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La costruzione di rifugi antiaerei in edifici governativi durante la Seconda Guerra Mondiale aveva coinvolto anche le Prefetture, le quali, in quanto sedi delle autorità locali, furono dotate di ricoveri per garantire la sicurezza degli ufficiali e dei funzionari pubblici. Quello che si sviluppa ad alcuni metri dal piano stradale sotto l’attuale Palazzo della Provincia di Vercelli è costituito da un corridoio della lunghezza di circa 40 metri destinato a ospitare i dipendenti degli uffici prefettizi, al cui centro si apre un ambiente riservato a offrire protezione al Prefetto e alla sua famiglia.
Questo spazio di circa 20 metri quadrati realizzato in cemento armato è stato progettato per essere a prova di bomba, con precise caratteristiche e una specifica attrezzatura in dotazione. Doveva, infatti, resistere non solo allo scoppio degli ordigni ordinari esplosivi e incendiari, ma anche alla penetrazione di aggressivi chimici, che venivano spesso impiegati miscelando diverse tipologie di gas, polveri e liquidi che sommavano effetti asfissianti, lacrimogeni, vescicatori e ustionanti. Per questo il ricovero era dotato di un ingresso e una uscita di sicurezza, entrambi chiusi verso l’esterno con due porte antiscoppio a soglia rialzata, dotate di guarnizioni atte a fermare i gas di guerra e i fumi prodotti dagli incendi. Era inoltre installato un impianto per il ricambio dell’aria mediante ventilazione forzata, visto che in caso di attacco chimico si doveva chiudere ogni immissione d’aria, anche se filtrata. Questo faceva funzionare il rifugio come una sorta di maschera antigas collettiva grazie a una apparecchiatura ad azionamento manuale che permetteva di aspirare l’aria interna, farla passare attraverso capsule di calce sodata per la fissazione dell’anidride carbonica e arricchirla con ossigeno contenuto in apposite bombole rendendola così nuovamente respirabile.
Sono tuttora presenti una toilette con lavabo e acqua corrente, materiale antincendio come secchi e sabbia per spegnere eventuali focolai, una cassetta per il pronto soccorso nonché pale e picconi per lo sgombero di eventuali macerie che avessero ostruito l’uscita.
Oltre a quanto descritto è oggi allestita all’interno della struttura una esposizione di rari documenti fotografici che testimoniano gli eventi bellici e i bombardamenti subiti da Vercelli tra il 1940 e il 1945.
Il Rifugio è stato aperto al pubblico nel marzo 2025; la Provincia di Vercelli prevede circa quattro aperture al pubblico all'anno, oltre a date destinate alla visita delle scolaresche.