- Accesso da - è raggiungibile da Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano percorrendo la S.S.131 fino al bivio per Ghilarza Abbasanta uscita per S.P. n° 15 direzione Boroneddu, entrare a Tadasuni, attraversare il lago Omodeo e proseguire in direzione di Sorradile e Nughedu S. Vittoria, proseguire lungo la S.P. n° 15 direzione Austis e Teti. Tempo di percorrenza in auto 30 minuti.
Gentile Visitatore l’itinerario comprende la visita al Museo Archeologico Comprensoriale Teti, Area Archeologica di S’Urbale, Chiesa Campestre di San Sebastiano Teti, Santuario Nuragico Federale di Abini .
L’itinerario parte con la visita al Museo Archeologico Comprensoriale di Teti, unica struttura in tutto il territorio dove sono
esposti i reperti rinvenuti nei 13 paesi della Comunità Montana Barbagia Mandrolisai. Questi materiali si inquadrano in un periodo che va dal prenuragico all’altomedioevo. (biglietto ingresso € 2,50)
DESCRIZIONE DEL MUSEO
- Al centro del moderno abitato di Teti, (piccolo comune del Nuorese, arroccato sulle montagne, nel verde paesaggio della Sardegna interna, con a valle un lago artificiale (Cucchinadorza), sorge un piccolo Museo Archeologico Comprensoriale, inaugurato nel 1990, realizzato ex novo, di moderna architettura sisviluppa su due Piani si compone di due corpi ottagonali allungati di grandezze diverse, raccordati nei lati più lunghi da una rampa di scale al centro e uno scivolo per i disabili al lato. Il piano terra si compone di due sale una didattica e l’altra per il laboratorio di restauro. Nel primo piano c’é l’esposizione dei materiali archeologici che si sviluppa seguendo un percorso museale sul lato destro della prima sala, dove nelle grandi vetrine si trovano esposti i materiali dei vari siti archeologici dell’intero territorio Barbagia Mandrolisai, (Nuraghe Nolza di Meana Sardo), (Su Nurtze e Interrios Tonara), (Nuraghe Talei Sorgono) e dei vari villaggi sparsi nel territorio circostante .Questi reperti si inquadrano prevalentemente in un periodo che va dal Prenuragico all’Alto Medioevo. Proseguendo il nostro percorso si possono ammirare parte dei bronzi rinvenuti nel sito del Santuario Nuragico Federale di Abini. Si tratta di oggetti di uso cultuale offerti alla divinità dell’acqua a cui era dedicato il tempio: pugnaletti foliati a base semplice, pugnaletti con costolature evidenziate da raffinate decorazioni geometriche, spade spilloni e monili. Nella vetrina sul lato sinistro si possono vedere, capitribù, oranti, arcieri e guerrieri che sono alcuni dei bronzetti scoperti nell’ottocento ed esposti su copie (gli originali si trovano a Cagliari).Le immagini più famose sono quelle caratterizzate dal moltiplicarsi degli occhi, delle braccia e degli scudi, si datano fra il X e il VII sec. a.C. Nelle successiva sala é possibile osservare tutte le tipologie di ceramica e i vari tipi di decorazione del Villaggio Nuragico di S’URBALE. Nella vetrina che si trova sul lato sinistro sono esposte delle figurine di impasto molto rozzo rinvenute dagli operatori del Museo presso l’antica fonte alla base del colle di S’URBALE; esse sono riferibili alla vita del villaggio soprastante e al culto delle acque diffusa fra i protosardi. Sempre nella stessa sala ci si può soffermare a osservare la ricostruzione del Vano F, uno dei pochi esempi su tutti i Musei Sardi di ricostruzione di monumento all’interno del Museo. La capanna ricostruita fedelmente con focolare al centro e con i vasi ricollocati sui fornelli nel punto esatto di rinvenimento e i vari oggetti come vennero lasciati al momento dell’incendio che causò l’abbandono dell’abitato. Con la stessa si é voluto evidenziare il sistema di costruzione del pavimento con lastre di sughero alternate a strati di argilla. Nella Parete della capanna si nota il particolare dell’intonaco di argilla che ricopre le zeppe di sughero messe negli interstizi. Su un’altro lato della capanna costruito con lastre di granito piantate a coltello vi é il ripostigli di forma rettangolare, con fusaiole,rocchetti,pesi da telaio e una pintadera in terracotta che associata agli oggetti di tessitura veniva utilizzata forse per la decorazione dei tessuti oltre che dei pani cerimoniali. Al termine del nostro percorso possiamo posare lo sguardo nella vetrina dove sono esposti i materiali di recente ritrovamento e che ha riproposto all’attenzione dell’Archeologia il Paese di Teti. Sono esposti un'idioletto femminile intitolato la Venere Dormiente, riconosciuto come una delle più antiche “Opere d’arte” della Sardegna rinvenuto nel pianoro di Atzadalai (presso Teti) e alcune asce in pietra e cuspidi di freccia in ossidiana provenienti dalla stessa località. Si tratta di materiali che attestano la frequentazione di quest’area montana dalla Sardegna nel Neolitico Medio (4700 - 4000 a.C.).
