2024
Maggio - Giugno
Articolo tratto da Focus n° 379 del 20/04/2024:
“Che cos’è il plogging?”
Avete mai raccolto i rifiuti durante una bella corsa? Accade dal 2016 in Svezia, ma ora anche in Italia e in tutto il mondo. Si tratta del plogging, che consiste nel raccogliere i rifiuti mentre si fa jogging. Si può fare in gruppo o singolarmente, dotati di dispositivi di sicurezza, come guanti o pinza e sacco. Le persone lo praticano in tutti quei luoghi dove la gente lascia comunemente rifiuti. Questi gesti denotano attenzione all’ambiente e favoriscono la lotta contro l’inquinamento.
Per Ci., Questa pratica rappresenta un esempio di civile educazione e salvaguardia dell’ambiente: «Uniamoci tutti contro l’inquinamento e l’atteggiamento incivile di chi lascia i rifiuti abbandonati a terra».
Secondo Ma., pulire l’ambiente fa bene anche alla mente: «Aiuta a togliere quella stratificazione di pensieri negativi che “sporcano” il nostro equilibrio psicologico. Nella fattispecie credo che questa attività sia veramente importante: il clima sta risentendo dell’incuria verso l’ambiente, ogni azione ecologica ha grande valore».
Anche St. apprezza l’iniziativa, che in pochi anni si è diffusa anche a livello globale. «È importante che sempre più cittadini acquisiscano consapevolezza rispetto alle tematiche ambientali – afferma - raccogliere i rifiuti equivale a prendersi cura della propria casa».
Articolo tratto da Il Giorno del 15 maggio 24 titolo
“Contro l'iperconnessione. Un centro estivo al ranch con i telefonini spenti.
L'obiettivo: ritrovarsi”
Fondazione Carolina e la cooperativa Pepita Onlus hanno organizzato un’iniziativa interessante che riguarda la disintossicazione da internet e cellulari. L'iniziativa è dedicata a Carolina Picchio, una quattordicenne che si è tolta la vita in quanto vittima di cyber bullismo.
Il progetto prevede la realizzazione di un campo estivo che coinvolge ragazzi tra i 9 e i 16 anni. Dopo tanta tecnologia, questi ragazzi potranno sperimentare la natura cercando di viverla in modo costruttivo, cosciente e responsabile. I ragazzi si sposteranno nel Red Cedar Ranch, nella maremma laziale vicino a Civitavecchia. Qui si prenderanno cura di se stessi e degli animali entrando in empatia con loro; impareranno le tecniche di sopravvivenza nei boschi; faranno trekking sulla via Francigena; si cimenteranno nel tiro con l'arco e tanto altro. Tutto ciò con l'aiuto di educatori, pedagogisti, psicologi e veterinari.
Lo smartphone dovrà essere lasciato a casa? No, ai ragazzi sarà permesso l’utilizzo, a fine giornata, per contattare le proprie famiglie.
L'obiettivo è far sì che la natura possa "battere" il telefono, offrendo stimoli ai cinque sensi, sviluppo della manualità e competenze di orientamento, abilità che un uso scorretto del digitale sta precludendo. Non si vuole cancellare completamente il mondo digitale, ma promuoverne un utilizzo responsabile ed offrire quindi attività che possano aiutare a riscoprire il valore della vita ed il pensiero positivo.
Eu. precisa che anche i telegiornali regionali sono molto attivi su questo tema. «Ho visto diversi servizi – racconta – che riportano la situazione di bambini che già in età prescolare utilizzano dispositivi digitali in modo disfunzionale e improprio. Cosa diventerà l’uomo? Un succube della tecnologia o un esperto naturalista? Secondo me, l'uomo, ha sempre una "marcia in più" ed è giusto che non diventi succube della sue invenzioni ma che invece impari a governarle».
Ma. sostiene che «Prendersi cura di se stessi è davvero fondamentale. Anche nel campo della salute mentale facciamo una serie di attività preventive e riabilitative: onoterapia, lettura dei giornali, passeggiate, coltivazione dei fiori, attività espressive, fumetto, laboratorio del dialetto e così via. Io vivo in mezzo alla natura perché mi fa stare bene. Così ho ritrovato me stessa a contatto con le mie due gatte, prendendomi cura del mio giardino e, finché è vissuta, della mia cagnolina Kira. Come utilizzo lo smartphone e il digitale? Il computer lo uso per fare ricerche, per studiare e per inviare mail. Lo smartphone invece per comunicazioni anche scolastiche e per i social; non in maniera maniacale, ma equilibrata e semplice. Insomma, preferisco ancora una bella passeggiata in bicicletta rispetto ad un'ora di "socializzazione virtuale"».
