AGROFORESTRY
OVAIOLE IN SISTEMA SILVOPASTORALE TURNATO
Prof. Carlo Cosentino - Responsabile U.O SAFE, Università degli Studi della Basilicata
cosentino.carlo@unibas.it - Orchid ID 0000-0001-5599-8187
INTRODUZIONE
Emerge chiaramente come, nell'ambito dell'allevamento di galline ovaiole, l'immaginario collettivo si sia recentemente concentrato su situazioni di sovraffollamento e maltrattamenti, spesso legati a pratiche poco rispettose degli animali, subordinati agli interessi economici.
Tuttavia, si sta verificando un cambio di rotta. Il crescente interesse dei consumatori per i prodotti alimentari sta orientando l'attenzione verso le uova provenienti da allevamenti all'aperto e biologici. Anche l'Unione Europea, focalizzandosi sul benessere animale, ha vietato l'allevamento in batteria a favore della gabbia arricchita, presumibilmente come passo intermedio verso forme di allevamento più rispettose.
Attualmente, vi sono quattro tipologie di allevamento riconosciute a livello normativo (gabbia arricchita, a terra, all'aperto, biologico). Analizzando i dati a livello europeo e nazionale, emerge che la tendenza degli allevatori di galline ovaiole si orienta principalmente verso l'allevamento in gabbia arricchita (50% nell'UE, 45% in Italia) o a terra (29% nell'UE, 47% in Italia), mentre le modalità all'aperto (16% nell'UE, 3% in Italia) e biologiche (5% nell'UE, 5% in Italia) sono meno diffuse.
La ricerca condotta con sistemi agroforestali: allevamento della gallina ovaiola in corileti, frutteti e, pistacchieti e vitigni ha dimostrato la compatibilità principalmente con le colture arboree in fase di neo-impianto, in particolare quelle di nocciole. Questo approccio consente non solo di integrare il reddito dell'agricoltore attraverso la produzione di prodotto secondario (uova) rispetto al principale (nocciole o altri frutti), ma anche di migliorare gli aspetti legati alla produzione primaria grazie al pascolamento delle galline, che contribuisce al contenimento delle infestati tra le file, al miglioramento della struttura del suolo e ad un aumento della sostanza organica.
Avviare un allevamento all'aperto di galline ovaiole è praticabile, specialmente per le piccole aziende agricole, seguendo i dettami delle buone pratiche agricole ed osservando i regolamenti e le autorizzazioni sanitarie.
Il presente manuale fornisce indicazioni generali ma esaustive per l'avviamento di un allevamento all'aperto di galline ovaiole. Tuttavia, si consiglia di consultare sempre un esperto del settore per verificare i requisiti e adattare il progetto alle specificità dell'azienda, preparando un business plan su misura e tutta la documentazione necessaria all’autorizzazione di questa attività. Di seguito alcune immagini di piccoli prototipi di pollai mobili utilizzati nel progetto di ricerca “Modelli circolari”
Foto 1. Progetto Modelli Circolari - Pollai mobili per le valutazioni in campo delle performances
UOVA DA GALLINE AL PASCOLO
Le ovaiole vivono all’aperto tra i noccioleti e i frutteti e comunque in un sistema silvopastorale. Agroforestry: produzioni differenti sullo stesso appezzamento in sinergia tra loro (agroforestry promiscuo: colture arboree/arbustive e zootecnica). Le galline allevate con questo sistema sono libere di pascolare tutti i giorni e per tutto il giorno nutrendosi principalmente delle essenze erbacee spontanea per soddisfare una buona parte delle proprie esigenze energetiche. Vivono e producono in uno stato di benessere animale totale che garantisce pienamente le 5 libertà (Foto 4).