- L’itinerario prosegue con la visita al Villaggio Nuragico di S’Urbale, (ingresso gratuito) Il Villaggio Nuragico di S’URBALE é situato su un rilievo collinare a circa 900 mt. di altitudine a poca distanza dal moderno abitato di Teti, in un luogo estremamente panoramico da cui si domina un ampio paesaggio. Il Villaggio venne esplorato per la prima volta nel 1930, anno in cui il Taramelli portò alla luce alcune capanne. Più recentemente é stata effettuata l’esplorazione con diverse campagne di scavo (1981-1984) che ha interessato le dodici capanne situate nella parte somitale del rilievo, risparmiate dalle lavorazioni agricole. Lo scavo Archeologico, condotto dalla Soprintendenza Archeologica per le provincie di Sassari e Nuoro, ha permesso di acquisire importanti informazioni su alcuni aspetti della sfera economica e sociale del luogo e del periodo di vita. Di particolare interesse è stata l’esplorazione del vano f, dove sono stati rinvenuti un centinaio di oggetti esposti, in una ricostruzione della stessa capanna, all’interno del Museo Archeologico di Teti. Infine bisogna ricordare che alla base del colle di S’URBALE si conservano i resti di una fonte di epoca nuragica (utilizzata fino al Medioevo), da cui provengono diverse figurine antropomorfe in terracotta di impasto rozzo, simili a quelle rinvenute nel Santuario di Abini. la Prosecuzione degli scavi a S’URBALE è, soprattutto, l’avvio di nuovi scavi nel Santuario di Abini potranno aggiungere nuovi elementi per comprendere le strategie organizzative in campo soci-economico e militare e interpretare i vari aspetti della religiosità dei protosardi, ripartendo da quella esaltante scoperta del lontano 1865, che pose il territorio di Teti fra i più importanti siti Archeologici della Sardegna.
- L’itinerario prosegue con la visita alla Chiesa Campestre di San Sebastiano di Teti (ingresso gratuito). Situata all’interno dell’omonimo parco Comunale risalente al periodo medioevale la chiesa ha conosciuto un periodo di abbandono, rimaneggiata in diverse epoche, conserva oggi una struttura a croce latina ad aula unica con elementi che però riconducono alla sua originaria pianta a croce greca. Durante alcuni lavori di scavo archeologico (1994) nell’area si rilevano i resti di una tomba terragna, di un antico altare facente parte dell’antica chiesa con absidi contrapposte e tutto attorno una serie di testimonianze archeologiche, fra le quali un abitato medioevale con elementi di cultura materiale, rozza ceramica e la tomba di un bambino. Dagli scavi si desume una cronologia più antica risalente al periodo romano con tracce di reperti in Bronzo del 238 d.C. Alcuni reperti sono esposti nel museo
- La giornata concluderà nel pomeriggio con la visita del Santuario Nuragico Abini (ingresso gratuito) . I suoi resti sono ancora prevalentemente interrati in una piccola valle attraversata da un piccolo fiume che poi sbocca sulla valle del Tirso. La scoperta del villaggio risale ad oltre un secolo fà, ma ad eccezione di un piccolo saggio di scavi eseguito nel 1915 e nel 1931, non sono mai state effettuate ricerche sistematiche. Il primo ritrovamento ebbe luogo verso il 1865, quando alcuni pastori-contadini ispirati da sogni ricorrenti di un ragazzo,effettuarono scavi nella località di Abini, nel punto dove affiorano attualmente i ruderi di un antico recinto murario, gli scavi portarono alla luce una cista litica colma di oggetti di bronzo. Dai numerosissimi oggetti votivi in bronzo e dal materiale fittile si é potuto stabilire