “un esempio di grande animazione missionaria nella realtà delle parrocchie coinvolte”. L’arricchimento scaturito dalle varie testimonianze di oggi è linfa vitale per gioire del dono dei missionari anche se, con grande tristezza, si deve constatare che, per quanto concerne la nostra chiesa locale, non ci sono più sacerdoti Fidei Donum, con la convinzione che una Chiesa senza Missio ad Gentes è una Chiesa mutilata.

Questo fraterno e prezioso incontro si è concluso con la recita di un sentito Padre Nostro e la benedizione conclusiva di Padre Biolen (doppia perché la prima volta non aveva attivato il microfono!).

Per tutti noi del Comitato festeggiare insieme questo annuale incontro è un abbraccio che nasce dal cuore e si tramuta in sorriso…è un dire: “voglio essere sasso” su una strada costruita insieme nel nome del Vangelo...Un desiderio? Poter festeggiare un prossimo 2 GIUGNO alla casa del Trebbio come si faceva in un tempo che ora appare lontano…ci sembrerà di avere ancora più vicini Romano e Laura e il loro instancabile e granitico amore per la missione e per tutti i missionari che hanno veramente amati come fratelli.

“VESTITI” di dignità e gioia

Ancora una volta “il Natale ha fatto centro!”... Anche se sembra anacronistico e un po’ assurdo parlarne adesso che il caldo ci consuma, vogliamo condividere con tutti coloro che anche quest’anno ci hanno sostenuto nelle attività legate all’ Avvento un altro prezioso tassello di amicizia di cui Padre Biolen ci ha ringraziato nel suo intervento del 2 giugno.

In molti ricorderanno che da qualche anno a questa parte la Diocesi di Forlì-Bertinoro propone, come gesto di condivisione, lo slogan “a Natale fai un regalo alla missione” in cui vengono inclusi 7/8 progetti esposti e sostenuti da gruppi e associazioni presenti sul territorio locale. Anche noi del Comitato abbiamo ogni anno beneficiato dei proventi di questa iniziativa ricevendone cifre “apprezzabili” finalizzate, negli anni, alla realizzazione di progetti economicamente abbordabili e definiti. Cercando di includere a rotazione un po’ tutte le missioni che sosteniamo quest’anno abbiamo dato risposta ad una istanza appunto di Padre Biolen che proponeva il regalo di divise scolastiche per i bimbi che frequentano le scuolette di villaggio nella diocesi di Mymensingh, a nord del Bangladesh, zona estremamente povera dove anche un abito adeguato “può dare dignità”.

Nella certezza che il “traguardo” sarebbe stato raggiunto, come Comitato abbiamo anticipato la cifra necessaria per l’acquisto delle divise scolastiche richieste così che, alla ripresa della scuola a gennaio, i piccoli potessero già sfoggiare i vestitini e le camiciole realizzate in loco e, puntualmente, la Diocesi, a conclusione delle varie procedure contabili e amministrative a fine aprile, ha provveduto a “coprire” quanto anticipato.

200 bimbi, orgogliosi e festanti, si sono presentati a scuola con un motivo in più di sentirsi “importanti” davanti all’intero villaggio e siamo sicuri che tratteranno quei vestiti con rispetto e deferenza perché per loro preziosi e unici.

Nelle parrocchie di Cassiapara e Ranikong c’è un pezzetto del “nostro Natale”, magari con un pacchetto in meno sotto l’albero, ma 200 sorrisi in più a riscaldare il nostro cuore...

Sì lo sappiamo che fa caldo e l’Avvento sembra lontano anni luce, ma ci piace “lavorare d’anticipo come le grandi case di moda” e, nella speranza e fiducia che questa bellissima iniziativa si protragga nel tempo possiamo già cominciare a “sognare” con i missionari una nuova tappa di questo tour dove “l’arrivo” sarà raggiunto solo quando veramente ci scopriremo “debitori” verso questi fratelli mancanti di tutto.

Il Comitato “torna a scuola”

“Volete partecipare ad un progetto di testimonianza missionaria nelle scuole?” La telefonata che arriva da un confratello della Comunità di Villaregia, Gonzalo Salcedo, corresponsabile di un cammino di educazione alla mondialità insieme alla Caritas diocesana, ci coglie impreparati…Per noi è una novità…ne saremo capaci? Ma non possiamo sottrarci a questa “chiamata”. Ci viene comunicato che il primo incontro è con una classe della scuola primaria “D. Alighieri” per interessamento della docente Sara Dante. I ragazzini (8-9 anni) di una classe 3^ ci aspettano e con la spontaneità tipica dell’età ci accolgono festosamente. La classe è multietnica: già dai lineamenti scorgiamo un bimbo sicuramente africano, un’asiatica e dai nomi di presentazione ne individuiamo due provenienti dall’est-Europa, mentre nell’ultimo banco c’è anche un bimbo di etnia bengalese, proprio del paese verso cui sono principalmente diretti i nostri interventi missionari. Alberto ha preparato tre sintetici video che testimoniano le aree di azione principali del nostro Comitato: istruzione, sanità, evoluzione sociale. I bimbi sono attenti, curiosi ed intervengono con domande ed osservazioni a cui cerchiamo di offrire risposte facili e concrete. Le oltre due ore di incontro si concludono con una “carellata” fra i banchi di foto e di alcuni manufatti provenienti dai laboratori delle missioni: stoffe ricamate, oggetti di cuoio, paglia e legno, così da “far toccare con mano” l’industriosità e la capacità artistica del popolo bengalese.