Foto 2. Galline "felici" al pascolo
ALLEVAMENTO
I pollai mobili pilota per la ricerca sono stati realizzati per contenere un massimo di 15 unità al solo allo scopo di condurre prove tese a quantificare le performances produttive, il corretto carico animale e le relative turnazioni necessarie per preservare il cotico erboso. Oggi, in commercio esistono differenti tipologie di pollai mobili realizzati con materiali di ultima generazione, di facile pulizia e disinfezione; che assicurano condizioni ambientali di ricovero notturno ottimali in termini di temperatura, umidità e concentrazione dei gas e delle polveri. A differenza dei pollai industriali ospitano poche centinaia di ovaiole (e non migliaia) garantendo una superficie minima interna per il solo ricovero notturno di 9 ovaiole per 1 m2. Anche gli spazi di abbeverata, di alimentazione, di riposo, etc sono tutti rispettosi o superiori alla normativa in vigore. Nelle foto riportate di seguito alcuni pollai mobili utilizzati dalla neonata filiera lucana Ovè che ha iniziato ad operare proprio in virtù dei risultati ottenuti sia dal progetto Corilus che da Modelli circolari
Foto 3. Interni ed esterni dei pollai mobili
I pollai mobili, atteso il calcolo del carico animale sostenibile, permettono di effettuare un pascolo di tipo turnato che ottimizza il prelievo delle essenze spontanee e salvaguarda al contempo il cotico erboso.
LIBERE ALL’APERTO
Le galline sono libere di pascolare e si consigliano spazi di oltre 10 mq/capo di pascolo (ben oltre quanto richiesto dalla normativa sul biologico). L’assoluta libertà permette loro di esprimere comportamenti specie-specifici come appollaiarsi, fare bagni di polvere, razzolare, becchettare e quant’altro nel pieno rispetto dell’etologia. La garanzia etologica contribuisce a prevenire quei comportamenti anomali che spesso si manifestano negli allevamenti industriali quali, la frustrazione della convivenza forzata e la mancanza di spazi che non consentendo una piena espressione etologica portando la gallina a impulsi aggressivi come beccare il piumaggio degli altri esemplari con conseguente perdita di piume e ferite delle ovaiole aggredite.
Foto 4. Allevamenti con sistema agroforestry turnato in Basilicata (Progetto Corilus) e in Campania (Progetto Modelli Circolari)
Foto 5. Allevamenti biologici italiani ubicati in regione Puglia, Umbria e Campania.
AMBIENTE E SOSTENIBILITÀ
L’attenzione all’ambiente è un pilastro fondamentale del progetto Modelli Circolari. Consociare animali e alberi da reddito permette di fare economia di scala aumentando la produttività aziendale sfruttando le interazioni positive tra animali e vegetali, valorizzando allo stesso tempo la qualità e la tipicità delle produzioni. Le ovaiole contribuiscono a contenere così il cotico erboso apportando al contempo sostanza organica al terreno.
Foto 6. Campionamento del suolo in area interessata dal pascolo
Tabella 1 . Analisi del suolo
Il contenimento delle erbe spontanea tra le file e dentro le file dei frutteti consente di raggiungere 3 obiettivi: eliminare i diserbanti, minor utilizzo di concimi, minor utilizzo di mezzi meccanici per la pulizia dei terreni.
UN SISTEMA AMICO DELL’AMBIENTE
Attraverso il sistema silvopastorale si contribuisce a contrastare il surriscaldamento globale. Infatti, dalle valutazioni effettuate dall’Università di Salerno e Università degli studi della Basilicata (computazione potenziale surriscaldamento globale; GWP 100a, espresso in Kg di CO2 eq) mediante la metodologia Life Cycle Assessment in due corileti ubicati in regione Campania (agro di Caianello e agro di Caserta) - uno gestito in maniera meccanizzata ed uno con l’allevamento di ovaiole condotte con pollaio mobile e pascolo turnato - è emerso che il sistema di agroforesty è meno impattante (1185 Kg CO2 eq ha-1) rispetto ad un classico corileto meccanizzato (1198,97Kg CO2 eq ha-1).
In sintesi questo sistema permette un risparmio di 14 Kg di anidride carbonica per ettaro.
Foto 7.
