Poi che sua grazia

"Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana"©, una ragazzina aiutava il bibliotecario a traslocare i libri dalla vecchia sala alla nuova biblioteca del paesello, nella bella villa che fu di Olindo Guerrini. Alla ragazzina sembrava cosa buona e giusta dare una mano a svuotare quella che per lunghi pomeriggi assolati era stata la sua casa e a sistemare quella nuova che l'avrebbe ospitata per altri lunghi pomeriggi assolati negli anni successivi. Purtroppo, in qualità di lavoratrice abusiva e ampiamente minorenne, mancante delle abilità minime del buon bibliotecario, le veniva negato quasi tutto. Le veniva però concesso di svuotare gli scatoloni e spargere i libri sui tavoli.

Provava un miscuglio di meraviglia e orgoglio nel farsi passare fra le mani tutti quei libri. Si sentiva importante, più grande, come se il solo fatto di toccarli potesse, per un misterioso processo osmotico, assorbirla all'interno delle pagine e fare di lei parte di tutte le storie del mondo, dall'inizio dei tempi.

Subiva maggiormente il fascino dei vecchi libri, quelli che non aveva mai visto nemmeno nell'altra sala. Non le riedizioni moderne dei classici latini e greci, ma quelli originali dell'ottocento. Che fossero annali, raccolte, letteratura o saggi, si presentavano quasi sempre con la stessa veste dimessa: una copertina marrone chiaro - colore indefinito fra il beige e il tortora - di cartoncino spesso e fragile; lettere color ocra o oro sbiadito che si confondevano a volte con il colore della copertina; odore di stantìo. I bordi delle grosse pagine erano irregolari, come se fossero stati strappati lungo una piegatura invece che tagliati. Le pagine stesse erano ruvide e facevano presa fra loro, tanto che resistevano testarde ad ogni tentativo di farle scorrere in fretta fra il pollice e l'indice, dall'inizio alla fine, nella speranza di riuscire a leggerne brandelli di frasi per farsi un'idea del contenuto.

Un po' come succede nei rapporti con le persone timide... Non c'è modo facile di arrivare ad una conoscenza sommaria: bisogna con pazienza e cautela sfogliarle pagina dopo pagina, assecondando i loro cedimenti e le loro ritrosie.

In una delle sue esplorazioni la ragazzina si era imbattuta in una poesia che l'aveva subito colpita. Era divertente, ritmo veloce e parlava politica e istruzione. Aveva deciso di nascondere il libro in uno degli scatoloni da aprire l'indomani, per assicurarsi che non scomparisse in sua assenza come gli altri in una sala del piano superiore.

Il giorno dopo portai carta e penna e trascrissi la poesia, ma persi il foglio a stretto giro. Tentai inutilmente di ritrovarla un paio di volte rovistando a caso negli scaffali. Rinunciai e presi a ripetere a memoria tre o quattro volte l'anno le parti che ricordavo. Mille volte ho provato a rintracciarla in rete senza mai avere la soddisfazione di un risultato.

Visto che sempre più versi tendevano a sfuggirmi, avevo intenzione di inserire questa pagina nel mio sito con le strofe che ancora ricordavo intatte. Ho avuto la fortuna di ritrovarla sul web poco prima di mettere le vecchie pagine online, nel 2011.

Era proprio lei.

Non ho mai capito perché per trent'anni mi sono accanita a cercare quella poesia... probabilmente perché mi ricordava di una ragazzina che tanto tempo fa viveva in una galassia lontana lontana.

FusinatoA.pdf