INFORMALMENTE
IL GIORNALE DELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO MICHELANGELO - BARI
IL GIORNALE DELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO MICHELANGELO - BARI
(classe terza)
Alle elementari io (Michele) e Mattia avevamo un amico di classe autistico, si chiamava C., aveva i capelli ricci e una carnagione un poco scura e con degli occhi azzurri come il mare, non stava mai fermo e adorava la musica. Aveva tutto un suo modo di esprimersi: quando chiedeva aiuto urlava, quando non lo si ascoltava incominciava ad essere violento, quando stava tranquillo si calmava. Era difficile capire le sue esigenze perché non riusciva a parlare, faceva solo versi e ogni tanto pronunciava un sì e un no.
I primi anni di scuola non sapevamo bene come comportarci, molto spesso lo ignoravamo e avevamo paura che ci colpisse, come faceva quando si arrabbiava con la sua maestra di sostegno, che molte volte tornava a casa con graffi molto profondi e con la mano che le tremava.
Pensavamo tutti che fosse meglio stargli lontani, ma non sapevamo che così si peggiorava soltanto la situazione, e questo l’abbiamo capito solo dopo due o tre anni. Quando in quarta abbiamo capito che aveva bisogno di noi, che gli stessimo accanto, io e Mattia ci sentimmo in colpa.
Perciò gli ultimi due anni cercammo di migliorare la nostra relazione con C. e di fare per lui tutto quello che non avevamo fatto nei tre anni precedenti: sederci con lui durante la ricreazione, coinvolgerlo in molti progetti, giocare con lui all’aperto, fargli ascoltare molta musica. Così notammo che erano molto diminuiti i suoi scatti d’ira.
Quindi, concludendo, vi possiamo assicurare che abbiamo passato gli ultimi due anni con C., serenamente e felici, ricevendo da lui anche tanto affetto.
Si sta benissimo anche con una persona autistica, perché si riceve qualcosa di molto speciale.
Mattia e Michele (classe terza)
Gaia (classe prima)
Arnaldo (classe seconda)
Io, Tancredi ho 13 anni e posso sembrare un ragazzo normale ma in realtà non è così.
La mia vita non è stata facile, sin piccolo molti non mi capivano e non mi capiscono tutt'ora , venivo sempre escluso dai miei compagni di classe , non mi accettavano e io non riuscivo a parlarne al di fuori della mia famiglia perché non volevo che nessuno sapesse che ero autistico: chissà cosa avrebbero pensato di me! Il solo pensiero mi faceva rabbrividire.
Alle elementari ebbi una difficoltà unica a relazionarmi, tutti pensavano che fossi strano, avevo sempre gli occhi addosso. Durante la merenda spesso mi sentivo male e a disagio, tutti quei rumori, e quella confusione: il mio cervello non li reggeva!!!
Così uscivo correndo dalle classe e mi rifugiavo in bagno a disegnare e quando finalmente tornavo in classe, che vergogna: tutte quelle occhiatacce e quelle risatine!
Spesso mi sentivo osservato e criticato, e alla fine però mi abituai e mi resi conto che per tutta la vita sarei stato un ragazzo solo, senza amici, e ormai convivevo con questa "etichetta" che mi ero dato.
La mia più grande passione è sempre stata il disegno e sono sempre stato il migliore della classe a disegnare, in questo campo nessuno era più bravo di me.
Ciò però non bastava a farmi accettare e continuavo ad essere comunque il ragazzo strano agli occhi degli altri.
Crescendo ho capito che in realtà non ero io il problema, che ero come gli altri, solo più speciale.
In seconda media conobbi un ragazzo: Eduard, fu il primo a capirmi e con un po' di pazienza imparammo a conoscerci.
Diventammo migliori amici e stavamo sempre insieme, ero entusiasta, non riuscivo a capire come mai tutte le persone che avevano accompagnato i miei anni scolastici non fossero come lui.
Nel mentre, la mia passione è diventata il mio punto forza, e quest’anno finita la scuola
un'agenzia di Belle Arti mi ha contattato per chiedermi di esporre le mie opere, e questo sarà il punto di lancio per me e per la mia futura carriera d'artista.
Vincenzo e Marina (classe prima)
https://drive.google.com/file/d/1D9ZixDCwYbD0okOIht5u2BLuvrpWg_wj/view?usp=sharing
Vito (classe seconda)
(classe prima)
Luna (classe prima)
Alessandra, Aurora, Carlotta (classe seconda)
Parole urlate
Gesti incontrollati
Correvi in lungo e in largo
Poi ti fermavi all’improvviso
E pensavi...
Chissà cosa pensavi...
Io ti guardavo,
Era la mia festa,
Sembravi felice fra noi,
Urlavi fra le palline colorate
Urlavi forte
Forse volevi dirmi:
“Buon compleanno”
Stefano (classe seconda)
(classe prima)
Io
chiuso nel mio bozzolo
Io
con gli occhi verso il cielo
Io
con le parole mai dette
Io
col silenzio nell’anima
Io
geloso del mio mondo
Io
…aspetto un sorriso da te
per schiudere le mie ali come una meravigliosa farfalla.
Ornella (classe prima)
(classe terza)
Un giorno vidi un ragazzo,
all'inizio mi sembrava un po’ pazzo
stavamo nella stessa classe
aveva bisogno di qualcuno che lo aiutasse.
Lui stava da solo
mentre noi giocavamo a pallavolo
lo invitavamo spesso a partecipare
ma lui solo voleva restare.
Un giorno ci incontrammo
dopo poco stavamo già parlando
e a casa mia andammo,
mentre stava diluviando.
Un tuono lo spaventò
e mio padre lo rassicurò.
Questa sua caratteristica era un po’ particolare,
ma era solo un suo modo di fare…
Così la nostra amicizia è nata,
divertendoci tutto il tempo
pur avendo paura di quel lampo
rallegrando anche la sua giornata.
Luigi, Francesco, Giuseppe, Valerio (classe terza)
Francesco e Simone (classe seconda)
(classe terza)
Annagrazia e Angelica (classe seconda)
Federica (classe terza)
(classe terza)
Alessandra (classe terza)