Il nostro Sguardo sul Mondo

2023
Maggio

Maggio

Raccolta rifiuti ... in corsa
così lo sport aiuta l'amebiente - 2 maggio

Articolo tratto da Focus n° 379 del 20/04/2024:
“Che cos’è il plogging?”

 

Avete mai raccolto i rifiuti durante una bella corsa? Accade dal 2016 in Svezia, ma ora anche in Italia e in tutto il mondo. Si tratta del plogging, che consiste nel raccogliere i rifiuti mentre si fa jogging. Si può fare in gruppo o singolarmente, dotati di dispositivi di sicurezza, come guanti o pinza e sacco. Le persone lo praticano in tutti quei luoghi dove la gente lascia comunemente rifiuti. Questi gesti denotano attenzione all’ambiente e favoriscono la lotta contro l’inquinamento. 

 

Per Ci., Questa pratica rappresenta un esempio di civile educazione e salvaguardia dell’ambiente: «Uniamoci tutti contro l’inquinamento e l’atteggiamento incivile di chi lascia i rifiuti abbandonati a terra». 

Secondo Ma., pulire l’ambiente fa bene anche alla mente:  «Aiuta a togliere quella stratificazione di pensieri negativi che “sporcano” il nostro equilibrio psicologico. Nella fattispecie credo che questa attività sia veramente importante: il clima sta risentendo dell’incuria verso l’ambiente, ogni azione ecologica ha grande valore». 

 

Anche St. apprezza l’iniziativa, che in pochi anni si è diffusa anche a livello globale. «È importante che sempre più cittadini acquisiscano consapevolezza rispetto alle tematiche ambientali – afferma - raccogliere i rifiuti equivale a prendersi cura della propria casa». 

Pausa di riflessione nella natura - 15 maggio

Articolo tratto da Il Giorno del 15 maggio 24 titolo
“Contro l'iperconnessione. Un centro estivo al ranch con i telefonini spenti.
L'obiettivo: ritrovarsi”

Fondazione Carolina e la cooperativa Pepita Onlus hanno organizzato un’iniziativa interessante che riguarda la disintossicazione da internet e cellulari. L'iniziativa è dedicata a Carolina Picchio, una quattordicenne che si è tolta la vita in quanto vittima di cyber bullismo.   

 

Il progetto prevede la realizzazione di un campo estivo che coinvolge ragazzi tra i 9 e i 16 anni. Dopo tanta tecnologia, questi ragazzi potranno sperimentare la natura cercando di viverla in modo costruttivo, cosciente e responsabile. I ragazzi si sposteranno nel Red Cedar Ranch, nella maremma laziale vicino a Civitavecchia. Qui si prenderanno cura di se stessi e degli animali entrando in empatia con loro; impareranno le tecniche di sopravvivenza nei boschi; faranno trekking sulla via Francigena; si cimenteranno nel tiro con l'arco e tanto altro. Tutto ciò con l'aiuto di educatori, pedagogisti, psicologi e veterinari. 

 

Lo smartphone dovrà essere lasciato a casa? No, ai ragazzi sarà permesso l’utilizzo, a fine giornata, per contattare le proprie famiglie. 

 

L'obiettivo è far sì che la natura possa "battere" il telefono, offrendo stimoli ai cinque sensi, sviluppo della manualità e competenze di orientamento, abilità che un uso scorretto del digitale sta precludendo. Non si vuole cancellare completamente il mondo digitale, ma promuoverne un utilizzo responsabile ed offrire quindi attività che possano aiutare a riscoprire il valore della vita ed il pensiero positivo. 

 

Eu. precisa che anche i telegiornali regionali sono molto attivi su questo tema. «Ho visto diversi servizi – racconta – che riportano la situazione di bambini che già in età prescolare utilizzano dispositivi digitali in modo disfunzionale e improprio. Cosa diventerà l’uomo? Un succube della tecnologia o un esperto naturalista? Secondo me, l'uomo, ha sempre una "marcia in più" ed è giusto che non diventi succube della sue invenzioni ma che invece impari a governarle». 

