Giuseppe Mercalli

G. Mercalli nel centenario della sua morte.

Nel 2014 ricorre il centenario della morte di un importante personaggio del panorama storico scientifico italiano, il cui nome è legato al seminario della Diocesi di Milano e di quello di Venegono in particolare.Stiamo parlando di Giuseppe Mercalli, la cui tragica scomparsa avvenne il 18 marzo 1914 in conseguenza di un tremendo incendio che si sviluppò all’interno della sua abitazione di Napoli.

Giuseppe Mercalli fu un insigne geologo, sismologo e vulcanologo. Pubblicò numerosi studi e ricerche di sismologia e vulcanologia, anche se la sua popolarità è dovuta primariamente alla scala che porta il suo nome: la scala Mercalli, appunto. II suo profondo interesse per i fenomeni tellurici lo portò a rielaborare la scala ottocentesca definita da Rossi e Forel per la misurazione dell’intensità dei terremoti attraverso l’analisi delle conseguenze prodotte sulle cose, l’ambiente e sulle persone. Nel 1902 Mercalli presentò alla comunità scientifica questa sua innovata scala di rilevamento, composta inizialmente da 10 gradi e successivamente modificata e portata a 12 gradi da Adolfo Cancani nel corso dell’anno seguente. Dopo il terremoto di Messina del 1908 vennero considerate ulteriori variazioni ma fu solo nel 1930, grazie agli studi di Sieberg, che la scala di misurazione e gli effetti associati ai diversi gradi fu rivista integralmente. Ancora oggi la scala macrosismica continua a portare il nome di Mercalli per questione di semplicità, ma se spesso viene indicata anche come scala MCS (dalle iniziali dei tre scienziati: Mercalli, Cancani e Sieberg) oppure MSC-1930 dall’anno dell’ultima sua revisione. Questa scala di misurazione si differenzia da altre, per esempio dalla scala Richter (definita nel 1935), perchè misura gli effetti prodotti dai terremoti. La scala richter invece, composta da 9 gradi, valuta la quantità di energia prodotta dal terremoto (magnitudo).

Anagraficamente Mercalli nacque a Milano il 21 maggio 1850. A ventidue anni prese i voti e diventò sacerdote. Studiò presso il seminario di Monza dove fu allievo di Antonio Stoppani nonché suo pupillo, e si laureò in scienze naturali nel 1874. In quello stesso istituto Mercalli insegnò scienze naturali fra gli anni 1872 e 1887.La considerazione che l’abate Stoppani aveva di lui fece sì che nel 1878 gli venne affidata la stesura del terzo volume della Geologia d’Italia, dal titolo Vulcani e fenomeni vulcanici in Italia (pubblicato nel 1883). Quest’opera includerà anche la carta sismica d’Italia, la prima che fu mai realizzata. Nel redigere questo volume, Mercalli potè contare sulla collaborazione di Achille Ratti, suo allievo a Monza, alla cui amicizia restò legato per tutta la vita così come a quella con Stoppani. Achille Ratti si occupò della stesura del capitolo xii dell’opera, quello inerente ai terremoti storici italiani. Uomo estremamente colto, conseguirà tre lauree ma soprattutto verrà nominato Papa nel 1922 sotto il nome di Pio XI. Una sua imponente statua in marmo di Botticino accoglie i visitatori al seminario di Venegono, sul grande scalone centrale.

Nel 1888 Mercalli si trasferì a Reggio Calabria dove insegnerà nel liceo Campanella di Reggio. Diventato professore lascerà Reggio per insegnare geologia all’università di Catania e in seguito sismologia presso l’università di Napoli. Stabilitosi nella città partenopea, nel 1911 diventò direttore dell’osservatorio vesuviano e resterà tale sino alla sua prematura scomparsa all’età di 64 anni.

I suoi studi degli effetti dei terremoti sulle persone e gli animali lo portaron all’identificazione di una sindrome che ancora oggi porta il suo nome (sindrome di Mercalli) che individua comportamenti anomali negli animali all’approssimarsi di un evento sismico.

La presenza di Mercalli all’interno del seminario di Venegono è ancora tangibile. Nel 1950 gli venne intitolata l’aula di scienze e il materiale vulcanologico da lui raccolto, soprattutto rocce e prodotti lavici, sono esposti in una vetrina apposita, all’interno del museo di storia naturale dedicato alla memoria del suo maestro ed amico Antonio Stoppani.

testo di

Luca Jaselli

Reperti e prodotti lavici fotografati in questa pagina appartengono alla raccolta Mercalli esposta presso il Museo "Stoppani" di Venegono inf. (VA).