Il nostro Sguardo sul Mondo

2023
Settembre - Ottobre

Settembre

Una racchetta nel cuore - 6 settembre

Articolo tratto da “Corriere della Sera” del 29/08/2023:
“Due cuori e una racchetta. Medaglia al doppio trapianto"

Nonostante le avversità della vita, Il trentaseienne materano Francesco Fiore è campione italiano di tennis per trapiantati e terzo ai mondiali in Australia. Ha subìto due trapianti di cuore - a 10 e 30 anni - cui si aggiunge un trapianto di reni. È stato operato a Bergamo ed è oggi testimonial di un ospedale senese. 

Nonostante il dolore, è rinato grazie alla generosità dei donatori: li ricorda con il tatuaggio di un cuore con due ali d’angelo sulla caviglia. L’amore per il tennis nasce da lontano, è lo sport di famiglia, e lui ha cominciato a giocare quando aveva solo tre anni. Non si è mai lasciato abbattere, percorrendo la sua strada con resilienza, fino a intraprendere il cammino di Santiago. 

Il suo motto è “Per la felicità bisogna saper soffrire”.  

 

St. non era a conoscenza dei campionati riservati alle persone che hanno affrontato un trapianto d’organo. Trova sia una bella notizia, perché dimostra che l’esperienza dell’atleta dell’articolo non è isolata. 

 

Ma. apprezza moltissimo sia il gesto dei donatori sia la resilienza di Francesco, che insegna come nella vita sia necessario andare avanti nonostante le avversità. 

Ci. è rimasta colpita dalla forza di quest’uomo ed è entusiasta del messaggio che lascia: “Per la felicità bisogna saper soffrire”. Anche secondo lei, bisogna saper combattere per raggiungere i traguardi della propria vita.  

 

En. sottolinea come i trapianti siano diventati operazioni quasi di routine e aggiunge che sicuramente al rinnovo della carta d’identità darà il consenso al prelievo degli organi. 

 

Per Ar., lo sport ha consentito a Francesco di ritornare a gareggiare “con un cuore nuovo” e raggiungere altissimi risultati, nonostante le tante prove della vita. 

Mettiamo in gabbia gli orsi o gli uomini? - 13 settembre

Articolo tratto da “Corriere della Sera” di martedì 12 settembre 2023
“Il Tar salva l’orsa F36: non sarà uccisa” 

Siamo in Trentino, regione che qualche mese fa à diventata terreno di dibattito sul tema dell’abbattimento animali selvatici. Ricordiamo che l’orsa F36 si è resa protagonista di due episodi di attacco di diversa natura a escursionisti. 

Il Tar ha stabilito che l’orsa F36 non sarà uccisa, ma catturata e rinchiusa in un centro faunistico della zona. Questo dopo l’intervento di alcune associazioni animaliste, che si sono opposte alla decisione di sopprimere l’animale presa dal presidente della provincia di Trento, motivata dalla volontà di tutelare la cittadinanza dalla potenziale aggressione delle specie autoctone. 

 

Ci. sostiene che la vita di F36 debba essere tutelata e si oppone alla decisione del presidente della provincia di Trento. Gli animali non sono consapevoli delle proprie azioni, a differenza dell’uomo che prende coscienza di ciò che fa. 

 

Per Fr. la tematica in cui si inserisce questa vicenda è molto importante e di grande attualità. Il delicato equilibrio tra uomo e natura, in particolare il rapporto con gli animali aggressivi e potenzialmente pericolosi, è sicuramente degno di grande attenzione. Lancia una domanda provocatoria: mettiamo in gabbia gli orsi o gli uomini? 

St. è contento che la vicenda si sia risolta in modo positivo e auspica questo tipo di soluzione per altri casi di questo tipo. 

 

Ma. condivide il parere di Ci. e Fr. in merito al rispetto per l’ambiente. Sostiene che ogni animale montano debba essere lasciato vivere in pace. A suo avviso, sostenere che l’orsa aggressiva è esagerato. F36 vive nel proprio ambiente, è stato l’uomo a invaderlo. Inoltre bisogna considerare che l’orsa era con un cucciolo: qualsiasi madre avrebbe difeso i propri piccoli. Perché non lei?  

 

E voi lettori cosa ne pensate?

