Le collezioni del fondo «Stoppani» nel museo di Venegono

Davvero notevole è la presenza a Venegono di testimonianze di Antonio Stoppani. Dagli innumerevoli campioni fossili e mineralogici, ai manoscritti, ai cimeli di vario tipo. La maggior parte dei pezzi più significativi raccolti e studiati da Stoppani fu da lui stesso donata al Museo di Scienze Naturali di Milano, di cui egli fu anche direttore. Ma una certa quantità di esemplari venne informalmente donata al «suo» Seminario.Purtroppo il museo di Milano fu quasi completamente distrutto durante Stoppani » si salvò dal disastro. Per questo motivo gli esemplari in qualche modo riferibili a lui acquistano straordinario interesse. Gran parte dell’attuale lavoro di ricatalogazione del materiale paleontologico è indirizzata, appunto, a ricostituire quel che rimane dell’originaria «Collezione Stoppani», dal momento che non è stata ancora trovata alcuna traccia dell’antico inventario del museo.

Alcune collezioni paleontologiche si possono attribuire a Stoppani, grazie al ritrovamento di cartellini autografi, in qualche caso ancora incollati sugli esemplari. Altre raccolte, o singoli esemplari, vengono riferiti a lui o perché sono stati conservati assieme a quelli che recano cartellini autografi, o perché don Elio Gentili ricorda ancora l’etichettatura scomparsa quando, da seminarista, aiutava l’allora direttore del museo. La collezione più notevole riguarda fossili di conchiglie provenienti da Esino Lario (LC), su cui Stoppani pubblicò importantissimi lavori, ritenuti unanimemente pietre miliari della geologia italiana. Vi è poi una collezione proveniente da San Colombano al Lambro (MI), luogo da lui frequentato nel periodo giovanile, nonché una collezione del giacimento da lui scoperto e studiato presso la località Azzarola (LC). Sono da aggiungere a questo elenco di fossili, risalenti al grande scienziato lecchese, una interessante raccolta di lamellibranchi irregolari del Cretaceo, alcuni reperti ossei del Quaternario provenienti dalla grotta di Laglio (presso il lago di Como), dei Neomegalodon e alcuni piccoli gasteropodi del Triassico Superiore (Norico) della Lombardia, vari pesci e vegetali di Bolca in Val d’Alpone (VR), qualche reperto proveniente dall’estero (ad esempio un frammento di tronco di Sigillaria del Carbonifero, proveniente da St. Etienne, con il cartellino originale), cui vanno aggiunti altri esemplari di varie località ancora in fase di studio.

Per quel che si può dire al momento circa la collezione archeologica, composta soprattutto da utensili in selce del Neolitico, e a proposito di altri materiali, come la collezione petrografica, è certo che molto materiale proviene da Stoppani, ma data la scarsezza dei cartellini originali, per ricostruirne con certezza la storia sono necessari ulteriori studi.

Testo estratto da:

MEMORIE DI ANTONIO STOPPANI NEL SEMINARIO DI VENEGONO

Di Elio Gentili – Vittorio Pieroni

"La Scuola Cattolica", n. 3/2011, pp. 431-454

Si ringrazia il direttore de “La Scuola Cattolica” Don Franco Manzi, per aver gentilmente concesso l’autorizzazione a pubblicare il presente estratto.