ECONOMIA CIRCOLARE: USO SOTTOPRODOTTO PER L’ALIMENTAZIONE E IL MIGLIORAMENTO DEI VALORI NUTRIZIONALI
Oltro obiettivo del progetto Modelli circolari era valutare l’utilizzo di un sottoprodotto “economia circolare”. Ribadendo che le ovaiole, nel sistema silvopastorale proposto, hanno sempre accesso libero all’acqua fresca e sono libere di muoversi e pascolare tutti i giorni razzolando su prati naturali all’interno di frutteti sia in neo-impianti che maturi; per completare e soddisfare le elevate esigenze energetiche e proteiche richiesta dall’ovodeposizione hanno sempre disponibile mangime selezionato di eccellente qualità integrato con il perisperma nocellare (cuticola) e semi di nocciola (sottoprodotto della lavorazione della nocciola). Il perisperma nocellare detto anche albume esterno o albume nocellare si forma nella nocciola all’esterno del sacco embrionale ed essendo un tessuto di riserva parenchimatico che accompagna l’embrione nel seme delle piante risulta essere ricco di amido, aleurone, selenio, grassi e proteine. Di seguito si riportano alcune immagini.
Foto 8. Sottoprodotto ottenuto dalla lavorazione della nocciola contenente cuticola e semi di nocciole
Differentemente dagli allevamenti industriali dove l’alimentazione dell’ovaiole è esclusivamente a base di mangimi spesso arricchiti con farmaci (mangimi medicati) o con aggiunta di antibiotici (nell’acqua di abbeverata) per prevenire le malattie causate dall’ambiente in cui vivono, la dieta delle galline allevate con il sistema proposto è costituita principalmente dal pascolo ed arricchita con mangime selezionato e cuticola di nocciola. Il Progetto Modelli circolari ha consentito di valutare, validare e standardizzare quanto provato embrionalmente in precedenti prove.
Le numerose analisi effettuate sul sottoprodotto hanno consentito di parametrare la giusta aliquota di utilizza e formulare una dieta bilanciata sulle esigenze delle ovaiole.
Tabella 2. Composizione analitica perisperma/cuticola e semi nocciola
Tabella 3. Formula integrativa
ANALISI FLORISTICA
Le attività di ricerca e monitoraggio del sistema di allevamento ha consentito di effettuare una analisi floristica al fine di identificare le specie spontanee preferite dalle ovaiole. Analisi condotta con transetto lineare (metodo dei quadrati) ripetuti in differenti periodi dell’anno.
Foto 9. Rilievo per analisi floristica
Le principali essenze erbacee spontanee identificate sono risultate le seguenti:
Anagallis arvensis; Avena arrenatherum; Avena fatua; Avena spp; Brassica oleracea; Briza maxima; Bromus sterilis; Cardamine graeca; Cerastium arvense; Cichorium intybus; Convolvulus arvensis; Cynodon dactylon; Dactilis glomerata; Daucus carota; Eruca sativa; Fumaria officinalis; Galium aparine; Gerarium dissectum; Gerarium rotundifolium; Hipericum perf.; Holcus lanatus; Hordeum murinum; Lamium pupurpureum; Lolium perenne; Lupinus fabales; Medicago arabica; Mentha suaveolens; Picris hieracioides; Picris mielalioide; Plantago lanceolata; Poa trivialis; Rubus ulmifoglius; Rumex acetosa; Rumex crispus; Senecio vulgaris; Sherardia arvensis; Sonchus oleraceus; Tordylium apulum; Trifoglium repens; Veronica arvensis; Vicia faba
MAGGIORE QUALITÀ DELLE UOVA
Negli anni abbiamo studiato con attenzione la fisiologia produttiva delle ovaiole e le tante prove condotti in campo congiuntamente alle numerose analisi chimico fisiche hanno dimostrato che questo sistema di allevamento, il pascolo su essenze spontanee con l’integrazione al mangime di cuticola di nocciola permette di ottenere uova di eccellente qualità aumentandone anche il tenore proteico +0,7 g/100gr proteico rispetto ai dati riportati dal Centro alimenti e nutrizione del CREA- Consiglio per la Ricerca in Agricoltura
E anche il confronto con i dati riportati dalla U.S. Department of Agriculture - Agricultural Research Service, risulta che le uova Ovè mostrano comunque un tenore proteico di + 0,5 g/100g.
