Giulia Donati, Shlomo Paz-Goldenberg e

Gino Bartali

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Il bene si fa ma non si dice

Gino Bartali, famoso ciclista italiano, contribuì a salvare 800 persone tra il settembre 1943 e il giugno 1944, nascondendole e fornendo documenti falsi. Queste sono le testimonianze di due di loro.

Shlomo oggi.

La famiglia Goldenberg.

Giorgio Goldenberg

Giorgio Goldenberg, oggi Shlomo Paz-Goldenberg dopo il cambio di nome, è un uomo ebreo che fu salvato da Gino Bartali. Nato a Bologna, in seguito all’emanazione delle leggi razziali si trasferì con la sua famiglia a Fiesole, in Toscana. Quando le forze tedesche aumentarono in Italia, fu mandato in un monastero a Settignano. Iniziati i rastrellamenti, Bartali accolse lui, i suoi genitori e sua sorella nel suo appartamento e poi li nascose nella sua cantina a Firenze. Il loro primo incontro avvenne nel 1941 a Fiesole, quando Shlomo aveva 9 anni. Ricorda bene quel momento, dato che Bartali gli regalò una bicicletta e una sua foto con dedica.

Nella primavera del 1945, Shlomo prese posto su una nave da guerra messa a disposizione dagli inglesi verso quello che sarebbe stato dichiarato Stato di Israele tre anni più tardi. La guerra non era ancora finita, quindi i suoi genitori decisero di farlo partire, nonostante non sapessero cosa gli sarebbe potuto succedere. Adesso abita nello stato di Israele in una città situata nella pianura di Sharon.

Giulia Donati

Giulia Donati, una donna ebrea fiorentina, che dal 1974 vive in Israele, a causa delle leggi razziali si trovò costretta, con la sua famiglia, a dover abbandonare la sua città natale. Trovarono alloggio in un appartamento in un paesino vicino a Lucca chiamato Secco, dove Isabella Pacino e Settilia Crocini, due sorelle, prestarono loro soccorso e cibo. Più tardi anche le due sorelle si trasferirono nel paese, dato che la linea ferroviaria tirrenica fu bombardata, e proprio in quel periodo, mentre percorreva strade del Lucchese e del Pisano, Bartali raggiunse Secco, portando con sé dei documenti falsi da dare ai Donati, per consentire loro di fuggire più facilmente. Ma al momento della consegna dei documenti ci fu un’incomprensione: Settilia non capì chi fosse e cosa volesse quell’uomo che con insistenza bussò alla sua porta, perciò lo mandò via. Quando parlò alla sorella dell'accaduto si rese conto di chi fosse e decisero di non raccontare nulla di ciò che successe. I Donati ne vennero a conoscenza solo dopo la liberazione.

La linea ferroviaria tirrenica in seguito ai bombardamenti.

Il Giardino dei Giusti dello Yad Vashem.

Riflessioni

Il tema principale di queste storie è la solidarietà: persone disposte a mettere a rischio la propria vita per salvarne altre senza ricevere niente in cambio, che davanti al muro dell'indifferenza riescono ad individuare una crepa di speranza nella quale farsi strada.