Interrealtà e il potere delle reti digitali

Prima dei media digitali esistevano due mondi:

    • Il mondo della comunicazione mediale - televisione, giornali, radio - chiaramente separata dall’utente e dai suoi comportamenti;

    • Il mondo delle comunicazioni interpersonali, che invece racconta i soggetti, i loro comportamenti e le loro emozioni.

Oggi però la situazione è radicalmente cambiata. I social media hanno infatti creato uno spazio sociale sociale ibrido – l’«interrealtà» - che permette di far entrare il digitale nel nostro mondo fisico e viceversa.

Da una parte, i nostri comportaenti all’interno dei social media non solo sono immediatamente visibili ma mettono sempre in relazione la nostra soggettività con gli oggetti sociali che ci circondano. In altre parole, vedere un video su Facebook o dare un «mi piace» alla foto del mio amico non sono più eventi che riguardano solo me e la tecnologia ma inevitabilmente mi «posizionano» rispetto ad essi.

Dall'altra, diventa possibile usare le reti sociali digitali per cambiare la propria posizione sociale nelle reti sociali fisiche. I primi ad accorgersene sono stati i creatori di servizi come Uber o Airbnb. Se io voglio essere un «autista» o un «albergatore» e un gruppo di persone all’interno di una rete sociale accetta di considerarmi come tale, io per loro divento a tutti gli effetti un autista e un albergatore.

Quella che è chiamata «sharing economy» si basa proprio su questo: la possibilità dei social media di costruire reti in cui attribuire ai soggetti che ne fanno parte identità sociali professionali credibili e vantaggiose per gli altri utenti, indipendentemente dai vincoli presenti nelle reti sociali fisiche.