Tabella 4. Analisi Centro alimenti CREA Tabella 5. Analisi U.S. Department A.Research
Tabella 6. Composizione analitica delle uova (confronto tra gruppi con e senza integrazione cuticola)
*campionamento delle uova in triplicato effettuato nel medesimo giorno e analisi dei parametri chimico fisici effettuati in triplicato dallo stesso laboratorio, nello stesso giorno e dal medesimo operatore al fine di ridurre sia l’errore standard che ambientale - laboratorio terzo esterno in service accreditato - Accredia con n. 0128D L
I dati dimostrano inconfutabilmente come il sistema adottato di allevamento e di alimentazione permettano di ottenere un prodotto di elevata qualità.
Foto 10.
DA SAPERE CHE
Le attrezzature e i materiali richiesti per la conduzione di un allevamento di ovaiole con pollai mobili sono comprensivi di un sistema di contenimento (rete elettrica) anch'esso mobile e di facile movimentazione che deve essere alimentato con una batteria ricaricabile (pastore elettrico) tramite pannello fotovoltaico.
Ai fini delle esigenze di abbeverata e di integrazione alimentare bisogna prevedere l'uso di attrezzature (mangiatoie ed abbeveratoi) che possono essere integrate direttamente al pollaio mobile, si riduce la tempistica e si migliora la facilità di spostamento del nucleo in allevamento, oppure collocate in campo all’interno dei recinti.
Sarebbe opportuno, onde evitare la presenza giornaliera di un operatore agli orari di routine, per l'apertura e la chiusura degli animali l'acquisto di un sistema automatizzato di apertura e chiusura della porta di accesso con comando crepuscolare e/o timer.
L'impianto di strutture mobili per l’allevamento di ovaiole con sistema silvopstorale, a prescindere dal numero di capi allevati, richiede sempre l'apertura di un codice ASL veterinario e di codice Cuaa aziendale oltre alla preventiva comunicazione alle autorità competenti (Comune, Regione) con l'indicazione dell'area di allevamento e dei dati aziendali.
I pollai mobili sono utilizzati per il sistema di agroforestry proposto solo per il ricovero notturno e come punto di prelievo per l’integrazione alimentare e l’acqua di abbeverata.
SCELTA IBRIDO COMMERCIALE
Lo studio dei 3 principali ibridi commerciali di ovaiole aventi caratteristiche di rusticità senza eccessiva compromissione delle performances produttive e soprattutto facilità di reperibilità e disponibilità sul mercato ha fatto ricadere la scelta sulla Loman Brown. La scelta di un ibrido anziché, un'auspicabile razza autoctona campana come la Beneventana o la Cenerina (o Cucula Campana) è stata dovuta solo alla necessità della ricerca che deve essere replicabile in qualsiasi regione italiana e non influenzata nei risultati dal tipo genetico autoctono adottato.
Auspicabile sarebbe l’uso di razze autoctone sia per un più facile adattamento alle condizione igieniche e pedo climatiche tipiche dei luoghi ma anche per incentivare e promuovere la salvaguardia della biodiversità avicola oggi sempre più focalizzata su pochi ibridi commerciali cosmopoliti.
Foto 11. Razza autoctona campana Cenerina
Foto 12. Razza autoctona campana Beneventana
Tra i diversi ibridi commerciali testati, la Loman Brown è un ibrido originario della Germania con una genetica basata sull'elevata produzione di uova ma conservandone le caratteristiche di adattabilità in differenti zone climatiche. Questo ibrido si è dimostrato idoneo al sistema di allevamento proposto. Le ovaiole adulte pesano 1,9-2,1 chilogrammi, il colore delle piume è marrone chiaro, con una sfumatura rossa con a volte presenza di piume chiare o scure nella coda, nelle ali e intorno al collo. Hanno una struttura bilanciata e ossa leggere, testa piccola, cresta rosso brillante e orecchini rotondi. Sono ovaiole molto attive ma non aggressive con carattere calmo ma non timido. Non necessitano di particolari cure o attenzioni alimentari e si adattano bene a qualsiasi condizione di allevamento. Iniziano a deporre molto presto, all'età di circa 5 mesi. La produzione di uova dura in media 80 settimane. Il peso uova si attesta a circa 63-64 grammi e sono di colore marrone chiaro. Nel secondo anno, la produttività diminuisce del 15%-20%.
