Perché Muni?
Il termine muni appartiene al Sanscrito così come al Pali (la lingua “popolare” direttamente derivata dal primo) e sta ad indicare la figura del saggio. Come spesso accade in questi idiomi, ogni parola cela un significato un po’ più profondo rispetto a quello traducibile con un solo termine della nostra lingua e infatti muni è strettamente connesso anche al concetto di silenzio indicando, nella sua completezza, colui che ha superato il bisogno di parlare, colui che ha abbandonato la parola vana e quindi il saggio silenzioso. Al Buddha (Siddharta Gautama) venne attribuito l’epiteto di Śakyamuni (il saggio del clan dei Śakya) poiché era colui che incarnava il concetto di piena consapevolezza e nobile silenzio.Anche volendoci discostare dalle tradizioni orientali e dagli insegnamenti delle religioni Dharmiche per rimanere un po’ più vicini al contesto geografico e sociale a cui apparteniamo, riusciamo ad intuire l’importanza del silenzio inteso come uno spazio di osservazione nel campo del quale è possibile mettere da parte il proprio ego per dedicarsi all’ascolto.
Già nell’antico Egitto il senso del silenzio sacro era profondamente radicato, così come anche nell’antica Grecia (si pensi ai famosissimi riti di Eleusi, ancora oggi avvolti nel mistero poiché ciò che accadeva nel Telesterion nell’ambito dei Misteri Maggiori veniva protetto dal più rispettoso dei silenzi); in contesti più recenti, sin da quando certi canoni dell’esoterismo occidentale vennero definiti ad esempio attraverso la tradizione ermetica, il silenzio veniva indicato come punto cardine e infatti i famosi quattro poteri della sfinge “Scire, Audere, Velle, Tacere” (sapere, osare, volere, tacere) ne sono un ottimo esempio. Più avanti questo concetto venne traslato anche nell’ambito di alcune logge massoniche, ad esempio, dove l’Iniziato è tenuto a mantenere il silenzio per la totalità del primo anno di adesione alla loggia prima di poter intervenire presentando una sua Tavola. Il silenzio è un denominatore comune di tutte le tradizioni, iniziatiche e non, che accompagnano il soggetto in un percorso che lo porti a conoscere e conoscersi, e diventa un importante strumento di saggezza poiché insegna a dare ancor più valore a ciò che viene detto determinando un’attenta capacità di scegliere ogni parola prima di pronunciarla.
Proprio per queste ragioni il termine muni è particolarmente adatto a rappresentare la nostra realtà: un Sangha che si pone l’obiettivo di portare avanti una tradizione antica tramite insegnamenti classici e nuovi trasmessi con attenzione e consapevolezza lasciando i giusti spazi all’alternarsi della parola e del silenzio.
Perché Sangha?
Sangha in lingua Pali (oppure Samgha in sanscrito) è una parola che indica il concetto di assemblea, comunità, gruppo. Nel V secolo a.C., il principe Siddhārtha Gautama (meglio noto come Buddha) costituì il primo Sangha aprendo uno spazio dedicato ai discepoli che desideravano accogliere i suoi insegnamenti; da allora monaci e monache, laici e laiche hanno portato avanti questa tradizione senza interruzioni. Nel corso dei secoli i Sangha si sono moltiplicati in tutto il mondo grazie all’impegno di uomini e donne che hanno deciso di vivere abbracciando questi precetti e trasmetterli attraverso il loro esempio a chiunque fosse incuriosito e affascinato dalle loro pratiche; proprio con questo spirito di condivisione anche noi vogliamo rendere disponibili gli insegnamenti che nel corso della nostra esperienza abbiamo appreso e fatto nostri al fine di poter creare uno spazio comunitario in cui crescere insieme alla luce di antichi valori universali applicabili anche nella modernità per uno stile di vita etico ed equilibrato.
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IN COSA CONSISTE IL NOSTRO PROGETTO?
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Sì, lo è. Lo è davvero. Il benessere è concreto e palpabile. La respirazione e la Meditazione consapevoli non sono una superficiale "panacea", non fanno miracoli e non sono farmaci MA sono uno strumento utilissimo per combattere lo stress, l'ansia, l'insonnia lavorando sia sotto il profilo della prevenzione che della gestione attiva.
Meditazione e respirazione sono studiati a livello medico e scientifico quali strumenti di accompagnamento e/o prevenzione applicabile in svariati campi.
Laureata in Archeologia, saggista. Insegnante di Yin Yoga, si occupa dei protocolli Mindfulness.
Neurobiologo e insegnante di Hatha Yoga. E' responsabile dell'Istituto Walking Through Yoga.
Ha al suo attivo svariati progetti di applicazione delle tecniche dello Yoga e della respirazione in ambito clinico.