che Abini era un esteso abitato che risaliva ai secoli VIII e VII a.C. La maggior parte dei bronzi figurati spilloni, stocchi, lame di pugnali, accette, punte di lancia, bracciali, anelli, aghi, spille e lingotti in rame a forma di pagnottelle, spade raffiguranti sull’elsa dei cervi, protomi di navicelle votive, manici di cassapanche si trovano esposti nel Museo Archeologico di Cagliari.Sono state ritrovate anche figure umane in terracotta che costituiscono probabilmente degli ex-voto. L’area ha una superficie di 20.000 mq, ricoperta da circa 100 capanne e da un “recinto delle riunioni” al cui interno é localizzato il pozzo sacro e i resti di una grossa officina fusoria.Si deve però supporre che alcuni ambienti siano attualmente celati dal materiale di risulta, così da non poter trarre nessun giudizio o conclusione, in attesa di un intervento di scavo sistematico.Una recente indagine fatta in prossimità dell’area cultuale “grande recinto” ha consentito il recupero di numerosi conci (blocchi di pietra lavorata) in basalto e trachite, molti con la faccia a vista a sezione di cerchio pertinenti ad un originario pozzo sacro. La selezione tipologica dei blocchi ha portato alla ricostruzione cartacea di un edificio composto da un vano circolare con un a copertura a falsa volta sormontata da un’acroterio con quattro apendici in rilievo e da un vestibolo delimitato da muri rettilinei con una copertura a doppio spiovente che terminava con un colmo ornato da blocchi trapezoidali sormontati da file di spade votive fissate con piombo.
Se la Nostra proposta è di Vostro gradimento dovete dare conferma del giorno, dell’ora per la visita al Museo e alle Aree Archeologiche, tramite l’invio di una E-mail al seguente indirizzo sunuraghesnc@tiscali.it o telefonando al N° di celulare 338.19.41.204
SERVIZI OFFERTI DALLA SOCIETA’
Gli operatori museali della società garantiscono il servizio di guida, accompagnamento e descrizione dei percorsi e dei reperti all'interno del Museo e nelle Aree Archeologiche propongono e organizzano a richiesta degli utenti escursioni su itinerari archeologici, naturalistico - ambientali, etnografico e gastronomici.
Distinti saluti
Società “Su Nuraghe”
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S.N.C. “SU NURAGHE” DI PORCU GIAN PAOLO & C.
Via Garibaldi n° 24 – P. IVA 00948750914
Cellulare: 338-19.41.204 - 339-26.73.396
Sito Web: https://sites.google.com/site/museoteti1/
www.archeoetnos.com E-mail sunuraghesnc@tiscali.it ITINERARIO N° 2 UNA GIORNATA COMPLETA
- Accesso da - Strada Statale 131 bivio per Ottana uscita per Olzai, proseguimento per Teti. Tempo di percorrenza in auto 30 minuti
- Accesso da - Strada Statale 131 bivio per Ghilarza Abbasanta uscita per S.P. n° 15 direzione Boroneddu, entrare a Tadasuni, attraversare il lago Omodeo e proseguire in direzione di Sorradile e Nughedu S. Vittoria, proseguire lungo la S.P. n° 15 direzione Austis e Teti. Tempo di percorrenza in auto 30 minuti.
Gentile Visitatore l’itinerario comprende la visita alla Centrale sotterranea Enel di Cucchinadorza, Museo Archeologico Comprensoriale Teti, Area Archeologica di S’Urbale, Monumento naturale “Sa Crabarissa” Austis, Oasi di Assai Neoneli - Nughedu Santa Vittoria.
- L’itinerario parte da Teti, la guida incontrerà i visitatori nei pressi del Museo Archeologico e si partirà immediatamente per la visita alla Centrale Idroelettrica (ingresso gratuito) sotterranea dove i tecnici del posto forniranno informazione sulla storia e sul funzionamento dell’impianto. .