Ci. pensa che la scuola e le istituzioni dovrebbero interessarsi ad organizzare dei corsi di educazione agli strumenti tecnologici per fasce di età: bambini, adolescenti... «Un uso improprio di questi mezzi di comunicazione può sfociare in comportamenti scorretti. Io personalmente utilizzo poco il telefono cellulare, anche perché appartengo ad una generazione che ha vissuto l'adolescenza senza l'appoggio di questi strumenti» afferma Ci..
Fr. racconta «Anche io faccio parte di una generazione che ha conosciuto il mondo digitale solo ad una certa età. Ovviamente gli utilizzi positivi sono davvero molti: inviare una mail è una grande comodità, così come poter consultare un orario o vedere una dettagliatissima mappa. Anche poter soddisfare curiosità di ogni genere, fare una ricerca o ascoltare una canzone che “ti passa per la testa” è molto positivo. Una cosa che rimpiango di quando ero ragazzo (e dunque senza telefonino in tasca) era il sentirsi davvero libero di muovermi dove e come mi pareva senza la possibilità di venire chiamato e contattato in ogni momento».
Articolo tratto da Avvenire del 22/05/2024 dal titolo:
“Mistica ebraica tra percezione e metamorfosi degli asini”
L’articolo si ispira all’episodio del libro dei Numeri della Bibbia di “Balaam e l’asinella” ed è corredato dalla rappresentazione di un quadro di Rembrandt raffigurante l’episodio stesso. La notizia comprende una serie di citazioni religiose e filosofiche tratte da testi sacri e altri saggi. L’abbiamo letto attentamente e siamo consapevoli di non avere le conoscenze teoriche per comprenderlo appieno, parleremo quindi soltanto di alcune immagini che ci hanno colpito.
Nella dottrina ebraica l’animale e il bambino sono legati da una rara attitudine a vedere, sentire e annusare in profondità la realtà e il mondo. Nell’episodio citato, il rabbino è guidato da un asino, un animale molto semplice, a sua volta “condotto” da un angelo che gli trasmette la forza e l’illuminazione necessarie per procedere lungo la retta via. All’interno del racconto, il raglio dell’asino viene considerato come un canto di lode a Dio, cosa che abbiamo trovato molto suggestiva. Infine, sono presenti anche una serie di immagini che creano paralleli tra le parti del corpo dell’asino e la magia.
Ma. racconta di aver partecipato ad una attività con gli asini. «Ho potuto accudirli e camminare con loro. Questa esperienza ha migliorato le mie capacità relazionali e mi ha resa più decisa. Questi animali, infatti, sono molto testardi e non bisogna assecondarli troppo. Durante una passeggiata, per esempio, dovevo alternare con una certa fermezza i momenti di riposo a quelli di camminata».
St. sostiene, «Così come informarsi è sempre bene, anche leggeri articoli difficili può essere stimolante! Si può sempre ricavare qualcosa. In questo caso, le immagini sono molto significative. Da lettore di giornali non scarto quasi mai le pagine culturali».
Ad Eu. è piaciuta molto la figura dell’angelo che ispira i movimenti dell’asino: una specie di angelo custode. «L’angelo custode – ritiene Eu. – è stato molto importante anche nella mia vita. In occasione di una recente caduta, si è presentato e mi ha aiutato, preservandomi dal peggio».
Ci. afferma «Sono rimasta colpita dalla presenza dell’asino visto come uno strumento divino. L’idea di considerarlo in veste di guida del rabbino mi ha entusiasmato. È singolare come un animale così umile possa trasformarsi in qualcosa di tanto importante».
A Fr. piace il parallelo tra lo sguardo degli animali e quello dei bambini. «La purezza, la profondità, la capacità di non giudicare e l’attenzione sono tutte qualità importanti che non dovremmo mai scordare per stare al mondo in armonia con tutto il creato».
Articolo tratto da Il Corriere della Sera di mercoledì 29 maggio 2024 dal titolo
"Ennio, genio semplice"
Ennio Morricone: compositore geniale, padre, maestro e attento studioso. L’articolo scelto oggi presenta un libro a lui dedicato, scritto dal figlio Marco e dal giornalista Valerio Cappelli, che uscirà a breve.
L’umiltà e la disponibilità nei confronti di tutti contraddistinguono il suo personaggio che, nonostante il successo ottenuto negli anni, non si atteggiava a divo irraggiungibile.
Tanti gli aneddoti riportati nel libro che raccontano la sua lunga carriera.
