Articoli e segnalazioni

I professori di disegno dell'Istituto Tecnico "J. Riccati". Uno spaccato di vita scolastica in uno degli Istituti tecnici trevigiani che ha formato personalità come Nando Salce e che tra gli insegnanti aveva il papà di Alberto Martini.


Racconto di Venezia. Quando le lapidi parlano. 5 Venezia raccontata attraverso le iscrizioni delle lapide conservate nel chiostro del Seminario Patriarcale di Venezia. Lapide sepolcrale del senatore Luca Civran, morto nel 1503, proveniente dalla chiesa dei Carmini e fatta erigere dal nipote Pietro Guoro.


Racconto di Venezia. Quando le lapidi parlano. 4 Venezia raccontata attraverso le iscrizioni delle lapide conservate nel chiostro del Seminario Patriarcale di Venezia. Lapide proveniente dalla Chiesa della Carità, oggi sede delle Gallerie dell'Accademia, che ricorda  Guido Maria Rossi, Conte di Berceto.  


Le "navi de vero" di Ermosia. Una Vivarini mastra vetraia. Un'artista caduta nell'oblio, ma la cui arte venne ricordata nel 1521 dal fine cronista Marino Sanudo nei suoi famosi Diarii


Racconto di Venezia. Quando le lapidi parlano. 3 Venezia raccontata attraverso le iscrizioni delle lapide conservate nel chiostro del Seminario Patriarcale di Venezia. La lapide ricorda il trasferimento del 1109 delle monache benedettine del monastero dei Santi Leone e Basso di Malamocco, terra anticamente chiamata Matamauco, nell’isola di San Servolo. 


Racconto di Venezia. Quando le lapidi parlano. 2 Venezia raccontata attraverso le iscrizioni delle lapide conservate nel chiostro del Seminario Patriarcale di Venezia. Si tratta della lapide sepolcrale che Nicolò Foscarini fece apporre nella chiesa della Trinità in memoria della madre Ruzzina Ruzzini, figlia del procuratore di San Marco, nata nel 1650 circa e morta il giorno 25 marzo 1721. 


Racconto di Venezia. Quando le lapidi parlano. 1 Venezia raccontata attraverso le iscrizioni delle lapide conservate nel chiostro del Seminario Patriarcale di Venezia. In questa lapide viene ricordata la consacrazione della chiesa di S. Antonin, dopo i lavori di restauro, effettuata dal cardinale Federico Corner, patriarca di Venezia, il 6 agosto 1636. 


Quando Arturo Martini aprì un negozio. Un bel ritrovamento di un'opera giovanile di Arturo Martini. Si tratta del Ritratto di Memi Zanchetta, busto in gesso scolpito nel 1910, che presto sarà visibile nel percorso martiniano all’interno del nuovo Museo Bailo in Borgo Cavour a Treviso. 


Fortuna e rovina di Palazzo Bressa a Treviso. Palazzo Bressa fu uno dei più grandiosi palazzi sorti nella città di Treviso, laddove ora si erge l'Istituto tecnico Riccati.


Bailo racconta: il Palazzo Rinaldi. I manoscritti di Francesco Scipione Fapanni, conservati presso la Biblioteca Civica di Treviso, possono essere assimilati a una sorta di guida turistica in cui non si viaggia solo nello spazio ma anche nel tempo. E quando non fu Fapanni a descrivere a dovere luoghi e case, ci pensò l'abate Bailo a integrare l'opera.


Delle acque di Treviso. Scrive il Fapanni nel 1892 a proposito dei ponti della città di Treviso: “La città è posta in un terreno ricco di sorgenti d’acque pure, e intersecata da vari fiumicelli. La maggiore e più rapida di codeste acque è il fiume Sile, che bagna una piccola parte della città. (...)". Basta perdersi per la città di Treviso per rendersi conto che l'acqua è l'elemento che la caratterizza maggiormente.


Asolo, città dai mille orizzonti. Una vista dall'alto. Mille sono gli orizzionti che si possono godere da Asolo e mille sono le vedute che la città offre.


Di una casa di Treviso: Via Calmaggiore n. 27-29. Storia di una casa del centro storico di Treviso che ha mantenuto inalterato il suo aspetto nonostrante le trasformazioni ottocentesche abbiano alterato l'aspetto di molte case trevigiane.


Stratigrafia della costruzione. Quando le pietre parlano. Passeggiando per Valvassone, uno dei borghi più belli del Friuli Venezia Giulia, si possono notare varie stratigrafie sulle murature che raccontano l'evolversi degli edifici.