Buonasera,
desidero in primo luogo ringraziare tutti i presenti che hanno avuto la bontà di partecipare a questa serata; spero che alla fine la loro curiosità risulterà soddisfatta.
Un pensiero speciale mi sento di rivolgere a Moreno che ha diretto con maestria questa nostra avventura facendo sì che dal coacervo dei ricordi personali, dei documenti conservati e dei pensieri da riorganizzare che ciascuno di noi ha portato in dote sia potuto scaturire il libro che stasera presentiamo. Siamo partiti dal desiderio di ricordare per riflettere sul rapporto presente-passato e mano a mano che nel corso dei nostri incontri si sono accumulate sia le riflessioni individuali che il materiale raccolto, si è fatta sempre più evidente la consapevolezza della necessità di una figura che tenesse la barra della navigazione. Moreno ha avuto la destrezza di ricoprire il ruolo di “estraneo che da posizione terza conduce la narrazione” conservando nel contempo la sua specificità di soggetto che è parte viva del gruppo di lavoro: alla fine i contributi personali hanno trovato definizione nella storia generale e viceversa. E’ proprio vero che la somma fa il totale!!
A distanza di circa quattro anni dalla preparazione del mio contributo, anche in conseguenza del lavoro svolto tutti insieme, tanti altri momenti della storia del Circolo Cittadino sono ritornati presenti alla mia e alla nostra memoria, al punto che probabilmente oggi questo scritto avrebbe assunto connotati diversi.
Comunque sia, sollecitato anche dagli spunti sin qui emersi, questa sera non voglio aggiungere ulteriori aneddoti o circostanze ma soltanto portare una breve riflessione su due questioni che ci hanno caratterizzato e sono ancora aderenti al contesto attuale: la libertà ed il senso della storia.
Sono molto d’accordo su quello che ha detto Roberto; vorrei sottolineare che a pensarci bene la libertà non è di destra, né di sinistra, non è etichettabile: la libertà “è” soltanto e si esprime nella sua pienezza quando c’è autonomia di giudizio e di espressione e rispetto delle decisioni. Credo di affermare senza pericolo di essere smentito che ogni nostra azione si è informata a questi princìpi, non abbiamo mai portato il cappello, per usare una frase che ritroverete nel libro.
Il secondo spunto ce lo offre Moreno quando dice: questo libro lo abbiamo realizzato per ricordarci e per rispondere alla domanda: in che cosa abbiamo sbagliato se il mondo di oggi si rivela così diverso da quello che avevamo immaginato? La riflessione che possiamo fare ora forse è la seguente: il presente di oggi si delineava già al tempo del nostro agire come Circolo Cittadino e noi vivevamo quel nostro presente di allora immersi nell’immaginazione del futuro e convinti che esso sarebbe stato conforme alle nostre aspettative.
Se vogliamo dare un senso alla nostra storia senza cadere nella trappola di sentirci né dei sognatori sopraffatti dalla realtà né tantomeno degli sprovveduti che hanno agito senza comprendere l’aria che tirava concludo affermando che, in fondo, siamo quello che facciamo, il presente è ciò che abbiamo fatto, il futuro è quello che non abbiamo fatto ma può esserlo perché il presente ne porta già i segni.
Dedico questo libro ai miei genitori che hanno letto pochi libri e visto non molti film ma amorevolmente hanno favorito la crescita di queste mie passioni ed a mia moglie ed alle mie due figlie che con discrezione hanno seguito lo sviluppo del libro soprattutto quando per fare ciò è stato necessario utilizzare un po’ del tempo da trascorrere insieme.