Gladiatori in... ascensore - 21 settembre

Articolo tratto da “Il giornale dell’arte” del  settembre 2023
“Nuovo ascensore al Colosseo”

Con l’inizio dell’estate, a Roma è stato inaugurato al Colosseo un ascensore panoramico, realizzato interamente in vetro. L’importante opera era attesa da tempo: la struttura è alta 22 metri ed è stata realizzata all’interno del fornice XXVII. È totalmente reversibile, per non causare danni all monumento, ed è spaziosa, per consentire l’accesso a persone in carrozzina e con difficoltà motorie. L’ascensore consente di raggiungere quasi la sommità del monumento, per offrire ai visitatori una vista estremamente suggestiva.  

 

Il costo dell’opera ammonta a circa 200mila euro, raccolti grazie al sostegno dell’Orchestra Italiana del Cinema, che nel 2018 si è esibita all’interno del Colosseo suonando le musiche del film “Il Gladiatore” interpretato da Russell Crowe. 

 

All’inaugurazione erano presenti il Ministro della Cultura e la direttrice del Parco Archeologico del Colosseo, che si occupa del monumento, tra i più famosi al mondo. 

 

Eu. fa una saggia considerazione: fortunatamente, al giorno d’oggi, tutti gli ascensori che vengono costruiti ex novo devono tener conto dell’accessibilità per le persone disabili. È un importante traguardo per il superamento delle barriere architettoniche. Anche sui mezzi pubblici sono previsti ausili per consentire a tutti i passeggeri di salire e scendere agevolmente. Eu. auspica inoltre che la struttura sia dotata di sistemi di sicurezza all'avanguardia. 

Secondo Ci., è importante andare incontro alle esigenze delle persone disabili. Lei stessa ha lavorato presso una cooperativa cremonese impegnata nell’abbattimento delle barriere architettoniche, riscontrando molta collaborazione da parte dei cittadini e molta sensibilità alle richieste che la cooperativa avanzava. 

 

Ma. paragona i gradini del Colosseo alle difficoltà che la vita ci pone di fronte: «Mai fermarsi troppo a pensare al passato, ma andare sempre avanti», questo è il suo motto. Affrontare e cercare di superare un nuovo step consente di migliorarsi, elevarsi e godere di nuovi scenari. Proprio come accadrà grazie al nuovo ascensore del Colosseo. 

 

Fr. è sempre stupito di fronte alle possibilità offerte dalle moderne tecnologie: un “semplice” ascensore consente cose inimmaginabili un tempo. Chissà cosa penserebbe un gladiatore dell’antica Roma, se potesse vedere ed utilizzare l’ascensore panoramico costruito nel 2023! 

Una casa per stare bene in due - 27 settembre

Articolo tratto da “Il Giorno”
L’idea 'Prendi in casa' Io, malata di Parkinson così non mi sento sola”  

Trovare casa a Milano per 280€ al mese è un’impresa ardua. I pochi locali disponibili hanno prezzi esorbitanti, spesso inaccessibili agli studenti. Spesso le soluzioni nascono dall’incontro di più bisogni: è il caso di “Prendi in casa”, progetto attivo dal 2004, che attraverso la collaborazione tra università, enti pubblici e privati consente di trovare soluzioni abitative e di assistenza incrociando le richieste di chi cerca casa o supporto. 

 L’articolo ci presenta la storia di Claudia, una pensionata malata di Parkinson, che ospita una studentessa universitaria di nome Emma.  Claudia può mettere a disposizione una camera confortevole ed ha bisogno di compagnia e di aiuto per affrontare i suoi problemi di salute, Emma ha bisogno di tranquillità per studiare e può mettere a disposizione un po’ del suo tempo. L’iniziativa ha consentito di realizzare i loro progetti reciproci, nel rispetto dell’altra persona. Certo, trovare un punto d’incontro è fondamentale: per questo, in fase di selezione il progetto consente d’indicare determinate caratteristiche del partner abitativo. per esempio, Claudia desiderava una persona amante degli animali, riservata e mite. In Emma ha trovato una coinquilina, e forse una nuova amica.  

 

Negli ultimi mesi, Eu. ha trovato molti articoli e servizi Tv dedicati all’argomento. Diversi enti si stanno attivando per offrire risposte, ma il bisogno di soluzioni abitative rimane imponente: ogni proposta è benvenuta.  

