La notizia della dipartita di Claudia Pieralli, professore associato di letteratura russa presso l'Università degli Studi di Firenze, ci rattrista profondamente. Nonostante le condizioni di salute in cui versava da tempo, la professoressa ha accolto con calore, sostenendolo, il nostro progetto sin dall'inizio, divenendo membro del Comitato Scientifico. Con il suo appoggio ci ha dimostrato cosa siano il coraggio, la fiducia e ci ha testimoniato l'amore per lo studio, per la ricerca. Con il suo mettersi a servizio della nostra iniziativa, ci ha dato prova dell'importanza che aveva per lei il futuro della slavistica, l'accompagnamento e la guida di chi sta muovendo i primi passi nell'accademia. 

Claudia Pieralli è per noi un esempio di forza d'animo, di generosità e di passione. Per questo motivo, abbiamo deciso di dedicare il Convegno internazionale del Collettivo dei Giovani Slavisti alla Sua memoria.

The recent loss of Claudia Pieralli, associate professor of Russian literature at the University of Florence, deeply saddens us. Despite her long-standing health condition, the professor warmly welcomed and supported our project from the very beginning, becoming a member of the Scientific Committee. With her support, she showed us what courage and trust are, and gave us witness to the love of study and research. By being at the service of our initiative, she gave us proof of the importance to her of the future of Slavistics, of accompanying and guiding those who are taking their first steps in the academy. 

Claudia Pieralli is for us an example of fortitude, generosity and passion. For this reason, we have decided to dedicate the International Conference of the Young Slavists Collective to her memory.

Смерти нет, а есть любовь и память сердца.
La morte non esiste, esistono l'amore e il ricordo del cuore.
There is no such thing as death, only love and the memory of the heart exist.
- L. N. Tolstoj -

La storia e la cultura dei Paesi slavi sono state segnate, nel corso dei secoli, da innumerevoli tentativi di rivoluzione, ribellione e trasgressione alla norma imposta a cui si è affiancato, parallelamente, un forte desiderio di adesione a una tradizione, un’ideologia o persino un regime di potere. Ne sono esempio in ambito storico i diversi movimenti di protesta o ribellione che hanno attraversato l’ultimo secolo in area slava e post-sovietica, dalla Rivoluzione del 1917 alle Rivoluzioni colorate dei primi anni duemila per arrivare, nell’ultimo decennio, all’Euromajdan ucraino del 2014 e ai movimenti di protesta bielorussi del 2020. Altrettanto frequenti, in ambito artistico e letterario, sono stati i tentativi di deviazione dalla norma imposta, di rielaborazione della tradizione o proposizione di nuovi schemi estetici, che hanno dato luogo ai vari avvicendamenti tra «arcaisti» e «novatori» (Ju. Tynjanov, Avanguardia e tradizione, Dedalo libri, Bari 1968). Al tempo stesso le culture dei Paesi slavi hanno spesso ingaggiato un dialogo con la tradizione europea, percepita come più prestigiosa, talvolta nel desiderio di integrarsi, talvolta in quello di differenziarsi e affermare la propria specificità.

Applicando il modello di semiosfera teorizzato da Jurij Lotman (Ju. Lotman, La Semiosfera, Marsilio, Venezia 1985), le culture slave sarebbero e si troverebbero, quindi, in un duplice «spazio semiotico», uno interno e uno esterno, europeo. Come la semiosfera esse sono eterogenee e asimmetriche. Ed è proprio tale asimmetria, presente tra i linguaggi più codificati collocati al centro del sistema e quelli meno strutturati posti nella sua periferia, a rendere possibile quel continuo flusso di generazione e distruzione delle ‘norme’, dove gli elementi assumono significato in virtù di codici precedentemente sviluppati e condivisi, oggetto di continuo rinnovamento. 

Il rispetto di quali norme ha segnato lo sviluppo delle culture slave? Quali fenomeni hanno dato inizio a processi di deviazione e cambiamento? In che modo queste opposte tendenze hanno contribuito alla formazione di una tradizione letteraria, alla normalizzazione di una lingua, all’imposizione o al sovvertimento di ordini sociali e politici?

Il convegno intende interrogarsi sulle possibili applicazioni del tema. Le proposte possono esplorare, senza limitarsi ad essi, i seguenti ambiti di ricerca relativi alle culture slave: lingue e linguistica; letteratura, arte e studi culturali;  cinema e teatro; glottodidattica; traduttologia e traduzione; studi storici, politici e socio-culturali.

Over the centuries, Slavic countries’ history and culture have been marked by countless attempts at revolution, rebellion, and transgression from the imposed norm, paired with a strong desire to adhere to forms of tradition, ideology, or even political regimes. Examples of such behaviour in the context of historical events are the various protests and riots that have spanned the last century in the Slavic area, beginning from the October Revolution in 1917, moving towards Color Revolutions in the early 2000s and the events surrounding Ukrainian Euromajdan in 2014 and Belarusian protest movements in 2020. As for artistic and literary environments, equally frequent have been attempts to deviate from the imposed norm to rework tradition or propose new aesthetic schemes, which have resulted, for instance, in numerous alternations between «archaists» and «innovators» (Yu. Tynyanov, 1929, Arkhaisty i novatory). At the same time, cultures belonging to the Slavic area have often engaged in dialogue with European tradition, which was perceived as more prestigious. Such dialogue with the close Western counterpart has been engaged either in the attempt to pursue integration with its consolidated aesthetic tradition or, at times, in the desire to differentiate themselves and assert their own specificity. 

Suggesting a theoretical frame, one can observe similarities between the Slavic area’s cultural interactions and the semiosphere model theorised by Jurij Lotman (Yu. Lotman, 1984, On the semiosphere). Slavic cultures would live, accordingly, in a dual «semiotic space»: an internal space and an external one, closer to European standards. As the semiosphere itself, these two spaces are heterogeneous and asymmetrical. Such asymmetry between the codified languages placed at the centre of the system, and the less structured ones placed at its periphery, makes possible a continuous flow of creation and destruction of ‘norms’, in which elements take on meaning as a result of previously developed and shared codes, subject to constant renewal.

The adherence to which norms has marked the development of Slavic cultures? Which phenomena have given rise to processes of deviation and change? How have these opposing tendencies contributed to the development of literary tradition, to the normalisation of language, to the imposition or subversion of social and political order?

The conference intends to discuss the various possible ways of approaching the topic. Proposals may explore - without being limited to - the following research areas related to  Slavic cultures: languages and linguistics; literature, art and cultural studies; cinema and theatre; language teaching; translatology and translation studies; historical, political and socio-cultural studies.

ITA_CollettivoGiovaniSlavisti_Verona2024.pdf
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