Galleria Fotografica

ritrae il Dott. Carlo Parmiani con la madre Sig.ra Elda Giuseppina Rai Parmiani;

scattata davanti alla sede della Fondazione Famiglia Parmiani in Viale Filopanti n. 7; ritrae il Prof. Gerardo Chianura (allora Presidente,), il Prof. Giorgio Cantelli Forti (allora Preside della Facoltà di Farmacia), Avv. Giuseppe Busetto (membro del Consiglio di Amministrazione ed amico del Dott. Parmiani), Sig.ra Dolores (già Segretaria del defunto Dott. Parmiani).

scattata in occasione dell’inaugurazione della Sede della Fondazione Famiglia Parmiani; ritrae il Prof. Giorgio Cantelli Forti, il Prof. Gerardo Chianura ed il Prof. Fabio Roversi Monaco, allora Magnifico Rettore dell’Ateneo di Bologna.

Altre foto

Nella sede della Fondazione Famiglia Parmiani sono altresì conservate un discreto numero di fotografie. Le immagini, conservate in una coppia di album, fanno parte del fondo fotografico della Fondazione Famiglia Parmiani.

Il primo album si apre con una serie di fotografie di vari formati, prevalentemente 13x18 cm, scelte tra le tante che il Dott. Parmiani ha conservato durante tutto l’arco della sua vita. Segnaliamo, tra le altre, il ritratto assieme alla madre e l’immagine del farmacista in camice davanti alla vetrina della propria “Farmacia S. Antonio” in Via Massarenti a Bologna. Sono poi presenti fotografie della “Baccanella”, la villa di Monterenzio alla cui Biblioteca il Dott. Parmiani ha donato tutti i suoi libri.

Seguono due oggetti particolari ritrovati tra le fotografie: il libretto universitario del padre, iscritto alla Facoltà di Medicina e Chirurgia e risalente al 1899 ed un volantino pubblicitario di prodotti farmaceutici.

L’ultima serie di immagini, invece, è costituita dagli ingrandimenti, di formato 29x38 cm, dei migliori scatti che ritraggono il Dott. Carlo Parmiani in viaggio.

Queste stampe sono interessanti anche da un punto di vista tecnico-artistico; l’autore infatti, il fotografo professionista Adolf Rossi, è un amico del Dott. Parmiani che al tempo gestiva uno studio a Brno, nell’attuale Repubblica Ceca, come attesta il timbro presente sul verso di varie immagini.

La maggior parte delle fotografie risale al 1968, e sono state scattate in occasione di un soggiorno nell’ex Cecoslovacchia; seguono riprese fotografiche di visite a Venezia e a Roma, tutte in compagnia degli amici cecoslovacchi.

Il secondo album raccoglie una serie di fotografie conservate da Carlo Parmiani per ragioni puramente estetiche e testimonia così la sensibilità del Farmacista nei confronti di questa particolare forma d’arte. I soggetti variano: partendo da movimentate scene di balletto, alcune delle quali stampate con la tecnica della solarizzazione, si passa attraverso poetici paesaggi, sia autunnali che invernali, che lasciano il posto a suggestive immagini di fiori e animali, per approdare infine ad interni di Chiese e forme di architettura.

L’autore è ancora il fotografo Adolf Rossi e l’intento artistico è documentato anche dalla presenza, sul verso di numerosi immagini, del titolo scritto a mano e di una serie di timbri che ne attestano la partecipazione a concorsi internazionali di fotografia.

Le immagini di entrambi gli album realizzate dal fotografo cecoslovacco appartengono quindi ad un arco di tempo che va dall’inizio degli anni 60 ai primi anni 70 del ‘900. La tecnica di stampa è presumibilmente gelatina al bromuro d’argento a sviluppo su carta baritata, una delle più diffuse a partire dagli anni ’20 del ‘900 e utilizzata, seppure in misura sempre minore, fino ad oggi.

Sempre grazie ai timbri presenti sul verso di numerose stampe, possiamo conoscere il tipo di apparecchio fotografico utilizzato: una Rolleiflex Automat con pellicola in rullo di formato 6x6 cm. La macchina è visibile in un autoritratto dello stesso Adolf Rossi, la cui dedica autografa sottolinea il legame di amicizia esistente tra il Fotografo ed il Dott. Carlo Parmiani.

La particolarità di questo apparecchio sta nell’obiettivo gemellare: le due lenti che lo costituiscono sono montate su un’unica tavoletta che, spostandosi avanti ed indietro, permette di mettere a fuoco il soggetto. Ogni lente corrisponde però ad una diversa parte della macchina: quella superiore permette di visionare l’immagine su di un vetro smerigliato mentre quella inferiore la trasmette alla pellicola. In questo modo, il fotografo può osservare il soggetto alla massima luminosità e a tutto il formato durante lo scatto.

L’ARCHIVIAZIONE

La modalità di archiviazione delle stampe è stata scelta in modo da conciliare da un lato, la volontà di conservarle nel tempo e, dall’altro, di renderle facilmente consultabili. Le immagini fotografiche, infatti, per la loro particolare natura chimico-fisica, sono molto sensibili all’ambiente che le circonda e si alterano facilmente se poste a contatto con sostanze dannose: è quindi fondamentale l’utilizzo di materiali adeguati e di alcuni accorgimenti.

Sono state allora scelte buste in propilene e scatole in cartone antiacido rivestite in tela, tutte sostanze che non reagiscono con l’emulsione fotosensibile, prevenendo così deterioramenti irreversibili. Questi materiali hanno ricevuto infatti il marchio P.A.T. (Photographic Activity Test) Passed, che ne certifica l’idoneità all’archiviazione di immagini fotografiche.