Curiosi, per esempio, la sua avversione alla tecnologia (amava il telefono fisso ed il fax), il rapporto conflittuale con il mondo accademico musicale che lo osteggiava e litigi frequenti con altre star, come Bocelli e Pavarotti. Un percorso scolastico interrotto alla terza media, una certa "vena di follia" forse figlia della guerra e del padre troppo duro, incanalata nell'ossessione per la musica.
Sorprendente la sua ostilità al rock, per esempio non conosceva David Bowie. Aveva proibito ai figli di ascoltare musica in casa, in compenso però potevano fare il chiasso che volevano.
Uomo di grande spiritualità e sensibile ai temi sociali: per esempio, è citato l'episodio di un suo concerto aperto da un gruppo musicale composto da ragazzini di una favela brasiliana.
Goloso di cioccolatini, tanto che la moglie Maria glieli nascondeva e lui, una volta ritrovati, lasciava un biglietto con scritto "La prossima volta nascondili meglio".
Altre particolarità menzionate nel libro? Ha scritto da sé il suo necrologio e lo ha consegnato alla famiglia proprio il giorno prima di morire. Il suo studio era un "regno segreto" di cui conservava la chiave appesa al collo. Votava DC ma considerava Gesù il primo comunista della storia. Suo zio, che faceva il falegname, gli consegnava sacchi di trucioli che lui scambiava dal fornaio con del pane.
Interessante il suo parallelo tra successo e matrimonio: in entrambi i campi sono fondamentali fedeltà, tenuta, coerenza, serietà e durata.
Insomma, un uomo di grandissima caratura.
Eu. afferma di non conoscere direttamente la musica del maestro, ma di essere rimasta affascinata dal concerto a lui dedicato dal gruppo "Il Volo". «Inoltre, – continua Eu. – mi colpisce che, nonostante non abbia terminato gli studi, sia diventato un grande maestro».
Ma. sostiene «Anche io ho sperimentato una "vena di follia" e, in certi momenti di difficoltà nel passato, ho incanalato la mia confusione mentale nella pittura, attività che mi dava piacere, rilassamento e mi calmava».
Ci. ammira molto le musiche di Morricone, «Le trovo geniali e sublimi – afferma. Mi piace ascoltare la musica, mi tranquillizza, mi mette gioia e mi dà una carica in più. Consiglio a chi attraversa un momento di fragilità di porsi in ascolto di brani musicali, sono un esempio di conforto e di rilassamento».
St. dichiara «Non sono un grande conoscitore di Morricone, ma leggendo l'articolo si è comunque invogliati a comprare il libro. Sembra che si possa avere un profilo completo del personaggio».
Fr. è rimasto molto colpito dal fatto che un professionista della musica di questo livello avesse una manifesta avversione verso l'uso personale della tecnologia. Si domanda però se utilizzasse computer e "diavolerie elettroniche" nel suo lavoro.
Articolo tratto da La Stampa di mercoledì 5 giugno 2024 dal titolo
"Viva Paperino"
Domenica 09 giugno Paolino Paperino compie 90 anni. Paperino nasce come personaggio secondario, ma rapidamente raggiunge il successo surclassando almeno in un primo periodo il famosissimo Topolino.
L’americano del dopoguerra si riconosce particolarmente in questa figura che ha caratteristiche molto umane: è un antieroe, iracondo, perdente, suscettibile ma anche generoso e testardo. Si può definire resiliente in quanto si rialza dopo le varie cadute e prosegue per la sua strada.
Paperino nasce come figura del cinema per poi approdare anche sui fumetti, genere nel quale in Italia è molto noto. Nel corso del tempo le storie diventano sempre più lunghe e più ricche di personaggi. Possiamo citare i teneri Qui, Quo, Qua, il fortunato Gastone, l’eterna fidanzata Paperina, l’avido zio Paperone e lo svagato Paperoga.
Secondo lo psicologo Matteo Lancini, Paperino ha avuto successo perché è il più umano di tutti i personaggi: è capace di vivere emozioni, sentimenti e passione.
Ma., dalla sua esperienza, crede che anche nel campo della salute mentale sia importantissima la resilienza. «Cadere e rialzarsi è fondamentale! Bisogna trovare dentro di noi le risorse necessarie per affrontare la vita. Anche io – racconta – ho voluto intraprendere un percorso di supporto psicologico che mi ha aiutato a ritrovare me stessa. Nonostante i fallimenti, come Paperino, ho ritrovato la forza e ora posso formarmi e aiutare gli altri».
A proposito di fumetti resilienti, Ma. è una appassionata della canzone di Eugenio Finardi intitolata “Vil Coyote”, che ritiene assai simpatica e realistica.