- Si ripartirà per la visita al Museo Archeologico Comprensoriale di Teti (biglietto ingresso € 2,50), unica struttura in tutto il territorio dove sono esposti i reperti rinvenuti nei 13 paesi della Comunità Montana Barbagia Mandrolisai. Questi materiali si inquadrano in un periodo che va dal prenuragico all’altomedioevo. Nel percorso si possono ammirare le famose statuine in bronzo del santuario nuragico di Abini. Sono inoltre esposte tutte le tipologie ceramiche e i vari tipi di decorazioni nella fedele ricostruzione di una capanna nuragica.(1200-900 a.c) .
- L’itinerario prosegue con la visita al Villaggio Nuragico di S’Urbale, (ingresso gratuito) situato su un rilievo collinare a 900 mt. di altitudine a poca distanza dal moderno abitato di Teti, in un luogo estremamente panoramico da cui si domina un ampio paesaggio. Il Villaggio venne esplorato per la prima volta nel 1930, anno in cui il Taramelli portò alla luce dodici capanne, lasciando notizia di almeno altrettante non esplorate. Più recentemente é stata effettuata l’esplorazione con diverse campagne di scavo (1981-1984) che ha interessato le dodici capanne situate nella parte sommitale del rilievo. Lo scavo Archeologico, condotto dalla Soprintendenza Archeologica per le provincie di Sassari e Nuoro, ha permesso di acquisire importanti informazioni su alcuni aspetti della sfera economica e sociale del luogo e del periodo di vita. Di particolare interesse è stata l’esplorazione del vano f, dove sono stati rinvenuti un centinaio di oggetti esposti, in una ricostruzione della stessa capanna, all’interno del Museo Archeologico di Teti.
- Il Pomeriggio la comitiva verrà accompagnata alla visita della roccia monumentale denominata “Sa Crabarissa” nel territorio di Austis, la scultura naturale è davvero imponente e richiama una figura femminile, non a caso la fantasia popolare ha voluto ravvisare nelle curiose erosioni che pioggia e vento hanno impresso nella pietra, una donna in costume di Cabras (Sa Crabarissa).
- La giornata concluderà con la visita all’Oasi naturalistica di Assai (ingresso gratuito) in agro dei Comuni di Neoneli e Nughedu Santa Vittoria. La fauna presente nell’Oasi e di grande interesse scientifico infatti sono presenti il cervo sardo e il daino e numerosissimi altri animali della fauna sarda. Dati sul percorso: Aree tematiche – paesaggi naturali e culturali, segni del passato, il percorso lineare è lungo 2,0 Km pianeggiante di difficoltà molto bassa, tempi di percorrenza 80 minuti a passo lento. Si consiglia un abbigliamento sportivo e comodo, scarponcini e scarpe da tennis.
Se la Nostra proposta è di Vostro gradimento dovete dare conferma del giorno, dell’ora per la visita al Museo e alle Aree Archeologiche, tramite l’invio di una E-mail al seguente indirizzo sunuraghesnc@tiscali.it o telefonando al N° di celulare 338.19.41.204
SERVIZI OFFERTI DALLA SOCIETA’
Gli operatori museali della società garantiscono il servizio di guida, accompagnamento e descrizione dei percorsi e dei reperti all'interno del Museo e nelle Aree Archeologiche propongono e organizzano a richiesta degli utenti escursioni su itinerari archeologici, naturalistico - ambientali, etnografico e gastronomici.
Distinti saluti
Società “Su Nuraghe”
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S.N.C. “SU NURAGHE” DI PORCU GIAN PAOLO & C.
Via Garibaldi n° 24 – P. IVA 00948750914
Cellulare: 338-19.41.204 - 339-26.73.396
Sito Web: https://sites.google.com/site/museoteti1/
www.archeoetnos.com E-mail sunuraghesnc@tiscali.it ITINERARIO N°3 DI UNA GIORNATA COMPLETA
- Accesso da - Strada Statale 131 bivio per Ghilarza Abbasanta uscita per S.P. n° 15 direzione Boroneddu, entrare a Tadasuni, attraversare il lago Omodeo e proseguire in direzione di Sorradile e Nughedu S. Vittoria, proseguire lungo la S.P. n° 15 direzione Austis e Teti. Tempo di percorrenza in auto 30 minuti.
Gentile Visitatore l’itinerario comprende la visita al Museo Naturalistico di Belvì, Ecomuseo della montagna sarda di Aritzo, Museo d’Arte Moderna e contemporanea “Antonio Ortiz Echagùe” Atzara, Museo Archeologico Comprensoriale Teti.