 

Ci. considera costruttivo questo scambio generazionale e aggiunge che la via in cui abita è sede di una facoltà universitaria. Le piacerebbe ospitare studenti nel proprio appartamento: avrebbe così un aiuto e un’occasione di scambio con il mondo giovanile. 

 

Anche a Ma. piacerebbe offrire ospitalità per un progetto analogo. Pensa che questo “scambio” possa essere importante sotto varie sfaccettature. Lo sviluppo della medicina consente oggi un’aspettativa di vita maggiore: considerando gli acciacchi che si manifestano nella vecchiaia, il bisogno di essere aiutati e sostenuti sarà sempre più forte.  

St. plaude all'iniziativa, di cui era già a conoscenza, e auspica che venga replicata in un numero sempre maggiore di città italiane e straniere, essendo il problema degli affitti comune a tutte le grandi città. 


Secondo Fr., notizie come questa sono molto confortanti, perché restituiscono l’idea di un mondo in grado di coniugare bisogni e valori importanti, come la solidarietà e il mutuo aiuto. Le donne citate nell’articolo condividono indubbiamente lo spazio fisico dell’appartamento ma anche piccoli momenti quotidiani, che arricchiscono la loro esperienza e la loro qualità di vita.

Ottobre

Io rifiuto, tu rifiuti... noi recuperiamo - 5 ottobre

Articolo tratto da Corriere della Sera di mercoledi 4 ottobre, inserto Milano pag. 2
"Milano 'dimissiona' le discariche . I rifiuti riciclati e trasformati in energia"

Milano si conferma un esempio virtuoso, non solo a livello nazionale ma anche europeo, per quanto riguarda l'economia circolare. 

Nell'ultimo anno infatti nessun rifiuto è stato gettato in discarica: il 63 per cento è stato destinato al recupero di materia ed il 37 per cento ai termovalorizzatori. 

L'energia elettrica prodotta ha soddisfatto il bisogno annuo di 124 mila famiglie, l'energia termica ne ha servite 37.600. Sono sempre in corso studi ed iniziative per migliorare i processi di produzione ed utilizzo dell'energia elettrica, termica e per ottimizzare le furniture idriche. 

Molto rilevante anche la raccolta differenziata nei negozi e nei mercati rionali.  

 

Per l'assessore al bilancio del Comune di Milano è importantissimo il rapporto  tra pubblico e privato: il Comune può organizzare i servizi, ma è fondamentale che i cittadini capiscano il valore di questa iniziativa e collaborino alla sua buona riuscita.  

 

In città si lavora anche per ridurre l'inquinamento grazie alla rete di teleriscaldamento, all’uso di particolari accumulatori di calore e all’incentivo dell’uso di auto elettriche, tramite l’installazione delle apposite colonnine di ricarica. L'obiettivo è lo stesso per tutti: attuare al meglio la transizione ecologica. 

 

Eu. Riflette sull’importanza di non sprecare acqua, bene prezioso e fondamentale, che andrebbe centellinato e usato con criterio. Per lei «Seguire le strade virtuose consente di creare un mondo più pulito». Anche a Cremona la raccolta differenziata è ben sviluppata, e non mancano iniziative ecologiche su varia scala, come la scelta di utilizzare mezzi alimentati ad energia elettrica per il trasporto pubblico urbano.  

 
 

Secondo En. Con l’incedere del tempo e della ricerca scientifica saranno sempre di più i progetti che consentiranno di migliorare l’efficienza energetica e ridurre l'inquinamento sul pianeta. 

Secondo Ci. è giusto educare i cittadini ad un corretto smaltimento dei rifiuti, per rendere i centri abitati piu' vivibili. Bisogna iniziare a parlarne già a scuola: pochi giorni fa Ci. ha incontrato una scolaresca che raccogliere i rifiuti abbandonati nelle strade del centro Cittadino, ed è rimasta piacevolmente colpita.
 

Ma. paragona I rifiuti non cestinati e riutilizzati alle persone secluse dalla società, che possono essere reintegrate e valorizzate attraverso iniziative sociali e di riabilitazione. 

 

Fr. sottolinea l'importanza di pensare ed agire insieme: si tratta di tematiche che riguardano tutti e quindi tutti devono cooperare, al livello locale e internazionale. 