Anche Eu. ha letto i fumetti Disney, tra i quali Topolino e la banda dei Paperi. «Mi sono rispecchiata in particolare in Paperino per il suo particolare modo di esprimersi e comunicare. Io stessa ho un modo di parlare molto distintivo basato su battute ironiche e piccole punzecchiature ed è il mio modo di farmi conoscere».
En. afferma «Quand’ero bambino leggevo il Topolino e Alan Ford, ma le storie preferite erano quelle di Paperino & co. Mi ricordo che i miei genitori avevano fatto per me l’abbonamento per due o tre anni e che, quando eravamo in villeggiatura sul piacentino, mio padre ogni settimana ci raggiungeva in pullman e mi portava il fumetto».
Inoltre, ha letto Topolino anche poco tempo fa e trova che il disegno sia molto migliorato.
Ci. racconta che da adolescente ha letto alcuni fumetti di Paperino. «Mi sono piaciuti e mi piacciono ancora oggi in età adulta perché rivelano un personaggio umano capace di provare emozioni, di condividerle e di trasmetterle agli altri. Sono colpita particolarmente dalle altre qualità di Paperino, la sua generosità e la sua testardaggine. Un antieroe dei nostri tempi».
St. ricorda «Da piccolo guardavo i cartoni di Paperino e sono cominciati a piacermi molto quando ho iniziato a capire perfettamente quello che diceva. La sua voce non era più un ostacolo alla comprensione della storia. Mi ci rispecchiavo un po’ poiché anch’io ho sempre avuto la voce molto bassa».
Infine, Fr. aggiunge «Una caratteristica dei fumetti di Paperino, che ho letto appassionatamente per anni, era anche quella di fare citazioni letterarie. In particolare, ricordo la versione a fumetti de I Promessi Sposi che si intitola I Promessi Paperi, magistralmente interpretata da Paperino nel ruolo di Renzo».
Articolo tratto da La Stampa di mercoledì 12 giugno 2024 dal titolo
"Dipingere la cura"
A Cremona, in occasione della giornata mondiale della salute mentale, viene organizzato dall’ASST di Cremona un progetto denominato “Arte Assieme”: un’iniziativa che consiste nel proporre la visita a luoghi artistici illustrati da utenti, familiari ed operatori dei servizi del dipartimento di salute mentale che parlano anche della propria esperienza.
L’articolo, invece, parla di un’iniziativa che si svolge ad Alessandria, dove alcune opere verranno portate in una comunità psichiatrica per consentirne la fruizione ai pazienti. Si tratta di opere i cui autori sono artisti del ‘900 di arte contemporanea, quali ad esempio Lucio Fontana, Piero Manzoni, Enrico Castellani, Agostino Bonalumi, Marcello Morandini.
Anche l’arte, coniugata con i farmaci, concorre a una migliore cura della persona.
Eu. si racconta «La nostra esperienza di Arte Assieme mi porta a riflettere sull’importanza del coinvolgere le persone sul tema della salute mentale. In particolare, offro la mia testimonianza per cercare di abbattere lo stigma. L’arte è cibo per l’anima».
Mas. sostiene che nel corso degli anni ha imparato ad autogestire il disagio che prova, anche partendo dalle attività proposte dalle strutture psichiatriche adibite. «Le mie condizioni psichiche migliorano – afferma – in particolare mi dedico molto alla fotografia e cerco di farne un’arte».
Anche Ma. ha provato a dipingere e a partecipare al progetto “Arte Assieme”. «Penso che sia davvero utile “utilizzare” l’arte per superare e quindi elaborare determinati traumi. Lo stile per dipingere che usavo è l’astratto, non essendo capace di disegnare “buttavo” il colore sulla tela, colori accesi e anche un po’ scuri. Questo mi ha permesso di stare molto bene, di esprimermi e di condividere con chi mi stava e sta vicino queste opere.
Il progetto “Arte Assieme” ha visto me e altri utenti parlare della propria esperienza personale in tema di salute mentale, prendendo spunto da un’opera d’arte o da un palazzo. Credo proprio che l’arte sia curativa. Provare per credere».
Ci. sostiene «Quando osservo le opere d’arte, anche quelle contemporanee, mi sento serena, mi trasmettono una carica di positività e consiglio a chi si trova in stato di difficoltà emotiva di visitare luoghi d’arte, sono un ottimo toccasana».
Anche En. ha partecipato al progetto “Arte Assieme”. «Potrei aggiungere a quello che hanno detto i miei colleghi, che dopo l’impegno per studiare l’opera da illustrare, ho provato grande soddisfazione nel momento della presentazione al pubblico. Più persone mi hanno fermato per farmi i complimenti».