La disortografia evolutiva è un disturbo specifico di apprendimento, relativo ai processi di transcodifica orale-scritto: l’alunno disortografico incontra difficoltà nel tradurre correttamente i suoni che compongono le parole in simboli grafici.
Gli errori più caratteristici sono i seguenti:
confusione tra fonemi simili, come F e V, T e D, B e P, L e R
confusione fra grafemi simili (se il disturbo è associato anche a difficoltà di lettura), come B e P
omissioni: l’alunno tralascia alcune parti della parola, specie la doppia consonante (palla-pala), la vocale intermedia (fuoco-foco), la consonante intermedia (cartolina-catolina)
fusioni di parole
inversioni nella sequenza dei suoni all’interno della parola (es. sefamoro invece di semaforo)
violazione delle principali regole ortografiche della lingua italiana (mb, mp, uso dell’h…)
Secondo alcune ipotesi interpretative (Stella e Bartoli), le cause principali della disortografia potrebbero essere le seguenti:
difficoltà ad effettuare un’adeguata analisi fonologica delle parole
difficoltà nel mantenere in memoria la sequenza fonologica per poterla tradurre graficamente in modo corretto
difficoltà nella memorizzazione ed applicazione in contesto delle regole ortografiche
forte povertà lessicale
Possiamo individuare perciò tipologie diverse di disortografia:
Disortografia vera e propria, in cui prevale la difficoltà a tradurre correttamente i suoni in segni grafici
Disortografia “concettuale”, relativa alla difficoltà di memorizzazione e applicazione delle regole ortografiche nel contesto di scrittura (quando utilizzare l’H? Qu o CQ?)
Disortografia “culturale”, legata a situazioni di svantaggio culturale, a forte influenza di componenti dialettali, alla povertà di bagaglio lessicale
Queste differenti tipologie di disortografia possono essere associate fra loro.
Inoltre esiste una correlazione significativa di co-presenza fra la disortografia e le difficoltà di lettura, così come tra disortografia e disgrafia.
La disortografia si può rilevare sin dal primo ciclo della scuola primaria, anche se, in questa fase, è spesso difficile distinguere fra alunni disortografici e “cattivi scrittori”, ossia alunni che necessitano di tempi di apprendimento più lunghi per consolidare le competenze fonologiche. Dal secondo ciclo della scuola primaria è più facile l’individuazione degli alunni disortografici, per i loro frequenti errori lessicali ed ortografici, rispetto ai “cattivi scrittori” (in cui permangono, principalmente, “solo” errori di mancato raddoppiamento delle consonanti).
L’alunno disortografico deve essere supportato, specialmente durante gli anni di frequenza della scuola primaria, dall’intervento di uno specialista (logopedista), che individui le difficoltà specifiche dell’alunno (tipologia di disortografia) e progetti un percorso riabilitativo personalizzato (da condividere con la scuola).
mettere in visione sul banco dell’alunno una scheda riportante le parole scritte nella forma corretta/la regola ortografica che viene infranta più frequentemente (questo facilita la visualizzazione e memorizzazione corretta del vocabolo frequentemente sbagliato)
lavorare, in modalità intensiva in un certo periodo di tempo, per potenziare una regola ortografica.
Esempio: si fornisce all’alunno una scheda riportante una regola ortografica infranta frequentemente; per la durata di un mese, l’alunno potrà utilizzare la scheda per ricontrollare e correggere eventuali errori di applicazione di tale regola in tutti i propri scritti, in tutte le discipline scolastiche. L’applicazione di tale tecnica richiede la forte collaborazione di tutto il consiglio di classe e la condivisione con l’alunno di alcune regole (es. non verranno considerati, nelle valutazioni, altri eventuali errori ortografici, ma il mancato rispetto della “regola del mese” comporterà una penalizzazione sul giudizio finale del compito-scritto; la concessione di 5 minuti in più, al termine di un compito in classe scritto, per la rilettura e correzione del proprio testo…). Nel mese successivo, si procederà al potenziamento intensivo di una nuova regola ortografica.
potenziare il bagaglio lessicale: per l’alunno è più facile infatti scrivere correttamente parole conosciute e ricorrenti (accesso lessicale anziché fonologico, che può essere carente – disortografia “vera e propria” e disortografia “culturale”)
lavorare sulla correzione dei testi prodotti dall’alunno stesso, in quanto:
l’alunno può individuare i propri errori ricorrenti e correggerli
il lavoro sul testo, a differenza delle schede ortografiche predefinite, consente di operare sugli indizi “contestuali”
utilizzare un programma di videoscrittura sul PC, che:
fornisce un supporto mirato per la correttezza ortografica e lessicale grazie alla segnalazione degli errori ortografici
consente di lavorare sulla decisione ortografica (come correggo le parole segnalate?) nel contesto (disortografia “concettuale”)
permette all’alunno di stampare il proprio lavoro già corretto ed ordinato, privo di “correzioni a penna rossa” da parte dell’insegnante: questo può essere motivante e stimolante per un alunno (specie se ha sperimentato, nel tempo scolastico, diverse occasioni di insuccesso nelle attività di scrittura).