 

Ma. sostiene che «Prendersi cura di se stessi è davvero fondamentale. Anche nel campo della salute mentale facciamo una serie di attività preventive e riabilitative: onoterapia, lettura dei giornali, passeggiate, coltivazione dei fiori, attività espressive, fumetto, laboratorio del dialetto e così via. Io vivo in mezzo alla natura perché mi fa stare bene. Così ho ritrovato me stessa a contatto con le mie due gatte, prendendomi cura del mio giardino e, finché è vissuta, della mia cagnolina Kira. Come utilizzo lo smartphone e il digitale? Il computer lo uso per fare ricerche, per studiare e per inviare mail. Lo smartphone invece per comunicazioni anche scolastiche e per i social; non in maniera maniacale, ma equilibrata e semplice. Insomma, preferisco ancora una bella passeggiata in bicicletta rispetto ad un'ora di "socializzazione virtuale"». 

Ci. pensa che la scuola e le istituzioni dovrebbero interessarsi ad organizzare dei corsi di educazione agli strumenti tecnologici per fasce di età: bambini, adolescenti... «Un uso improprio di questi mezzi di comunicazione può sfociare in comportamenti scorretti. Io personalmente utilizzo poco il telefono cellulare, anche perché appartengo ad una generazione che ha vissuto l'adolescenza senza l'appoggio di questi strumenti» afferma Ci.. 

 

Fr. racconta «Anche io faccio parte di una generazione che ha conosciuto il mondo digitale solo ad una certa età. Ovviamente gli utilizzi positivi sono davvero molti: inviare una mail è una grande comodità, così come poter consultare un orario o vedere una dettagliatissima mappa. Anche poter soddisfare curiosità di ogni genere, fare una ricerca o ascoltare una canzone che “ti passa per la testa” è molto positivo. Una cosa che rimpiango di quando ero ragazzo (e dunque senza telefonino in tasca) era il sentirsi davvero libero di muovermi dove e come mi pareva senza la possibilità di venire chiamato e contattato in ogni momento».

Immagini divine - 22 maggio

Articolo tratto da Avvenire del 22/05/2024 dal titolo:
“Mistica ebraica tra percezione e metamorfosi degli asini” 

L’articolo si ispira all’episodio del libro dei Numeri della Bibbia di “Balaam e l’asinella” ed è corredato dalla rappresentazione di un quadro di Rembrandt raffigurante l’episodio stesso. La notizia comprende una serie di citazioni religiose e filosofiche tratte da testi sacri e altri saggi. L’abbiamo letto attentamente e siamo consapevoli di non avere le conoscenze teoriche per comprenderlo appieno, parleremo quindi soltanto di alcune immagini che ci hanno colpito. 

 

Nella dottrina ebraica l’animale e il bambino sono legati da una rara attitudine a vedere, sentire e annusare in profondità la realtà e il mondo. Nell’episodio citato, il rabbino è guidato da un asino, un animale molto semplice, a sua volta “condotto” da un angelo che gli trasmette la forza e l’illuminazione necessarie per procedere lungo la retta via. All’interno del racconto, il raglio dell’asino viene considerato come un canto di lode a Dio, cosa che abbiamo trovato molto suggestiva. Infine, sono presenti anche una serie di immagini che creano paralleli tra le parti del corpo dell’asino e la magia. 

 

Ma. racconta di aver partecipato ad una attività con gli asini. «Ho potuto accudirli e camminare con loro. Questa esperienza ha migliorato le mie capacità relazionali e mi ha resa più decisa. Questi animali, infatti, sono molto testardi e non bisogna assecondarli troppo. Durante una passeggiata, per esempio, dovevo alternare con una certa fermezza i momenti di riposo a quelli di camminata». 

 

St. sostiene, «Così come informarsi è sempre bene, anche leggeri articoli difficili può essere stimolante! Si può sempre ricavare qualcosa. In questo caso, le immagini sono molto significative. Da lettore di giornali non scarto quasi mai le pagine culturali». 

 

Ad Eu. è piaciuta molto la figura dell’angelo che ispira i movimenti dell’asino: una specie di angelo custode. «L’angelo custode – ritiene Eu. – è stato molto importante anche nella mia vita. In occasione di una recente caduta, si è presentato e mi ha aiutato, preservandomi dal peggio». 