- La guida incontrerà i visitatori nel bivio che conduce a Sorgono da dove si partirà per raggiungere il paese di Belvì. L’itinerario parte con la visita al Museo di Scienze Naturali unico in Sardegna, sorto nel 1980 per iniziativa dell'Associazione culturale "Amici del Museo". Comprende le sezioni di Paleontologia, Mineralogia, Faunistica, Entomologia, Erpetologia. Molti degli esemplari esposti sono rari e preziosi. L’esposizione dei reperti si articola in cinque sezioni suddivise in cinque vani. Purtroppo per mancanza di spazio, moltissimi reperti pregiati non hanno una loro giusta valorizzazione.
Sezione Paleontologica. Sono esposti circa 150 fossili di provenienza sarda di tutte le ere geologiche.
Sezione Mineralogica. Comprende circa 500 minerali provenienti dalle miniere sarde, alcuni molto rari.
Sezione Faunistica Sono rappresentati circa 40 esemplari di mammiferi sardi e circa 400 esemplari di uccelli. Interessante la collezione di rapaci, molti dei quali ormai rarissimi.
Sezione entomologica.Circa 50 teche contenenti lepidotteri, coleotteri, insetti vari e splendidi esemplari di farfalle esotiche.
Sezione erpetologica.Esemplari di lucertole, gechi, serpenti provenienti dalle diverse zone della Sardegna.Sono presenti diversi esemplari di conchiglie marine dei mari della Sardegna. Da segnalare una testuggine marina gigante “caretta caretta” catturata nei mari della Sardegna.
- Successivamente si raggiungerà il paese di Aritzo dove è prevista la visita all’Ecomuseo della montagna Sarda o del Gennargentu. Il percorso museale prevede la visita di cinque sale espositive a partire da quella che documenta l’attività dei merciai itineranti e delle raccoglitrici di castagne e nocciole, in cui l’elemento forte è costituito dalla Carapigna. Segue la sala dedicata a tutto ciò che pertiene al bosco, alla foresta e alla trasformazione delle loro risorse: al prelievo di legname, alla carpenteria, alla produzione di carbone, nonché come settori afferenti, all’arte dell’intaglio del legno e in particolare delle casse e dei cassoni nuziali, a quelle del bottaio, del mastro carraio, ecc. Viene subito dopo il settore del pastoralismo, documentato in tutti i suoi momenti. In esso è rappresentato l’intero processo di lavorazione del latte, vi è esposta l’intera tipologia del campanaccio in tutte le sue sfumature sonore e in forme e dimensioni diverse, ed è documentata la Transumanza come viaggio verso spazi altri. Nella sala successiva è rappresentato come appendice tutto il complesso della cultura materiale della lana, in tutta la sua catena operativa, dalla tosatura alle operazioni di cardatura, filatura, tinteggiatura e tessitura, con esposizione di macchine tessili, utensili e manufatti vari colorati con essenze vegetali. Chiude il percorso l’esposizione relativa allo spazio domestico, con la cucina tradizionale dotata di focolare centrale con stuoie usate per il giaciglio, da stendere attorno al fuoco. Qui vi è documentata l’intera catena operativa della panificazione, della essiccazione e trasformazione delle castagne, ed è presente una collezione di giocattoli come momento propedeutico al lavoro. Seguono ancora come percorsi museali decentrati le prigioni spagnole di “Sa Bovida” manufatto in pietre e legno risalente al XVI secolo ubicate nel centro storico dell’agglomerato urbano.