È importante sottolineare per l’allevatore che questo sistema di allevamento non permette di ottenere percentuali di ovodeposizione paragonabili ai sistemi tradizionali né ai sistemi all’aperto e all’aperto biologici in strutture fisse con paddock esterni.
La minore produzione è dovuta ad un maggior numero di ore di pascolamento con un conseguente maggior dispendio di energia ma è compensata da un minor quantitativo di consumo di mangime
Le ovaiole hanno sempre disponibile ad libitum il mangime che consumeranno secondo le loro esigenze solo come integrazione per compensare, in termini energetici e proteici, quanto non riescono a reperire durante il pascolamento.
Le mangiatoie da installare in esterno dovranno essere del tipo antispreco, antitopo e con bascula ad apertura a pressione e possibilmente installate integrandole al pollaio mobile. Nel caso le mangiatoie siano posizione all’interno del pollaio potranno essere anche della tipologia a campana.
LE LINEE GUIDA PER ALLEVAMENTO OVAIOLE
CON SISTEMA AGROFORESTRY
Al fine di produrre uova con caratteristiche qualitative elevate le indicazioni sono:
- allevare le ovaiole in ampi spazi di superficie pascolativa, non meno di 10 m2/capo, superiore alla normativa europea in vigore, che è di 8 m2/capo (allevamento in biologico);
- controlli periodici di carattere sanitario e verifica degli standard di allevamento richiesti;
- allevare esclusivamente capi che abbiano ricevuto le seguenti vaccinazioni: Salmonella; Bronchite; Gumboro; Pseudopeste; Encefalomielite; Corizza Mycoplasma;
- somministrare una integrazione alimentare finalizzata a garantire un equilibrio tra macro e microelementi al fine di minimizzare le naturali fluttuazioni produttive vegetazionali dei pascoli;
- escludere l'uso di farine proteiche di origine animale.
● Requisiti Di Allevamento
- l'allevamento dovrà ottenere le autorizzazioni da parte dei competenti organi sanitari con relativo rilascio del codice stalla;
- l'allevamento dovrà ottenere regolare registrazione presso l'azienda UU.SS.LL di competenza e la registrazione in B.D.N. (Banca Dati Nazionale);
- si procederà alla segnalazione di apertura aziendale oppure di una unità produttiva (tramite S.U.A.P.)
● Divieti
Gli allevatori non dovranno:
- indurre la muta (è un evento naturale e stagionale nel corso del quale i volatili riducono drasticamente l’assunzione di alimento, cessano la produzione di uova e sostituiscono le proprie piume). Questo periodo di riposo produttivo deve essere rispettato in ottemperanza alla nota del Ministero che pone il divieto di ricorrere alla muta indotta attraverso la totale sospensione di alimento (acqua/mangime);
- praticare il debeccamento;
● Spazi, Tipologie E Tecniche Di Conduzione
Gli allevatori dovranno allevare le ovaiole garantendo:
- l'accesso delle ovaiole agli spazi esterni in modo continuo e libero nelle ore diurne;
- gli spazi all’aperto devono essere a verde e comunque la rotazione del pascolo deve garantire la presenza del cotico erboso; densità massima: 1.000 ovaiole per ettaro e comunque non meno di 10 per m2/capo con rotazione su altri 4 ettari (normativa vigente prevede: 4 per m2 per ovaiole all'aperto e 8 per m2 per ovaiole all'aperto in sistema biologico)
- distanza massima da: ingresso/uscita pollaio: di 150m (in caso di distanze superiore devono essere previsti dei punti di riparo/fuga in numero non inferiore a n. 4 per ettaro).
Nelle aree con alta presenza di volatili predatori, la turnazione su ampi spazi potrebbe essere non applicabile a causa di elevate percentuali di attacchi con conseguenti elevati costi di sostituzione di ovaiole.