Tre giorni per la salute - 11 ottobre

Articolo tratto da “La Repubblica” di mercoledì 11 ottobre pagina pubblicitaria su “Salute Festival”

Dal 12 al 14 ottobre si è tenuto a Roma il “Salute Festival”. Si tratta di un evento denso d’incontri, dibattiti e occasioni per riflettere sul benessere e sull’importanza di prendersi cura di sé.  Organizzato dal gruppo editoriale Gedi con il contributo di varie realtà tra cui comune di Roma e Università La Sapienza, ha coinvolto scienziati, scuole, personaggi della cultura e dello spettacolo. I temi trattati spaziano dalla ricerca, ai vaccini, alla lotta ai tumori, per proseguire con l’alimentazione e l’attività fisica. Particolarmente suggestivo lo slogan dell’iniziativa: “nessuno resti indietro”.  

 

Sfogliando il programma dell’evento, Ma. è stata colpita dal titolo dell’incontro con Lancini, Fleming e Cattaneo: “Chiedimi come sto”. «Questa affermazione – dice - mi fa pensare a quando i medici mi chiedevano come mi sentivo in merito ai miei problemi di salute mentale. Mi faceva piacere questa domanda, mi sentivo accolta e non abbandonata. Questo è davvero molto importante in quanto tutti facciamo parte dello stesso universo ed è confortante che nessuno resti indietro». 

 

Ci. è rimasta colpita dall’immagine che accompagna la pagina pubblicitaria: rappresenta l’unione di più mani, appoggiate una sopra l’altra. Sono evidentemente mani di persone con età molto differenti tra loro. Indicano una condivisione, un aiutarsi reciprocamente, un camminare insieme verso la medesima direzione. È importante parlare di salute, discutere di questo argomento fondamentale per la vita di ciascun individuo, è giusto non trascurarla. Curarsi è bene. 

 

St. spera che i vari dibattiti siano stati l’occasione per discutere nuove soluzioni per destinare più fondi a favore della sanità pubblica e della ricerca scientifica, e che queste vengano ascoltate dalla politica in generale. Confrontare le proprie idee tra esperti può servire anche a questo. 

Fr. è contento che ci sia una sezione anche dedicata alla salute mentale. Il tema è stato rappresentato dal famoso cavallo di cartapesta Marco Cavallo che verrà esposto nella spianata dell’Ara Pacis. Come è noto, Marco Cavallo è il simbolo della rivoluzione di Franco Basaglia. 

 

La salute mentale è un bene prezioso che va costantemente tutelato e nutrito: per farlo, servono sicuramente più risorse ed è fondamentale mettere a punto strumenti che permettano di valorizzare l’esperienza degli utenti e dei famigliari che devono diventare protagonisti dei propri percorsi di cura, dei servizi che li accolgono e quindi in generale della propria vita. 

Volontariato: così cresce l'autostima - 17 ottobre

Articolo tratto dal Corriere delle Sera di martedì 17 ottobre 2023
“Genova, il volontariato in classe ti insegna un mestiere”

Oggi vi portiamo a Genova, dove il centro servizi per il volontariato Celivo mette in contatto gli studenti delle superiori con il mondo dell’associazionismo attraverso i percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (Pcto). I giovani possono svolgere ore di servizio ed entrare in relazione con le persone bisognose. In questo modo, oltre ad avere occasioni di apprendimento personale e umano, gli studenti sviluppano importanti competenze trasversali molto ricercate nel mondo professionale, come la capacità di lavorare in gruppo, il rispetto degli orari, delle regole e dei compiti. Senza dimenticare l’effetto benefico sull’autostima. 

 

Eu. porta l’esperienza di sua nipote, che ha svolto il servizio civile in una scuola materna di Cremona. Si è appassionata al mondo dell’infanzia e ha deciso di specializzarsi in quest’ambito; ora svolge la professione di ostetrica in Inghilterra. «Anche le nostre strutture offrono occasioni per mettersi in gioco e aiutare gli altri – aggiunge - per esempio recentemente abbiamo partecipato alla Festa del Volontariato e abbiamo aperto il Centro Diurno alla cittadinanza in occasione della Giornata Mondiale della Salute mentale. In queste occasioni, tutti noi possiamo diventare volontari». 

