Pittura

Leonardo e la pittura

Andrea del Verrocchio, Leonardo da Vinci, Battesimo di Cristo, 1475-78, olio e tempera su tavola, 177×151 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi (dettaglio)
Andrea del Verrocchio, Leonardo da Vinci, Battesimo di Cristo, 1475-78, olio e tempera su tavola, 177×151 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi (dettaglio)

Anche se all'inizio del Rinascimento la pittura era considerata un’arte meccanica (come la lavorazione dei metalli, produzione di gioielli, arazzi e ricami), Leonardo cerca di dimostrare ai suoi contemporanei che la pittura non solo era la forma d’arte migliore, ma era una scienza. Nella prima parte del “Trattato della pittura”, per dimostrare la superiorità di quest’ultima rispetto alla poesia, alla musica e alla scultura, espone argomentazioni originali e argute a favore di essa.

“La pittura serve a più degno senso che la poesia è fa con più verità le figure de l’opere de natura ch’il poeta. Tolgassi un poeta che descriva le bellezze d’una donna al suo inamorato, e tolgassi un pittore che la figuri, vedrassi dove la natura volgerà più il giudicatore inamorato. La musica dovrebbe essere chiamata sorella minore della pittura con ciò sia ch’essa compone con le congiunzioni delle sue parti proportionali […]. Ma la pittura eccelle e signoreggia la musica, perch’essa non more immediate dopo la sua creatione, come fa la sventurata musica […]. [La scultura] È la più resistente al tempo, ma non farà di corpi lucidi e trasparenti, come le figure velate che mostrano la nuda carne sotto i veli a quella anteposti. Non farà la minuta giara di vari colori sotto la superfitie delle trasparenti acque […]. [Gli scultori] Non possono figurare […] specchi e simili, cose lustranti, non nebbie, non tempo oscuri e infinite cose che non si dicono per non tediare.

(Trattato della pittura, I, 1, 10)


Esaltando la pittura rispetto alle altre forme d’arte, Leonardo vuole esprimere l’importanza che questa secondo lui ha. La considera, infatti, una scienza che studia le forme naturali con una stretta connessione tra la rappresentazione artistica e la comprensione intellettuale della natura intrinseca e dei principi teorici sottostanti. Leonardo considerava l’occhio e l’esperienza gli strumenti più importanti per le sue attività scientifiche e pittoriche. Attraverso l’osservazione e la sperimentazione, analizzava la realtà che lo circondava e sviluppava le sue teorie.

Caratteristiche della pittura di Leonardo

Analisi dettagliata

“Fa che quando ritrai, o che tu muovi alcun principio di linea, che tu guardi per tutto il corpo che tu ritrai qualunque cosa si scontra per la dirittura della principiata linea. Nota nel tuo ritrarre, come infra le ombre sono ombre insensibili di oscurità e di figura; e questo si prova per la terza, che dice: le superficie globulenti sono di tante varie oscurità e chiarezze quante sono le varietà delle oscurità e chiarezze che loro stanno per obietto.”

(Trattato della pittura, I, 1, 81)

Chiaroscuro

Tecnica pittorica in grado di dare rilievo plastico alle figure in cui l’ombra è utilizzata come unificante e fa emergere qualità differenti di tono e colore.

“La prima intenzione del pittore è fare ch’una superficie piana si dimostri corpo rilevato e spiccato da esso piano, e quello che in tal arte più eccede gli altri, quello che merita maggior laude, e questa tale investigazione, anzi corona di tale scientia, nasce dalle ombre e lumi, o vuoi dire, chiaro e scuro.”

(Trattato della pittura, I, 3, 406)

Sfumato

Raffinata fusione di tonalità che finì per diventare il canone comune dei suoi dipinti.

“Infra i colori della medesima natura, quello manco si varia che meno si rimuove dall'occhio. Provasi, perché l'aria che s'interpone infra l'occhio e la cosa veduta occupa alquanto la detta cosa: e se l'aria interposta sarà di gran somma, allora la cosa veduta si tingerà forte del colore di tal aria, e se tale aria sarà di sottile quantità, allora l'obietto sarà poco impedito.”

(Trattato della pittura, I, 2, 216)


Queste ultime due caratteristiche, fondamentali dello stile pittorico di Leonardo, furono possibili anche grazie ad una nuova tecnica pittorica introdotta in quel periodo: la pittura ad olio. Grazie a questa tecnica, che imparò a maneggiare con estrema precisione, Leonardo riuscì a usare abilmente e con sicurezza il chiaroscuro; infatti con finissimi strati di colore creava tonalità luminose che conferiscono ai suoi dipinti una sorta di magia. Questa tecnica, inoltre, era congeniale al suo modo di lavorare, dato che gli permetteva di rielaborare le sue opere, riflettere su ogni dettaglio della loro creazione e di modificarle anche a distanza di anni.