Nel caso di uova sporche di fango o pollina è fatto divieto di lavarle , spazzolarle e conferirle, se ne consiglia la distruzione o meglio l'uso in sistemi di compostaggio.
● Personale addetto all'allevamento
Il personale Aziendale impiegato nelle operazioni di allevamento deve possedere conoscenze adeguate in materia di benessere animale, garantite dalla partecipazione a corsi di formazione organizzati da organismi pubblici o privati finalizzati ad erogare le principali informazioni per un corretto allevamento dell'ovaiola nel rispetto delle "Buone Pratiche Agricole".
● Alimentazione
L'allevatore deve garantire alle ovaiole, l’accesso al pascolo durante tutta la giornata. L'uso di mangime è consigliato solo come integrazione dell'alimentazione al pascolo e comunque deve essere sempre disponibile ad libitum. I piani alimentari devono soddisfare le esigenze nutrizionali delle ovaiole nelle diverse realtà agricole della media e alta collina interna dell'Appennino meridionale e delle zone montane. In queste aree il mangime dovrà possedere le seguenti caratteristiche minime:
la presenza di cereali deve rappresentare non meno del 60% della composizione del mangime utilizzato;
il mangime utilizzato può comprendere al massimo il 15% di sottoprodotti di cereali
(le percentuali sono quelle previste dal il Regolamento CEE 589/2008);
Ecco un’indicazione di massima sui consumi di mangime medio giornalieri rilevati in allevamenti di ovaiole condotte con il sistema di agroforestry proposto:
50 gr/die/capo per aree di pascolo sotto i 200 metri di altezza s.l.m.
65 gr/die/capo per le zone montane e media ed alta collina
L'acqua di abbeverata, nel caso non si utilizzi quella di consorzi di bonifica e/o di acquedotti pubblici, deve essere controllata presso un laboratorio di analisi accreditato almeno due volte all’anno, per l’idoneità all’uso zootecnico (il controllo deve essere effettuato nel punto di prelievo).
● Requisiti minimi per le strutture di allevamento
Le strutture di allevamento, (Pollai mobili), devono essere costruiti con materiali adeguati, di facile pulizia e disinfezione, che rispettano gli standard normativi vigenti, assicurando condizioni ambientali di temperatura, circolazione dell’aria, umidità relativa, e concentrazione di gas e polveri, tali da assicurare il benessere animale nel rispetto del "decoro" dei luoghi. Gli allevatori dovranno dotarsi di una struttura per il SOLO RICOVERO NOTTURNO tale da garantire oltre al "benessere animale":
Capienza massima ricovero notturno 9 ovaiole per m2;
Posatoi lineari 18 cm per ovaiola;
Altezza interna minima 120 cm;
Mangiatoie lineari: minimo 10 cm per ovaiola;
Mangiatoie circolari: minimo 4 cm per ovaiola;
Abbeveratoi lineari: minimo 2.5 cm per ovaiola;
Abbeveratoi circolari: minimo 1 cm per ovaiola;
Abbeveratoi a tettarella: minimo: 1 tettarella o coppa per 10 ovaiole;
Nidi di deposizione: 1, ogni 7 g ovaiole (cm L30*P40*H45);
Nidi di gruppo: m2 1, per massimo 120 ovaiole. (P min 40cm, H min 45cm)
Posatoi: lunghezza minima 18 cm per ovaiola. (si consigliano i nidi individuali).
La raccolta delle uova avverrà manualmente e dovrà essere eseguita almeno una volta al giorno. I recipienti di imballaggio provvisori per la raccolta delle uova devono essere in materiale plastico, acciaio e/o comunque materiale lavabile e disinfettabile per ogni ciclo di raccolta.
Le uova raccolte possono essere depositate momentaneamente in ambienti puliti ed asciutti e bisogna indicare il codice identificativo del produttore (codice di allevamento e pollaio) e data di deposizione. Si consiglia di dotarsi di un apposito registro, che l'allevatore dovrà custodire, e dove annoterà la data e le uova prodotte. L’annotazione dei dati produttivi permetterà inoltre di monitorare anche l’andamento delle produzioni ed individuare i periodi critici di produzione dell’area oggetto di allevamento.