- L'itinerario prosegue con la visita alla collezione del Museo d’Arte Moderna e contemporanea “Antonio Ortiz Echagüe” costituita da 70 opere che vanno dall’ultimo decennio del 1800, tutto il Novecento fino ai giorni nostri. La sua nascita si collega idealmente a importanti vicende del primo Novecento, quando giunsero ad Atzara i pittori costumbristi spagnoli, affascinati dagli aspetti della cultura tradizionale locale. Atzara, vivace e colta, diventò così il centro di elaborazione di un linguaggio pittorico autoctono d'ispirazione iberica, nonché il crocevia obbligato per la formazione di importanti artisti che vi soggiornarono più o meno a lungo: Antonio Ballero, Giuseppe Biasi, Filippo Figari, Mario Delitala, Carmelo Floris, Stanis Dessy, solo per citare i più noti le cui opere fanno parte dell’esposizione. Sono presenti inoltre opere di Antonio Ortiz Echagüe, Bernardino Palazzi, Pietro Antonio Manca, Mauro Manca, Gino Frogheri, Antonio Atza, Gavino Tilocca e altri. Sia stilisticamente che tematicamente, esse offrono una panoramica completa delle tendenze artistiche del XX° secolo. Nella sala al piano terreno sono state collocate le opere degli artisti spagnoli e isolani che nell’arco del primo cinquantennio soggiornarono e lavorarono ad Atzara. Descrizione Sala I Sul lato destro sovrasta la riproduzione della “Festa della confraternita di Atzara”, maestosa tela di 252 cm x 420 realizzata negli anni 1908/1909 da Ortiz Echague; Ortiz Echague è tra l’altro presente con due opere del periodo sardo. Segue Richard Scheurlen, artista tedesco, uno dei primi maestri di Antonio Corriga. Percorrendo la sala in senso orario troviamo esposte nell’ordine, la tela di Cesareo Bernardo de Quiros, con il suo “Ritratto di Antonio Ballero”, uno studio in sanguigna di Filippo Figari, attribuibile alla preparazione del ciclo di affreschi destinato alla Cattedrale di Cagliari, e una delle prime tele di Antonio Ballero “Appello Serale”, creata secondo la tendenza divisionista risalente ai primi anni del ‘900 (1904). In ordine, seguono le opere di Antonio Corriga, artista atzarese, direttore artistico della Pinacoteca, con alcuni oli, infine una tela di Vittorio Tolu, di Atzara con un olio del 1959. Descrizione Sala II La sala II raccoglie una serie di opere classificate secondo un criterio temporale, vista l’eterogeneità della collezione formata da numerosi artisti differenti per stile, formazione e periodo di produzione. Al visitatore si propone un percorso che inizia con alcune opere della prima metà del Novecento per proseguire poi in un excursus temporale nella quale si succedono i nomi di alcuni grandi protagonisti del secolo scorso. Le tematiche trattate nelle opere sono diverse, ritroviamo infatti dei temi tradizionali ma anche paesaggi trattati secondo tendenze espressionistiche. Varietà di stili dunque, di periodi storici, ma sempre grandi personalità artistiche che hanno segnato la storia dell’arte dell’Isola. Perché è importante visitarlo. Il museo merita l'attenzione oltre che per l'importante esposizione di opere del Novecento, anche per la validità della produzione pittorica contemporanea che proviene da donazioni spontanee di collezionisti, artisti e diversi enti. Il pezzo più famoso e conosciuto è senz'altro il dipinto “L’appello serale” di Antonio Ballero, appartenente al periodo divisionista cui l’artista approdò a seguito del felice e fortunato sodalizio artistico con Giuseppe Pellizza Da Volpedo, autore del “Quarto stato”.
- Il pomeriggio è prevista la visita al Museo Archeologico Comprensoriale di Teti (biglietto ingresso € 2,50) unica struttura in tutto il territorio dove sono esposti i reperti rinvenuti nei 13 paesi della Comunità Montana Barbagia Mandrolisai. Questi materiali si inquadrano in un periodo che va dal prenuragico all’altomedioevo. Nel percorso si possono ammirare le famose statuine in bronzo del santuario nuragico di Abini. Sono inoltre esposte tutte le tipologie ceramiche e i vari tipi di decorazioni nella fedele ricostruzione di una capanna nuragica.(1200-900 a.c) .
Se la Nostra proposta è di Vostro gradimento dovete dare conferma del giorno, dell’ora per la visita al Museo e alle Aree Archeologiche, tramite l’invio di una E-mail al seguente indirizzo sunuraghesnc@tiscali.it o telefonando al N° di celulare 338.19.41.204
SERVIZI OFFERTI DALLA SOCIETA’
Gli operatori museali della società garantiscono il servizio di guida, accompagnamento e descrizione dei percorsi e dei reperti all'interno del Museo e nelle Aree Archeologiche propongono e organizzano a richiesta degli utenti escursioni su itinerari archeologici, naturalistico - ambientali, etnografico e gastronomici.
Distinti saluti
Società “Su Nuraghe”
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