Terra
Leonardo e la geologia
“Adunque potremo dire la terra avere anima vegetativa e che la sua carne sia la terra, li sua ossi siano li ordini delle colligatione de sassi di che si compongono le montagne, il suo tenerume sono i tufi, il suo sangue sono le vene delle acque, il lago del sangue che sta dintorno al core è il mare oceano, il suo alitare è il crescere e dicrescere del sangue pe’ li polsi, e così nella terra è il flusso e reflusso del mare.”
(Codice Leicester, f. 34r.)
Secondo Leonardo la Terra è sempre stata un pianeta dinamico, con una propria vitalità, motivo per cui nei 4,6 miliardi di anni della sua esistenza è cambiato in continuazione.
Queste continue modifiche hanno portato le colline ad essere consumate dall'erosione ed il paesaggio ad essere completamente assoggettato alle forze dei venti, delle acque e dei ghiacci. Leonardo studiò a lungo il fenomeno dell’erosione sulle formazioni rocciose.
Introdusse concetti fino ad allora sconosciuti, come quello delle pieghe degli strati rocciosi e elaborò nuove idee sulle modalità di formazione delle rocce, la cui nascita è frutto di un processo molto lungo che avviene nello strato di sedimentazione. In seguito le rocce vengono plasmate e piegate da forze geologiche molto potenti.
L'artista affermò l’esistenza di una parte attiva del nostro pianeta nella sua zona più interna e considerò prove di essa le eruzioni vulcaniche ed i terremoti.
Le rocce ripiegate e fratturate svelano, poi, la potenza di queste forze interne alla Terra.
Per quanto riguarda la rappresentazione della Terra, Leonardo è sempre stato convinto che essa fosse rappresentabile tramite un modello geometrico elaborato usando dati sperimentali e prove empiriche.
Secondo il suo ragionamento, quindi, si potrebbe immaginare in una sfera d’acqua una piramide, un tetraedro, i cui vertici si protendono nell'aria.
È questo il modello della Terra che riprodurrà in uno schizzo presente nel Codice Leicester, una massa di terra circondata da acqua.
L'Artista passò molto tempo della sua vita a studiare modi per rendere al meglio le raffigurazioni geografiche del nostro pianeta e superò molti suoi contemporanei grazie all'uso di strumenti da lui stesso inventati e di strategie come l’utilizzo di colori e tonalità differenti per rendere le quote altimetriche.
“Nella gocciola della rugiada ben tonda sia da potere essere considerata come (la sfera dell’acqua) contenga dentro a di sé il corpo della terra sanza distruzione della sfericità della sua superfizie. Prima sia tolto un cubo di piombo di grandezza d’un grano di panico, e con un filo sottilissimo a quel congiunto sia sommerso dentro a tale gocciola, e vedrasi tale gocciola non mancare della sua prima retondità, ancora che essa sia fatta maggiore per tanto, quant’è il cubo che dentro essa rugiada si rinchiude.”
(Manoscritto F, f. 62v.)