Ci. afferma «Sono rimasta colpita dalla presenza dell’asino visto come uno strumento divino. L’idea di considerarlo in veste di guida del rabbino mi ha entusiasmato. È singolare come un animale così umile possa trasformarsi in qualcosa di tanto importante». 

 

A Fr. piace il parallelo tra lo sguardo degli animali e quello dei bambini. «La purezza, la profondità, la capacità di non giudicare e l’attenzione sono tutte qualità importanti che non dovremmo mai scordare per stare al mondo in armonia con tutto il creato». 

Una bacchetta magica - 29 maggio

Articolo tratto da Il Corriere della Sera di mercoledì 29 maggio 2024 dal titolo
"Ennio, genio semplice"

Ennio Morricone: compositore geniale, padre, maestro e attento studioso. L’articolo scelto oggi presenta un libro a lui dedicato, scritto dal figlio Marco e dal giornalista Valerio Cappelli, che uscirà a breve.  

 

L’umiltà e la disponibilità nei confronti di tutti contraddistinguono il suo personaggio che, nonostante il successo ottenuto negli anni, non si atteggiava a divo irraggiungibile. 

 

Tanti gli aneddoti riportati nel libro che raccontano la sua lunga carriera.  

Curiosi, per esempio, la sua avversione alla tecnologia (amava il telefono fisso ed il fax), il rapporto conflittuale con il mondo accademico musicale che lo osteggiava e litigi frequenti con altre star, come Bocelli e Pavarotti. Un percorso scolastico interrotto alla terza media, una certa "vena di follia" forse figlia della guerra e del padre troppo duro, incanalata nell'ossessione per la musica. 

Sorprendente la sua ostilità al rock, per esempio non conosceva David Bowie. Aveva proibito ai figli di ascoltare musica in casa, in compenso però potevano fare il chiasso che volevano.  

 

Uomo di grande spiritualità e sensibile ai temi sociali: per esempio, è citato l'episodio di un suo concerto aperto da un gruppo musicale composto da ragazzini di una favela brasiliana.  

Goloso di cioccolatini, tanto che la moglie Maria glieli nascondeva e lui, una volta ritrovati, lasciava un biglietto con scritto "La prossima volta nascondili meglio". 

 

Altre particolarità menzionate nel libro? Ha scritto da sé il suo necrologio e lo ha consegnato alla famiglia proprio il giorno prima di morire. Il suo studio era un "regno segreto" di cui conservava la chiave appesa al collo. Votava DC ma considerava Gesù il primo comunista della storia. Suo zio, che faceva il falegname, gli consegnava sacchi di trucioli che lui scambiava dal fornaio con del pane. 

 

Interessante il suo parallelo tra successo e matrimonio: in entrambi i campi sono fondamentali fedeltà, tenuta, coerenza, serietà e durata. 

 

Insomma, un uomo di grandissima caratura. 

 

Eu. afferma di non conoscere direttamente la musica del maestro, ma di essere rimasta affascinata dal concerto a lui dedicato dal gruppo "Il Volo". «Inoltre, – continua Eu. – mi colpisce che, nonostante non abbia terminato gli studi, sia diventato un grande maestro». 

 

Ma.  sostiene «Anche io ho sperimentato una "vena di follia" e, in certi momenti di difficoltà nel passato, ho incanalato la mia confusione mentale nella pittura, attività che mi dava piacere, rilassamento e mi calmava».   

 

Ci. ammira molto le musiche di Morricone, «Le trovo geniali e sublimi – afferma. Mi piace ascoltare la musica, mi tranquillizza, mi mette gioia e mi dà una carica in più. Consiglio a chi attraversa un momento di fragilità di porsi in ascolto di brani musicali, sono un esempio di conforto e di rilassamento». 


St. dichiara «Non sono un grande conoscitore di Morricone, ma leggendo l'articolo si è comunque invogliati a comprare il libro. Sembra che si possa avere un profilo completo del personaggio». 

 

Fr. è rimasto molto colpito dal fatto che un professionista della musica di questo livello avesse una manifesta avversione verso l'uso personale della tecnologia. Si domanda però se utilizzasse computer e "diavolerie elettroniche" nel suo lavoro.