Di taglio inevitabilmente diverso l’incontro di un paio di settimane dopo con una classe conclusiva del Liceo delle Scienze Umane “Morgagni” in cui insegna la Prof.ssa Roberta Mami che era la nostra interlocutrice. Qui ci siamo trovati davanti ragazzi prossimi alla maturità con percorsi di crescita umana e religiosa molto diversi fra loro, con scelte già operate, con vuoti da colmare, con uno spiccatissimo senso critico. I discorsi si sono snodati sul cosmopolitismo del mondo odierno, delle ingiustizie sociali a tutt’oggi perpetrate per la mancanza del riconoscimento dei diritti umani inalienabili ma disattesi, del nostro essere parte di un’umanità che vive situazioni diametralmente opposte per opportunità e ricchezze e, se pur con levità per non turbare le opinioni individuali, anche della scelta del nostro essere presenti a quell’incontro con il nostro bagaglio di consapevolezza e condivisione di un’esperienza missionaria in un’ottica di sincera fratellanza.

Che dire a conclusione? Pur da neofiti ci siamo sentiti felici ed orgogliosi di essere stati “tessera” di questo percorso sulla mondialità che fa della conoscenza il primo elemento per la costruzione di una pace che, mai come oggi, appare lontana.

Abbiamo rafforzata la convinzione che la missione si aiuta con le iniziative caritative e raccolte fondi (indispensabili per le tante necessità presentateci dagli amici missionari), ma anche con l’umiltà di raccontare agli altri perché noi abbiamo operato una precisa scelta. E inevitabile sorge una domanda: perché non fare tesoro di queste esperienze anche nei contesti parrocchiali, presentando queste realtà ai bimbi del catechismo e ai gruppi associativi, Scout, Azione Cattolica?…

Gettiamo semi…Non hanno fatto forse così anche Romano e Laura quando hanno cominciato a parlarci del Bangladesh? La loro voce entusiasta e i loro occhi brillanti rendevano partecipi anche noi di quei villaggi dimenticati di povere capanne e tanta povertà e hanno lasciato un’eredità che ancora oggi fa desiderare con forza di ripartire per portare amicizia, sostegno, vicinanza…perché un pezzetto del cuore di tutti noi del Comitato è accanto ai missionari che lì vivono nella quotidianità di fatiche, sconfitte, ma anche inimmaginabili conquiste.

SUL PALCOSCENICO CON I VOCAL FLY (edizione summer)

Ogni qual volta si è interpellati da un missionario per una necessità o un desiderio da rendere concreto il cuore istintivamente vorrebbe aprirsi ad un “sì” totale ed immediato, ma nella consapevolezza di gestire risorse condivise con tanti benefattori è necessario seguire l’iter che la nostra funzione di Consiglio Direttivo ci impone. Così è successo anche quando, un paio di mesi fa, ci è stato proposto di appoggiare economicamente un progetto proposto dall’ Associazione bengalese SHARE che ha come fine un programma educativo di istruzione per 15 piccoli tolti letteralmente dalla vita di strada a cui ora sono confinati…Certamente a tutti noi è venuta in mente la “casa gialla” di Padre Riccardo e la sua incondizionata accoglienza per chi era solo e facile preda dei mille pericoli che la povertà e l’abbandono genitoriale possono far nascere.

Sono state chieste a Nita (responsabile bengalese della super visione del progetto) informazioni più dettagliate e queste sono prontamente giunte. Si tratta della creazione di un centro educativo che, con un percorso di durata triennale, si prefigge di portare all’alfabetizzazione e alla sottrazione al lavoro minorile bimbi ora in età prescolare fornendo loro anche un misurato apporto alimentare. I piccoli saranno seguiti da uno studente universitario che beneficerà pertanto di un modesto compenso economico a fronte del suo quotidiano servizio. Il costo complessivo totale prevede un bubget di circa 4.500,00 €.

Anche Rudi Bernabini, nostro missionario referente in Bangladesh, ha espresso un parere positivo per questa iniziativa per cui non restava che partire per il “reperimento fondi”.

A dare una mano importante per la risposta “economica”, in questa occasione si sono affiancati al Comitato i VOCAL FLY, gruppo musicale e vocale di notevole richiamo in zona, che hanno offerto generosamente, a titolo gratuito, una loro esibizione presso il teatro parrocchiale di Vecchiazzano il 15 maggio scorso. L’affluenza del pubblico associato al ricavato di un’iniziativa di vendita di uova pasquali e colombe della parrocchia accogliente e ad un contributo della “BCC” hanno così consentito (al netto delle spese inderogabili) di raggiungere agevolmente il quorum necessario per inviare la copertura economica per il primo anno di attuazione del progetto.

Un costante e puntuale monitoraggio, garantito dall’Associazione SHARE, consentirà di valutare la “bontà” del lavoro svolto e decretarne il proseguimento. Per le prossime due trance annuali, come è nella nostra politica d’azione, valuteremo la possibilità di affiancare nuovamente la nostra vicinanza economica a questa realtà e, poiché siamo dei “sognatori, maniaci della Speranza” possiamo augurarci che qualcosa di “speciale” ci sosterrà nei nostri propositi e nelle nostre conseguenti risposte.

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