 

Legendo l’articolo, Ma. pensa al progetto ESP (esperto in supporto fra pari) lombardo: «Queste figure – spiega- sono utenti dei servizi per la salute mentale, che dopo un percorso di studi e crescita personale si mettono a disposizione degli altri. A me piacerebbe essere ESP, poter offrire il mio tempo e il mio aiuto a chi ha bisogno, per esempio in contesti doimciliari». 

 

Per Ci., «queste esperienze di volontariato rivolte ai giovani studenti possono essere lo spunto per diventare cittadini responsabili e attivi. Sono convinta che tutto ciò possa aiutarli a comprendere e  a confrontarsi con i problemi del vivere quotidiano, del mondo culturale, della sanità e della politica». 

En. ha partecipato come volontario alla giornata ecologica organizzata nel suo Comune di residenza.«Mentre raccoglievo rifiuti abbandonati, ho avuto l’occasione di conoscere molte persone del mio paese, e alla fine abbiamo fatto un rinfresco in comune. Ho anche partecipato alla festa del volontariato a Cremona al banchetto dell’associazione Come Together, il cui scopo è quello di sensibilizzare le persone ai problemi del mondo della salute mentale”. 

 

Per Fr. «è bello che la scuola offra ai giovani occasioni di questo tipo, ma non può essere tutto a carico di questa istituzione. Farei mia una proposta sentita da un importante pedagogista italiano, Daniele Novara, che propone l’avvio di un servizio civile obbligatorio, per offrire quelle occasioni di crescita e maturazione alle nuove generazioni». 

Un cammino di riscatto - 25 ottobre

Articolo tratto dal “Corriere della Sera - Cronaca di Milano” del 25/10/2023
“Dalla schiavitù dell’eroina al contratto in un ospedale” 

Anna ha solo tredici anni quando si trova nella spirale della dipendenza da stupefacenti. A 18 anni esce di casa e viaggia per l’Europa, vivendo di espedienti. L’unico suo pensiero è riuscire a procurarsi la dose quotidiana, scappando di fronte ai problemi che le si presentano. Tuttavia, prima dei 30 anni ha accettato e ricevuto tantissimo aiuto da persone competenti, grazie alle quali ha intrapreso un percorso di comunità in una casa protetta. 

Grazie a questo supporto, è riuscita a conseguire il diploma all’Istituto Socio-psico-pedagogico e a diventare un Operatore Socio-Sanitario, per poi lavorare nell’ambito delle tossicodipendenze. Ha imparato ad affrontare i problemi senza scappare. La fondazione Eris e la cooperativa Pandora racconteranno la sua storia nell’ambito del “Festival del valore pubblico” all’università Bicocca di Milano. 

 

En. traccia un paragone con la figura dell’ESP (Esperto in supporto tra pari) nel mondo della salute mentale, un utente che dopo aver concluso il proprio percorso di “assistito” può aiutare altre persone  che si trovano ad affrontare situazioni simili. L’ESP si è impegnato, ha raggiunto il proprio equilibrio e può mettersi a disposizione degli altri, portando il proprio esempio e la propria esperienza. 

 

Ma. riflette sulla propria esperienza: «Quando non riuscivo a vedere la luce- spiega - Ero imprigionata e imbrigliata in determinati comportamenti malsani. Anche io, come Anna, sono andata a vivere fuori di casa a 18 anni e questo mi è servito per riprendere in mano la mia vita fino ad adesso che ne ho 50. All’inizio è stata molto dura confrontarmi con la gestione della casa, del lavoro, dell’automobile, delle spese. Questo è servito per responsabilizzarmi, per far crescere la mia autostima e per capire anch’io cosa volessi dalla vita». 

 

Anche Ci. racconta di aver affrontato momenti di forte depressione e di isolamento: «È fondamentale accettare l’aiuto offerto da associazioni o persone competenti che possono supportarti e farti intraprendere un cammino di recupero. Dopo il ricovero mi sono convinta di accettare l’aiuto non solo dei familiari ma anche di persone specializzate e questo ha cambiato totalmente la mia vita, migliorandola». 

 

Fr. apprezza il fatto che questa storia sarà raccontata in un festival aperto al pubblico. «Raccontare esperienze di recovery, di riscatto, di persone che riprendono in mano la propria vita è molto importante e può invitare gli ascoltatori a responsabilizzarsi. Il punto centrale comunque è l’impegno: come ha fatto Anna, tra coraggio e resilienza».